Giovanna Casotto, “più illustratrice che fumettista”, non ama parlare di sé stessa. È circondata da un’aura d’altri tempi, vintage, sospesa tra il presente e quei mitici anni Cinquanta che tanto adora. Abbiamo provato a farci raccontare la sua personale visione di sessualità ed erotismo, del disegno per adulti come pura estetica, libero da ipocrisie e letture pedagogiche.
Nata a Desio nel 1962, Giovanna Casotto si avvia alla professione artistica dopo aver letto La Bionda di Franco Saudelli, un evento illuminante che la spinge a frequentare la Scuola del Fumetto di Milano. Terminati gli studi realizza alcune storie brevi per L’Intrepido, disegna al fianco dello stesso Saudelli e intraprende svariate collaborazioni con riviste per adulti, su tutte Selen, Blue, X e la britannica Desire. Le sue raccolte di illustrazioni e di racconti a fumetti, focalizzate sulla rappresentazione del corpo femminile, sono state pubblicate in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti. In Francia, la casa editrice La Musardine stampa, con cadenza annuale, volumi interamente dedicati all’autrice.
Affascinata dall’immaginario degli anni Cinquanta, la Casotto ha sempre tratto ispirazione dalle maggiori icone di quell’epoca: dalla pin-up Bettie Page a dive del cinema hollywoodiano come Lauren Bacall e Audrey Hepburn. Il suo è un erotismo pregno di ironia e ingenua malizia, volto a celebrare, con una straordinaria ricchezza di dettagli, la sensualità della donna. Da alcuni anni svolge un’intensa attività da acquerellista.
Districarsi in un mercato storicamente dominato dagli uomini, quello del fumetto per adulti, è stato senza dubbio complicato. Quali sono state le maggiori critiche ricevute dai colleghi di sesso maschile? E quali dalle donne in generale?
Si tratta, in tutta onestà, di un aspetto al quale non ho mai prestato particolare attenzione. Sono sempre rimasta distante dal cosiddetto “ambiente” e posso dire di conoscere davvero pochissimi disegnatori, artisti coi quali ho condiviso un determinato percorso e che, per la sottoscritta, hanno rappresentato una sorta di cuscinetto protettivo. È stata un’esperienza utile e gratificante: la loro vicinanza ha fatto sì che restassi indifferente a eventuali critiche o scaramucce. All’inizio, tuttavia, erano in molti a dubitare della reale esistenza di Giovanna Casotto, a ritenere che i miei disegni fossero opera di un uomo.
Nonostante l’exploit di grandi nomi come Guido Crepax, Milo Manara e Franco Saudelli, tuo maestro, il fumetto erotico è ancora vittima di pregiudizi, considerato da molti uno sterile esercizio di voyeurismo, poco legato alla narrazione. Non credi sia un controsenso? È possibile, al contempo, che il genere abbia finito per essere vittima dei suoi cliché?
Non so quanto forte sia questo pregiudizio. Nel mio lavoro posso confermare che la narrazione, quando non è addirittura inesistente, ricopriva e ricopre tuttora un ruolo secondario. Personalmente ho disegnato per dare forma a una mia visione estetica e per trasmettere un’idea di bellezza, legata a un po’ di ironia e sano umorismo. Hai citato grandi nomi: mi permetto di affiancarvi quelli di Riccardo Mannelli, Roberto Baldazzini, Fernando Caretta e Mauro Muroni. Insieme a Saudelli, sono i colleghi che ho frequentato e ammirato di più.
Prima di passare alle matite hai l’abitudine di aiutarti con un supporto fotografico che, soprattutto inizialmente, aveva come soggetto il tuo stesso corpo. C’è mai stata una relazione tra la tua fisicità, il rapporto che hai con essa e la scelta di dedicarsi a questo tipo di arte?
Senza dubbio. La mia fisicità è quella che ho voluto imprimere sulla carta fin dagli esordi. È il caso di precisare, tuttavia, che pur ispirando l’aspetto fisico di molte delle protagoniste da me disegnate, non necessariamente condivido con loro stile di vita ed esperienze!
Ritrarsi è un modo per fissare la propria immagine nel tempo e sottrarsi alla vecchiaia?
Nel mio caso non direi. Si è trattato, per lo più, di avere a disposizione una modella tanto presente quanto economica.
Il desiderio di perseguire una comunicazione sincera, il più possibile inerente alla realtà, si riflette nei corpi naturali e mai artefatti che popolano le tue tavole, non a caso ispirati alle pin-up degli anni Cinquanta, irraggiungibili icone di bellezza e femminilità. Cosa puoi dirci a riguardo?
Nulla di più rispetto a quanto tu abbia già detto. Le imperfezioni sono gli elementi che esaltano maggiormente la femminilità della donna. Mi piace ritrarre la carne e ben venga se si differenzia dalla plastica!
Il web ha letteralmente divorato esperienze editoriali come Selen e Blue, costrette, l’una dopo l’altra, a chiudere i battenti. Di fronte al dispiegarsi del sesso e della pornografia online, il fumetto per adulti può essere considerato l’ultimo baluardo di un erotismo genuino, ancora legato alla scoperta, all’attesa e alla dimensione ludica?
Il fumetto è uno dei tanti linguaggi che consentono di raffigurare l’erotismo e credo possa tranquillamente convivere con gli altri media, senza la pretesa di incarnare un qualche baluardo. La sessualità va ricercata in sé stessi, mi auguro che ognuno possa viverla in modo diretto e carnale. Sarebbe davvero triste acquisire consapevolezze e regolare le proprie pulsioni sulla base di supporti quali graphic novel, film e così via. Insomma, per me i disegni sono estetica pura, liberi da intenti educativi.
Fetish, bondage e scene di costrizione rientrano nel tuo lavoro di illustratrice, legato in modo imprescindibile a una forte componente provocatoria. Ritieni ci sia un limite al quale prestare riguardo? Quali criteri ti permettono di non oltrepassare quella linea che separa l’arte, l’intrattenimento e il desiderio da una rappresentazione della donna come mero oggetto sessuale?
Ritengo sia inutile pensare a linee di demarcazione e chiavi di lettura dato che, volente o nolente, si potrebbe fare ben poco contro l’immaturità o un approccio sbagliato da parte di alcuni fruitori. Non ho mai visto la sessualità che disegno come qualcosa di diverso da un gioco spensierato, consensuale, allegro. Eventuali distorsioni non sono un mio problema.
Esiste un personaggio della letteratura, non necessariamente a fumetti, del quale esploreresti la sessualità, che ti piacerebbe fare tuo e trasporre in una avventura a tinte hard?
Forse ti darò una delusione ma no, non esiste. Anche perché non ho alcuna curiosità riguardo la vita sessuale altrui.
Cosa riserva il futuro di Giovanna Casotto?
Disegnare una storia è un’avventura molto impegnativa e attualmente sono lontana dall’idea di lavorare con lo stress delle scadenze o del lavoro di squadra, elementi che stanno alla base di un progetto editoriale. D’altra parte mi ritengo più illustratrice che fumettista e preferisco ritrarre pin-up, la mia passione più intensa. Da alcuni anni, inoltre, dedico moltissime attenzioni all’acquerello e all’insegnamento di questa difficile forma espressiva, nella speranza che il futuro possa regalarmi tante soddisfazioni.
Intervista realizzata via mail il 5 agosto 2018.