C’è un genere letterario che, negli ultimi venti anni, è stato protagonista in Italia di una sorta di rinascita, con una produzione di qualità elevata: il poliziesco, spesso declinato nelle sue varianti crime e noir. A partire da Massimo Carlotto e Giancarlo Di Cataldo, si è formata nel nostro paese tutta una nuova generazione di scrittori, tra i quali il napoletano Maurizio De Giovanni: quest’ultimo è soprattutto famoso per le avventure del commissario Ricciardi, ambientate nel capoluogo partenopeo degli anni ’30, e per i romanzi sui “bastardi” di Pizzofalcone, poliziotti di un odierno commissariato nel centro di Napoli.
Proprio il commissario è il protagonista de I vivi e i morti – un’indagine del commissario Ricciardi, quinto volume della testata Graphic Novel edita da Star Comics. Il fumetto è l’adattamento dell’omonimo racconto con il quale Di Giovanni vinse un concorso letterario nel 2005, dando il via alla sua carriera di scrittore, racconto che poi sarebbe stato la base del romanzo Il senso del dolore, primo della serie dedicata al personaggio.
È spettato allo sceneggiatore Alessandro Di Virgilio, anche lui partenopeo, trasporre il testo letterario a fumetti, forte anche di un precedente: nel 2009, per la Cagliostro E-Press, l’autore aveva già adattato un altro racconto di De Giovanni, Mammarella, sempre con protagonista Ricciardi. I disegni sono stati affidati a Emanuele Gizzi (San Michele, Splatter, Rusty Dogs), che aveva già lavorato in coppia con Di Virgilio in altri progetti.
I vivi e i morti è dunque ambientato in una Napoli in pieno regime fascista, nella quale uno spietato assassino, armato di punteruolo, compie una serie di omicidi all’apparenza slegati tra loro, sui quali è chiamato a indagare il commissario della Squadra mobile della Regia Questura, Luigi Alfredo Ricciardi, affiancato dal fido brigadiere Maione.
Ricciardi è un personaggio enigmatico, con un carattere chiuso: vive insieme a tata Rosa, la balia che lo ha allevato da piccolo, e custodisce un segreto che spesso lo aiuta nelle indagini. Fin da bambino, Ricciardi vede i fantasmi dei morti, ma solo di quelli vittima di morte violenta, dei quali riesce a cogliere l’immagine nel momento del trapasso, assieme alle ultime parole da loro pronunciate.
Di Virgilio riesce a maneggiare con efficacia i personaggi creati da De Giovanni: il loro modo di parlare, i gesti, le azioni ricalcano e rimandano in maniera molto fedele alle pagine dei romanzi. Tuttavia, pur se la recitazione funziona e la vicenda narrata, tutto sommato, scorre rapidamente grazie a una sceneggiatura fluida e senza lacune, nell’adattamento si percepisce un punto debole. L’autore dà forse troppo per scontato che i lettori del fumetto lo siano anche dei romanzi di De Giovanni, e dunque conoscano già i personaggi della storia e le loro caratteristiche. Questa criticità fa sì che alcuni passaggi narrativi rimangano troppo superficiali, con poche informazioni, sufficienti quel tanto che basta a far andare avanti la vicenda in modo non troppo oscuro: è il caso, per fare un esempio, del dramma familiare che vive il brigadiere Maione. Oppure prendendo in esame lo stesso protagonista, alcuni aspetti peculiari e fondamentali del suo carattere vengono completamente tralasciati, come la sua cronica insofferenza agli ordini superiori.
Anche lo scioglimento della trama appare troppo conciso e concitato, risultando in effetti l’unico parte della storia che pecca di fluidità.
Emanuele Gizzi, di contro, realizza tavole di notevole impatto, spaziando da una tradizionale gabbia a tre strisce, a splash page e pagine con composizioni più libere, ma sempre chiare e leggibili. Il largo uso di campiture nere, sia negli ambienti che nelle ombre che spesso si posano sui tratti somatici dei vari personaggi, riflettono tanto l’oscurità della vicenda narrata quanto i segreti, i drammi e i demoni interiori con i quali tutti i protagonisti, nessuno escluso, devono convivere.
Una peculiarità da evidenziare è il modo in cui il disegnatore trasmette l’ambientazione partenopea della vicenda, esclusivamente attraverso grandi vignette o vignette a tutta pagina che mostrano le facciate di alcuni monumenti o scorci riconoscibili della città. Quando la vicenda si sposta negli interni, padroneggia sempre il nero, quando lo spazio non è rubato dai primi piani che catturano gli sguardi dei vari personaggi.
I vivi e i morti è dunque un buon fumetto, ma che si può apprezzare completamente se si antepone alla sua lettura quella di qualche romanzo di Maurizio De Giovanni con protagonista il commissario Ricciardi.
Abbiamo parlato di:
I vivi e i morti – un’indagine del commissario Ricciardi
Alessandro Di Virgilio, Emanuele Gizzi
Star Comics, aprile 2015
144 pagine, brossurato con alette, bianco e nero, 6,00 €
ISBN: 978-8869201639