Tra il 6 dicembre 2015 e il 5 gennaio 2016 abbiamo seguito le attività dello Spine Temporary Small Press Bookstore, libreria temporanea nel cuore del centro storico di Bari che ha portato nel capoluogo pugliese alcuni dei più importanti artisti sulla scena fumettistica italiana.
Da Martoz a Maicol&Mirco fino a Marco Taddei e Simone Angelini, alle presentazioni dei loro fumetti si sono alternati workshop e tavole rotonde volti a mostrare al pubblico pugliese la crescente importanza del fumetto nel panorama culturale nazionale.
A curare il progetto l’associazione Spine che, al di là dell’esperienza itinerante del temporary store, mantiene un proprio quartier generale nella città di Bari, dove continua la propria attività di diffusione culturale. Abbiamo intervistato Sara Mastrodomenico, una dei fondatori, per tirare le somme di questa esperienza natalizia e conoscere i futuri progetti legati a Spine.
Ciao Sara, qualche domanda per addentrarci maggiormente nel mondo di Spine.
Quando e in quali circostanze è nato il progetto dello Spine Temporary? E da chi è composta l’associazione alla base dell’iniziativa?
Spine Temporary Small Press Bookstore – nome completo – nasce a marzo 2015 dopo la fortunata esperienza del Flying Circus Temporary Bookstore (spin off del Flying Circus, locale che gestivo con altri due soci e che per due anni ha animato la movida culturale barese con iniziative, presentazioni e mostre).
Alla fine del 2014 ho voluto realizzare un mio sogno nel cassetto: aprire una piccola libreria “a scadenza” che si occupasse e trattasse l’editoria che più amo, quella che comunica con le immagini.
Partendo dal concetto che l’unione fa la forza ho coinvolto altre persone e associazioni di cui conoscevo e stimavo molto l’operato e che lavoravano in settori affini al fumetto o all’illustrazione. Passo quindi alle presentazioni ufficiali dei membri che poi hanno dato vita a Spine: Francesco Picciotti, Silvia Rossini, Elisabetta Florinda Maurogiovanni, Valentina Calvani, Roberta Fiorito, Valeria Raho, Viviana Cangialosi e Ferencz Kilian.
Mi pare che, durante il suo mese di apertura, il Temporary abbia ottenuto un ottimo riscontro di pubblico e vendite, ma – parlando in freddi numeri – in che termini?
Più che di freddi numeri mi piace parlare di una calorosa accoglienza che ci riserva come sempre il nostro pubblico.
I risultati raggiunti in termini di incassi sono andati bene, questo per noi vuol dire essere di supporto per tutte quelle piccole realtà indipendenti che voglio trovare una loro collocazione nel mercato senza passare dalla grande distribuzione che soffoca le piccole realtà.
Gli incassi sono stati buoni e questo sinceramente ci rende molto contenti, perché è così che nel nostro piccolo possiamo sostenere realtà micro-editoriali che solitamente sono inghiottite dalle logiche del grande mercato. Poi, diciamolo: noi siamo “ricchi di famiglia” e abbiamo un tesoro al posto del cuore, quindi al momento va bene anche solo oliare la macchina che abbiamo messo in moto.
Ci sono stati dei titoli, degli autori o dei generi che avete venduto con più facilità o verso cui la gente ha mostrato maggior interesse?
Certo! Precisando che noi richiediamo massimo quattro copie per titolo e che io impazzisco per le classifiche, ecco l’elenco in ordine dei titoli più venduti.
Per quanto concerne gli editori italiani nel settore del fumetto, abbiamo la conferma della Bao Publishing, il cui titolo più venduto è stato Biliardino di Alessio Spataro.
A seguire Eris Edizioni, con il sold out dopo pochi giorni de Il Celestiale Bibendum di Nicolas De Crécy; Sandro di Alice Socal e Mox Nox di Joan Cornellà; Comicon Edizioni e il suo In God We Trust di Wishluss; la Grrrz Comic Art Book che ha spopolato con Anubi della premiata ditta Taddei e Angelini;la Diabolo Edizioni con La Macelleria di Bastien Vivès. Molto apprezzato Remi Tot in Stunt di MalEdizioni. Un fumetto molto venduto è stato anche Ritmo lento in fondo al mare di Isabella Capozzi e Valerio Pastore, edito da HyppoStyle, realtà pugliese.
Un’autrice evergreen con due titoli che si esauriscono nel giro di pochissimi giorni è Virginia Mori, di cui in catalogo abbiamo Stanze a dondolo, edito da Blu Gallery, e Vento, libro animato da Virgilio Villoresi e pubblicato da Withstand… Stupendi entrambi!
Nel campo del self publishing troviamo i sempre rossi Scarabocchi di Maicol&Mirco a cui si affiancano con nostra piacevolissima sorpresa i Dott. Porka’s con le Avventure di Savoiano Padano, e Sal Modugno con L’ispettore Strabick.
Per gli altri settori segnaliamo, nella categoria degli albi illustrati per l’infanzia, Kite Edizioni e, per le pubblicazioni fotografiche, la casa editrice indipendente Skinnerboox.
Come giudicate l’afflusso di pubblico durante gli eventi che avete organizzato (presentazioni, tavole rotonde, workshop…)?
Alcune presentazioni sono state molto seguite dal pubblico, altre un po’ meno. Questo credo sia indicativo proprio rispetto all’offerta che come associazione culturale proponiamo.
Da meno di un anno ci stiamo facendo spazio nel panorama culturale barese con una serie di incontri volti a far scoprire giovanissimi autori e realtà editoriali indipendenti, e non sempre l’impresa risulta facile. Ma non demordiamo!
Il locale in Piazza Mercantile n. 86 che avete usato durante il mese di attività del Temporary è collocato in un palazzo storico di Bari e ne avete valorizzato le peculiarità architettoniche con un allestimento molto spartano, a ricordare un cantiere in allestimento.
Come avete trovato questa location? Pensate di riutilizzarla in futuro per altri progetti?
La fantastica location di quest’anno è stato il Palazzo del Sedile, l’abbiamo trovato…cercandolo! Come per la passata edizione, alcuni di noi si concedono lunghe e piacevoli passeggiate nella città vecchia alla ricerca di spazi chiusi da troppo tempo!
Il locale era davvero un cantiere la prima volta che l’abbiamo visto! Ce ne siamo innamorati tutti e ci siamo al contempo lasciati ispirare. Un grandissimo aiuto per l’allestimento è stato fornito da Faber Lab Design (nella persona di Vittorio Palumbo) e dai ragazzi della falegnameria Mezzasega di Palagiano.
Chi conosce Bari lo sa: il centro storico, le piazzette e le strade che gli sorgono a ridosso sono da sempre una zona problematica della città sebbene negli ultimi anni siano state oggetto di un’opera di riqualificazione, tanto che nel recente passato alcune attività commerciali sono state costrette alla chiusura per l’impossibilità di trovare la giusta formula di convivenza con gli abitanti.
Voi che tipo di rapporto avete instaurato con la gente del posto? Come hanno recepito l’iniziativa? Vi hanno accolto positivamente, oppure hanno creato delle difficoltà?
Fin dall’edizione 2014 che ci ha visti in Strada Palazzo di Città gli abitanti della città vecchia ci hanno accolto nel migliore dei modi! Siamo i primi – eccezion fatta per una piccola libreria esoterica chiusa da tempo – ad aver scommesso su questa zona seppur in modo temporaneo – ma speriamo costante – nel tempo.
Molto importante è il ponte che abbiamo costruito con la scuola elementare presente nel quartiere, dato che durante il temporary non mancano mai laboratori organizzati per i più piccoli. Le classi, accompagnate dalle maestre, vengono in gita a visitare la libreria, e ti assicuro che è il pubblico più esigente ed attento!
Invece l’Amministrazione comunale e l’Assessorato alla Cultura come si sono posti nei confronti di questo progetto?
Il progetto nasce in maniera indipendente e così svolge la sua attività.
Al momento contiamo sulle nostre forze senza chiedere nessun supporto istituzionale: non ne sentiamo l’esigenza. Ci ha fatto sicuramente molto piacere ricevere i complimenti di vari assessori comunali che hanno frequentato il bookstore.
Come giudichi Bari sul piano della ricettività culturale? È una città aperta, pronta ad accogliere novità come la vostra, oppure è ancora troppo legata alle logiche territoriali e interessata a curare iniziative che valorizzino solo la cultura locale?
Bari è la città in cui ho scelto di vivere e di lavorare, non voglio giudicarla. Sicuramente è una città legata a delle logiche territoriali ed è una città del sud Italia. Non credo che l’interesse della città sia quello di valorizzare solo la cultura locale, credo più semplicemente che il processo di sensibilizzazione per un modello di cultura più mitteleuropeo sia lungo e forse un po’ in salita. Per quanto riguarda la nostra iniziativa possiamo sicuramente affermare sia stata molto apprezzata.
Ora che Spine è tornato in pianta stabile presso il quartier generale di Via Dante n. 284 cosa dobbiamo aspettarci? Quali nuove idee bollono in pentola?
Siamo tornati in pianta stabile ma non troppo!
Dal mese di marzo riprendiamo il nostro tour, tornando in piazze che ci hanno ospitato già lo scorso anno (come Taranto) ed esplorandone di nuove. Avere una casa in città ci permette di lavorare meglio sul territorio, abbiamo avviato delle collaborazioni con dei centri importanti in città come l’Accademia di Belle Arti, e immaginiamo di fare grandi cose assieme!
Intervista realizzata via mail tra gennaio e febbraio 2016.