La Sony oltre Spider-Man, dietro le quinte di Wilson

La Sony oltre Spider-Man, dietro le quinte di Wilson

Le strategie Sony con i personaggi dell'universo di Spider-Man, uno sguardo all'adattamento di Wilson, animazione e altro ancora...

Venom

Con l’annuncio diffuso nei giorni scorsi riguardante una nuova data di uscita per l’adattamento cinematografico di Venom, la Sony Pictures ha di fatto ripreso in mano un progetto cullato da lungo tempo. Il film sul criminale Marvel creato negli anni ’90 da David Michelinie e Todd McFarlane e celebre avversario dell’arrampicamuri, ha infatti conosciuto una gestazione problematica fatta di annunci e rinvii, a cui sembrava avere messo la parola fine il flop al box office statunitense di The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro.

Il disastro al botteghino della pellicola diretta da Marc Webb e interpretata da Andrew Garfield diede infatti il colpo di grazia a tutta una serie di spin-off annunciati dalla major americana con largo anticipo, che nei suoi piani aveva la realizzazione di un mini-universo cinematografico collegato all’alter ego di Peter Parker.

Aldilà di questo progetto, l’adattamento cinematografico sul folle criminale è comunque sempre stato una costante da parte della Sony, che ora più che mai ha l’obiettivo principale di creare un franchise indipendente e, soprattutto, remunerativo dal punto di vista finanziario e creativo rispetto al nuovo Spider-Man interpretato da Tom Holland.
Nonostante infatti la distribuzione del prossimo Spider-Man: Homecoming sia totalmente appannaggio della Sony, la produzione della pellicola diretta da Jon Watts è stata fin dall’inizio nelle mani dei Marvel Studios e del suo deus ex machina Kevin Feige, senza dimenticare comunque la partecipazione della Sony stessa in un ruolo minore, supportata dalla LStar Capital, società privata con cui la major ha un accordo finanziario dal 2014 in campo cinematografico.

Con Venom la Sony tenta un approccio differente verso i personaggi facenti parte dell’universo di Spider-Man, cercando di creare qualcosa che non abbia per forza delle connessioni obbligatorie, e costruendo un progetto su cui avere alla fine il controllo assoluto.
È ovvio che un esperimento di questo tipo possa creare delle perplessità nella mente dell’appassionato medio, che mal digerisce progetti slegati e che non riesce a concepire “standalone movie”, soprattutto in un periodo in cui il genere dei film tratti dai fumetti è qualcosa che vede ormai sfornare miriadi di pellicole, la maggior parte di loro facenti parte di universi distinti.

Venom nella sua unica incursione sul grande schermo interpretato da Tpher Grace in “Spider-Man 3” di Sam Raimi.

Quello della Sony comunque non è il primo progetto di questo tenore, visto che nel passato vi sono già stati alcuni tentativi di creare dei franchise con protagonisti anti-eroi o criminali derivati da personaggi più famosi, anche se con effetti non proprio brillanti. La Catwoman di Pitof interpretata da Halle Berry o la Elektra con Jennifer Garner sono due degli esempi più famosi, nonché gli unici da citare.

In entrambi i casi le connessioni con i personaggi di Batman e Daredevil erano praticamente nulle, nonostante nel secondo caso fosse stata girata una sequenza (poi tagliata) con Ben Affleck nel ruolo di Matt Murdock, e riflettono rischi e decisioni che saranno certamente ponderate all’interno della Sony per quanto riguarda il film su Venom. Creare una versione del villain totalmente indipendente e fuori dall’ombra di Spidey, puntando su una creatività non appesantita nel lavoro degli sceneggiatori, potrebbe essere una carta da giocare.
Ai due sceneggiatori incaricati di realizzarne l’adattamento per il grande schermo, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg, spetterà l’arduo compito di catturare alcune sfumature del personaggio, quella di mostro e di anti-eroe con un concetto della giustizia del tutto particolare, e trasmetterle su pellicola. Queste sfumature non richiedono per forza un legame con il personaggio dell’arrampicamuri, così come non lo richiederebbe una origine con un simbionte che arriva sulla Terra e si lega a una persona che non è Peter Parker, permettendo così di intraprendere altre strade senza dovere per forza citare Spider-Man.

Comunque sia, è innegabile che il progetto, che va avanti da circa una decina di anni, abbia le potenzialità per camminare con le proprie gambe. Anni fa, il regista e sceneggiatore Gary Ross, un buon artigiano di Hollywood e ottimo sceneggiatore, era stato incaricato di dirigere e scrivere il film, a riprova del fatto che all’interno della Sony una certa idea su come ideare e portare avanti il franchise c’era, a prescindere dai vari reboot e rilanci dell’arrampicamuri.

Wilson

Intervistata nei giorni scorsi da Tracking Board, la giovane attrice Isabella Amara ha parlato per la prima volta di Wilson, adattamento per il grande schermo del graphic novel di Daniel Clowes con protagonista Woody Harrelson, in cui interpreta il ruolo di Claire, la figlia del protagonista. L’attrice ha in particolare spiegato come è andato il provino che l’ha portata a entrare nel cast del film, in quello che è il suo primo ruolo da protagonista.

Come qualsiasi altro provino, il mio agente mi ha mandato i dialoghi, dicendo che dovevamo provarci. Normalmente avrei avuto un istruttore per un ruolo da protagonista in un film, ma ero piuttosto occupata con il liceo e ho pensato, “non ti preoccupare mamma, non ho bisogno di un istruttore”. Ho fatto tre o quattro versioni, ho scelto quello che volevo e l’ho inviato ai realizzatori.
Questo mi ha portato a fare una sessione via Skype con Craig [Craig Johnson, il regista, ndr] che è stato snervante perché era la mia prima volta nel fare qualcosa di simile. Abbiamo parlato di vita e di scuola, e poi del personaggio. Hanno detto che volevano vedermi fare i dialoghi per una Claire più anziana, quando invece supponevo dovesse avere 20 anni. Stavo andando fuori di testa dentro perché non sapevo come avrei fatto a sembrare più vecchia. Ero ansiosa, così ho parlato con la gente circa le differenze tra i giovani e gli anziani, e cose del genere come la cadenza, l’intonazione e i gesti. Ho fatto in modo che i miei lineamenti fossero più definiti.

Così ho registrato un video e l’ho inviato di nuovo, e poi ho ricevuto una telefonata che mi chiedeva di andare in Minnesota per una sessione di lavoro con Craig, con il direttore del casting David Rubin, e i produttori, Mary Jane Skalski e Jared Goldman. Abbiamo parlato del personaggio durante il pranzo, e ho fatto un sacco di domande. Poi sono andata con il responsabile del guardaroba Chris Peterson e abbiamo scelto i vestiti per il personaggio. E poi un paio di giorni dopo, ho ricevuto la chiamata ufficiale di Craig e ha detto “sì”. David mi ha detto che ero il primo provino che aveva visto e il primo che ha mostrato a Craig, e che nessun altro è stato in grado di battermi. L’intero processo ha richiesto circa due mesi.

Non ho incontrato Woody [Harrelson] fino a quando abbiamo avuto il nostro screen test, ed è stato molto strano. Ero così ansiosa di conoscerlo e di essere lì in generale. È stato il mio primo ruolo da protagonista e il mio primo provino, ma lui era molto aperto e disponibile.

Avevo sentito parlare di Ghost World e ho visto alcune clip, ma non avevo letto nulla in realtà. Non sono mai stata una grande lettrice di graphic novel o di fumetti, ma ora lo sono. Si tratta di una forma di espressione così fresca!

Amo il modo di guardare il mondo di Daniel [Daniel Clowes ndr]. È così unico e onesto e reale. È anche molto sardonica e buio e misantropo, con questa attitudine ironica e questo umorismo asciutto… Ha un approccio molto interessante sul mondo e penso che sia una visione che gli altri hanno, ma che nessun altro vocalizza. Mi piace il modo in cui vengono presi questi personaggi strani e outsiders e si raccontano le loro storie.

The Memory Thief

Fox Animation ha annunciato nei giorni scorsi la realizzazione di The Memory Thief, pellicola live action e animata basata sul romanzo scritto da Bryce Moore, facente parte della nuova strategia riguardante progetti ibridi che la major ha lanciato lo scorso anno, e che vede coinvolto come responsabile Nate Hopper.
La pellicola sarà prodotta da Adaptive Studios e 21 Laps, società di produzione del regista Shawn Levy, che ha recentemente prodotto lo sci-fi Arrival.

Il romanzo narra le vicende di un ragazzino di 12 anni, Benji, che eredita improvvisamente la capacità di rubare i ricordi tuffandosi dentro e fuori la mente delle persone. Egli cerca di usare i suoi nuovi poteri per salvare il matrimonio dei suoi genitori, ma arriva ben presto a scoprire che la manomissione dei ricordi conduce alla gran lunga a un pericolo maggiore.
Il titolo è stato pubblicato da Adaptive Books, branca editoriale degli Adaptive Studios, dopo aver acquisito il manoscritto dalla ormai defunta Egmont Publishing USA.
A partecipare alla produzione del progetto saranno Perrin Chiles assieme a Marshall Lewy, mentre Kate Imel supervisionerà per la Adaptive.

Cinebrevi

Le serie Lucifer e Legion di Fox e FX, appena rinnovate dai rispettivi network, sono le due serie che hanno ricevuto maggiori incentivi fiscali dallo stato della California, come ha rivelato nei giorni scorsi la California Film Commission. I due serial, ispirati a fumetti DC e Marvel, hanno ricevuto rispettivamente 16 milioni e 11 milioni di dollari dei 99.2 milioni resi disponibili e di recente hanno trasferito la produzione da Vancouver a Los Angeles, ormai un paradiso di incentivi per i progetti televisivi.

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