Una premessa: i “vestiti” editoriali e narrativi texiani
Arrivata alla quarta uscita, la collana Tex Romanzi a fumetti può considerarsi uno dei successi della Sergio Bonelli Editore nel percorso intrapreso di innovazione del proprio linguaggio e dei propri prodotti.
La sua precisa identità nasce da una forte caratterizzazione editoriale e narrativa e ha come vero e proprio manifesto l’adozione del formato tipico francese, cartonato di circa 50 pagine, che dalle parti di via Buonarroti non si era più visto dalla seconda metà degli anni ’70 del Novecento (la celebre collana Un uomo, un’avventura).
La veste editoriale si lega direttamente a un’altra peculiarità: dal punto di vista narrativo, queste storie di Tex si sviluppano in meno della metà delle pagine a disposizione normalmente nella serie mensile e con un rapporto dimensionale della tavola ben diverso da quello del classico formato bonelliano. Da ciò deriva la necessità di avventure con un ritmo serrato e veloce in grado in grado di fornire ai lettori un efficace e soddisfacente sviluppo della vicenda nelle sue varie componenti, con una articolazione in sequenze simile, in proporzione, a quella presente sulla serie regolare, che in termini fumettistici è l’aspetto più interessante dell’operazione.
Infine, la precisa scelta temporale in cui ambientare le storie: l’inesplorata gioventù di Tex, quel periodo appena precedente alle prime avventure narrate da G.L. Bonelli e Galep, che porta con sé un potenziale universo di storie e personaggi da raccontare.
Il giovane, grande Tex di Manfredi, De Vita e Vattani
Sfida nel Montana testimonia la capacità dello sceneggiatore Gianfranco Manfredi di adottare tutte le peculiarità sopra elencate, maneggiando anche la materia texiana con la stessa maestria con la quale in passato ha condotto la sua serie (fanta) western Magico Vento.
E sicuramente la sceneggiatura è esemplare dei punti di debolezza e di forza dell’approccio di Manfredi – si vedano ad esempio le sue Shanghai Devil e Adam Wild: fra i primi una certa debolezza nella chiusura, che non valorizza tutti gli spunti aperti nel racconto. Fra i secondi la sensibilità nella gestione e variazione del ritmo narrativo, bilanciato tra scontri veloci e dinamici e momenti riflessivi improntati sulla staticità di dialoghi e situazioni e la maestria nella costruzione delle singole scene.
La vicenda vede un solitario e giovane Tex accorrere in aiuto di un vecchio amico rifugiatosi nelle gelide montagne del Montana. Un Tex poco più che ventenne, ma che assomma in sé già molte delle caratteristiche della sua controparte più adulta, in particolare quell’innato senso di giustizia e altruismo che lo porta sempre a schierarsi in difesa degli amici che gli chiedono una mano e il grande rispetto per le popolazioni native americane. Arricchisce il tutto una serie di comprimari di cui, con poche parole e azioni, descrive carattere e personalità, evitando di ridurli a semplici funzioni narrative.
Se un appunto, di tipo filologico, si può muovere allo sceneggiatore, è quello di restituirci un Tex poco loquace come la sua incarnazione più matura, laddove il giovane Tex dei primi numeri di Bonelli padre e Galep era un tipo dotato di una ricca parlantina e al quale il protagonista di questo volume dovrebbe essere più vicino. Ma è una sottigliezza che non inficia certo la riuscita della storia e che può colpire solo i lettori di lunga data, non necessariamente destinatari privilegiati dell’operazione.
A mettere in scena la vicenda è la sapiente matita di Giulio De Vita che, dopo aver prestato la sua arte a una copertina della collana Color Tex, finalmente vediamo confrontarsi con tavole complete dedicate al ranger bonelliano, in un formato che l’autore conosce bene visto i suoi successi professionali oltralpe.
Il disegnatore di Pordenone ci regala tavole improntate al suo stile realista, dove con una maestosa eleganza si alternano sequenze dominate da immensi paesaggi naturali mozzafiato e scene d’azione ingabbiate sulle classiche quattro strisce francesi. Ma è una griglia mai rigida, bensì fluida e dinamica, che si ricombina continuamente per dare origine a vignette verticali o orizzontali, più grandi o più contenute, a seconda delle necessità della storia. Il fatto che la struttura si legga sempre in trasparenza sulla tavola non è un limite, ma anzi dimostrazione di una profonda capacità di uso del disegno a fini narrativi.
Stessa cura e attenzione De Vita la pone nella restituzione dei volti dei personaggi, degli ambienti interni, dei vestiti e nell’anatomia degli animali. Tex è giovane ma riconoscibile tanto nei lineamenti quanto nelle pose e la scelta del suo abbigliamento nelle due sequenze narrative ambientate nel Texas è uno splendido omaggio al primissimo Galep e al personaggio rappresentato nei primi albi a striscia usciti in edicola.
Non si può, infine, non parlare della colorazione di Matteo Vattani, vero e proprio valore aggiunto alle già splendide tavole di De Vita. I toni cromatici dei suoi cieli del Montana, la capacità di regalare sfumature quasi fotografiche alle nuvole che li popolano offrono ai lettori pagine su cui non è possibile non soffermarsi o ritornare più volte. Allo stesso modo, la profondità e varietà tonale infusa agli immensi paesaggi invernali ricoperti di neve e la maestria con cui la colorazione, per esempio, rende quasi iper-realistici i jeans o lo shearling indossati da Tex, fanno della colorazione di questo volume una delle migliori finora apparse su una pubblicazione bonelliana.
Che cosa rappresenta “Sfida nel Montana”?
Prima di tutto, una buona, godibilissima, storia di Tex Willer. In seconda battuta, ma non meno importante, è la conferma definitiva che questa nuova incarnazione in cartonati alla francese può essere una strada ricca di soddisfazioni per la SBE e nuove idee e storie per i lettori appassionati del ranger bonelliano.
Il merito è di essere riusciti a far “rivaleggiare” in densità una storia di appena cinquanta pagine con avventure che si sviluppano mediamente in 250 o 300 tavole. La sostanza è che pur sfruttando un layout di pagina diverso, la narrazione è scandita dagli stessi ritmi della serie canonica. Se si rapporta il numero di sequenze narrative presenti rispetto alle pagine a disposizione, otteniamo, in proporzione, un numero molto simile a quello di un episodio della testata originale. In sostanza, l’impianto drammaturgico della scena rimane lo stesso, anche se i formati sono diversi. Ciò che varia, quindi, non è la qualità del racconto ma la quantità di eventi raccontati.
È una sfida esplicita sul modo di narrare questa affrontata in Bonelli e la portata la si comprende meglio paragonando questo prodotto con i Dylan Dog Color Fest e anche i Color Tex che presentano anch’essi formati editoriali diversi rispetto al canonico episodio di 94 tavole. Tuttavia questi due prodotti e la nuova collana texiana seguono visioni diverse: i primi si possono definire albi omaggio, in cui magari si sperimentano nuove storie, variazioni sul canovaccio mensile, o semplicemente si offrono incontri con i personaggi realizzati da nuovi autori.
Se, e si sottolinea il “se”, con il proseguio dei Tex Romanzi a fumetti davvero riusciranno a trovare delle modalità stabili (e non episodiche) per comprimere in maniera credibile per il lettore un racconto texiano in 50 tavole, allora saranno riusciti a creare un nuovo formato a tutti gli effetti per le loro storie. Sarebbe un fatto storico per il fumetto bonelliano che a parte i giganti negli ultimi trent’anni non ha prodotto altre novità così rilevanti in termini di efficacia.
E Tex, tra tutti i personaggi, è quello che meglio si presta a questo “travaso di ritmi” da formato a formato perché la sua fabula ha avuto, fin dalle origini e poi nel fatidico passaggio dal formato striscia al formato quaderno, una peculiare struttura “a fisarmonica” che può ridursi o espandersi in maniera flessibile, a patto che la sceneggiatura e la rappresentazione grafica salvaguardino la densità interna alle singole sequenze.
Non è un caso che la serie dei Romanzi a fumetti abbia funzionato meno nella prima storia firmata da Eleuteri Serpieri – grande autore ma molto lontano da questa consapevolezza identitaria del personaggio – mentre stia assumendo una dimensione sempre più precisa grazie all’infaticabile lavoro dell’attuale curatore del parco testate di Tex, Mauro Boselli, senza dubbio uno dei più raffinati conoscitori della drammaturgia texiana. Un’operazione che testimonia quanto, a quasi 70 anni di vita, la leggenda di Tex Willer possa ancora trovare declinazioni inedite ed efficaci.
Abbiamo parlato di:
Tex – Sfida nel Montana (Tex Romanzi a fumetti #4)
Gianfranco Manfredi, Giulio De Vita, Matteo Vattani
Sergio Bonelli Editore, settembre 2016
56 pagine, cartonato, colori – 8,90 €
ISBN: 977197112700360030