“Ti abbiamo portato qui per salvare il nostro pianeta…”
“Ok… basta che sia a casa prima di sera.”
(Dialogo tra Poke e Nick)
Da tempo sostengo che gli artisti operanti nel mondo dell’animazione hanno una marcia in più. Non c’è da stupirsi, vista la mole di lavoro che devono smaltire in tempi stretti. Disegnano talmente tanto che alla fine acquisiscono una mano formidabile e niente per loro è impossibile. E’ sufficiente che vi facciate un bel giro tra i vari blog di animatori sparsi nella rete perché possiate rendervi conto di quello che ho detto; vi troverete davanti veri e propri spettacoli disegnati. Penso a Cyril Pedrosa, tanto per citare un artista proveniente dall’animazione e autore di un capolavoro come Tre Ombre. Ma anche a Ronnie Del Carmen, Rodolfo Damaggio, Frank Stockton, Carlos Meglia, tutti artisti formidabili con un gran bel “pedigree”.
Non è da meno Scott Morse che ha solo venticinque anni quando inizia a lavorare alla saga di Soulwind, dimostrando di essere un fuoriclasse nato. Con già all’attivo un piccolo gioiello come Presenze, Morse si addentra nel genere fantasy, che sembra calzargli a pennello, e crea una saga che unisce il mondo delle fiabe a quello fantastico.
Soulwind è una storia epica suddivisa in cinque libri e che va letto tutto d’un fiato per gustare appieno la creatività e la fantasia con cui l’artista americano concepisce la storia.
La prima avvenbtura, Il ragazzo dal pianeta Terra ne è un perfetto esempio; vediamo il giovane Nick catapultato in uno strano pianeta popolato da creature bizzarre che lo hanno rapito: il ragazzo, infatti, rappresenta l’unica speranza di salvezza per il loro pacifico mondo, affinché esso non cada nelle grinfie di un malvagio tiranno. Per Nick, ragazzino abituato a giocare come ogni suo coetaneo, quella in cui si trova coinvolto è un’avventura emozionante, e lui è ignaro della grande responsabilità per cui è stato scelto: “…basta che sia a casa prima di sera!” esclama divertito ai suoi simpatici amici in realtà profondamente turbati per il loro avvenire. Per lui è tutto un gioco, un gioco che ha le stesse fattezze delle numerose avventure fantastiche che popolano la mente di un adolescente; e Morse dimostra, per tutti e cinque i capitoli della saga, come con questa bellissima fiaba non vi sia limite alla fantasia e all’originalità. Doti che l’autore mostra fin dalle prime pagine con un superbo prologo in cui l’artista narra una breve parabola, illustrandola con una serie di pennellate che delineano le figure senza l’uso di contorni, come a volersi affidare all’immaginazione del lettore, che da un segno fortemente impressionista si ritrova poi nel mondo fantastico che i pennelli di Morse sono stati in grado di creare. Un segno dinamico e fresco, in ogni pennellata data in modo deciso e sicuro; strepitose tutte le caratterizzazioni dei personaggi accentuate da una forte espressività tipica di chi “mastica” continuamente pennelli e inchiostro di china.
Un fumetto che non si può non amare, bello in ogni vignetta, splendidamente disegnato e ricco di quell’immaginazione e creatività che ogni fumetto dovrebbe possedere.
L’eterna rivisitazione della lotta tra il bene e il male ha nella saga di Soulwind una rappresentazione poetica e originale.
E in Scott Morse uno degli autori più talentuosi del terzo millennio.
Curiosità
Scott Morse ha lavorato come direttore artistico presso gli Universal Studios, Disney Pixar e Cartoon Network.
Per realizzare Soulwind, Morse ha attinto dalla mitologia celtica, da quella religiosa, dalla leggenda di Re Artù oltre che dalla filosofia orientale. La saga è composta da cinque libri: Il ragazzo del pianeta Terra, Il giorno della mia vita, Come pellegrini nel tempo, Non andò mai così e I sommi.
La saga è stata nominata ai premi Eisner e Ignaz.
Edizione consigliata
Un bel volumone quello di Edizioni BD, l’unico che comunque racchiude tutti e cinque i libri.
Altre edizioni
Tutti e cinque i libri furono pubblicati dalla casa editrice Punto Zero a partire dal 2001. Traduzione di Andrea Plazzi e Fabio Melatti.