A qualche settimana dall’uscita nelle sale cinematografiche di Captain America: The Winter Soldier, il sequel sulla leggenda vivente diretto da Joe Russo e Anthony Russo, vi presentiamo in esclusiva una dettagliata e interessante intervista a Rise FX, società che ha preso parte alla lavorazione della pellicola realizzando alcuni degli effetti visivi del film.
Potete raccontarci innanzitutto qualcosa della vostra società, Rise FX?
La RISE è stata fondata nel 2007 da quattro maniaci della computer grafica che erano pazzi per i film. Dopo aver fornito effetti speciali di alto profilo per un paio d’anni a differenti case di produzione europee, cinematografiche e televisive, ci hanno chiesto di collaborare con la Warner Bros. Stavano girando Ninja Assassin a Berlino. Da allora la nostra reputazione è ascesa costantemente fino a raggiungere progetti del calibro di Iron Man 3, Harry Potter e i Doni Della Morte, Storia di una Ladra di Libri e Cloud Atlas. Stiamo anche lavorando paraellelamente ad una serie Tv europea “I Borgia” e ad alcuni altri titoli blockbuster e indipendenti.
Come siete stati coinvolti nella realizzazione di Captain America: The Winter Soldier?
Conoscevamo i tipi dei Marvel Studios da Capitan America – Il primo Vendicatore. Negli anni abbiamo collaborato a numerosi film, in questo caso particolare il direttore degli effetti speciali Jen Underdahl – con il quale avevamo lavorato su Percy Jackson – ci ha presentato a Den Deleeuw, il supervisore agli effetti speciali.
Quali sono le sequenze principali alle quali avete lavorato? Ce le potete descrivere nel dettaglio?
Abbiamo lavorato su un mucchio di sequenze differenti. Abbiamo iniziato dando una mano qui e là in modo che il film potesse essere realizzato, abbiamo fornito l’inserimento di finestre green screen per la sequenza della riunione del consiglio mondiale e tutto ciò che riguardasse la comparsa di schermate e monitor nelle stanze controllo. Abbiamo anche creato un satellite spia CG, gli inserti dei finestrini del veicolo corazzato dopo che Capitan America viene arrestato, abbiamo progettato l’occhio offeso di Nick Fury sotto la sua benda, abbiamo reso possibili alcune riprese simultanee e montate all’interno dello Smithsonian Museum, abbiamo ampliato l’interno del Quartier Generale dello SHIELD e abbiamo fatto esplodere la stanza di controllo sotterranea in cui Vedova Nera e Capitan America scoprono gli oscuri segreti dello SHIELD.
Quali sono state le direttive principali ricevute dai Marvel Studios?
Ci hanno mandato delle immagini delle strutture come riferimento per le specifiche location, gli oggetti o i veicoli erano già stati realizzati in fase preparatoria. In questo caso cercavamo di attenerci ai suggerimenti che ci avevano inviato. Per quanto riguarda il satellite ci siamo basati su immagini provenienti da molte agenzie spaziali e abbiano iniziato a progettarlo basandoci su riferimenti reali.
Mi risulta che abbiate collaborato a stretto contatto con un altra società, la Trixter. Come è stata questa collaborazione e su quali sequenze in particolare avete unito le forze? Ce le potete descrivere?
La Trixter si è occupata di creare gli sfondi per le sequenze sotto la base militare nella vecchia stanza di controllo dell’Hydra. Ci hanno fornito le immagini corrispondenti alla fine della sequenza quando la stanza esplode colpita da un missile. La Trixter ci ha fornito i suoi modelli in 3D e le texture della stanza e alcune renderizzazioni da seguire. Abbiamo preso quel materiale e abbiano iniziato a decostruirlo, abbiamo stabilito quali materiali impiegare tenendo conto del loro singolo comportamento. Per fare un esempio, dovevamo essere certi che l’asfalto si sarebbe spaccato, i vetri fossero andati in frantumi e il metallo si piegasse. Abbiamo quindi stabilito le forze da applicare, abbiamo aggiunto della polvere che sarebbe stata sollevata dall’onda d’urto iniziale e abbiamo cronometrato ogni evento in modo da far sì che tutto funzionasse. Il regista ci ha anche detto quale oggetto doveva rompersi, quando e di quanti centimetri le fiamme dovessero arrivare vicine agli attori.
Quante persone del vostro team hanno lavorato alla pellicola, e quanto tempo avete lavorato al progetto?
Florian Gellinger è stato supervisore agli effetti speciali per tre mesi di produzione sostituito da Markus Degen che si è occupato della sequenza di distruzione della stanza di controllo durante le ultime due settimane di ripresa. Oliver Hohn si è occupato di supervisionare il compositing e René Grasser è stato il nostro direttore di produzione su Capitan America 2, tutti sostenuti dal miglior team di effetti speciali possibile.
Quali sono le tecnologie principali che avete utilizzato?
Tutto ciò che compare nei libri di computer grafica: Fluid Fire, fumo e simulazioni di particelle, algoritmi di frattura, simulazioni di corpi rigidi e tecnologia rendering PBR, colorazioni e montaggi digitali.
Quali sono state le difficoltà principali?
L’unico problema erano i tempi per terminare il film. Le scene più difficili sono state completate in sole tre settimane.
Quali sono i vostri prossimi progetti? Qualcuno di questi prevede una nuova collaborazione con i Marvel Studios?
Stiamo lavorando al progetto di Guy Ritchie The Man From U.N.C.L.E, a A Hologram for the King di Tom Tykwer e alla terza stagione della serie TV I Borgia. Abbiamo anche altri progetti, ma non ne possiamo ancora parlare.