Ettore Gula in Quasi una storia d’eroi, pubblicato da Neo Edizioni, trasporta il lettore in una periferia italiana a tratti eterea e oscura dove prendono vita le vicende di numerosi personaggi borderline, tra cui Ugo, il timido e asociale protagonista capace fin da subito di incarnare a pieno titolo la figura dell’outsider.
L’opera ci immerge in una storia impostata attraverso un pathos crescente, in cui il confine tra bene e male non è mai definito con chiarezza ma, anzi, continuamente messo in discussione dallo stesso autore.
I personaggi che vediamo interagire nel corso del racconto ci appaiono tutti imperfetti, a loro modo fragili e al tempo stesso sgraziati, a cominciare dallo stesso Ugo, che approfitta di ogni occasione utile per sgattaiolare nell’appartamento della sua vicina Erika per ricercare un legame affettivo e sentimentale che in realtà non può esistere.
I piccoli furti nell’appartamento di Erika assumono così per il protagonista una sorta di rito privato che svolge la funzione surrogata di un rapporto sentimentale; Ugo, non riuscendo a esternare quello che prova per la sua vicina, prova in questo modo a costruire da sé un personalissimo legame affettivo pregno però di pura morbosità.
Gula mette in scena un racconto dalle tinte noir e crime in cui è in realtà l’esistenzialismo a giocare un ruolo fondamentale: la stessa complessa personalità di Ugo diviene così uno dei punti nevralgici dell’intera vicenda, dato che lo vediamo districarsi giorno dopo giorno in una vita tutt’altro che semplice.
Il protagonista sembra così vivere due esistenze diverse, in una oppresso dalla propria anziana madre senza possibilità di replica alcuna, nell’altra capace invece di dar sfogo ai suoi desideri reconditi in un’escalation di tensione via via sempre più accentuata.
Tra i temi principali si potrebbe citare quello dell’innocenza perduta, rappresentata dallo stesso Ugo e dal suo modo di agire che, vivendo in un contesto dove la violenza è di casa – rappresentata in un primo momento dal compagno di Erika, Franco – non può fare altro che subirla di riflesso, facendola poi in qualche modo diventare parte integrante della propria coscienza.
L’opera decide di puntare molto anche sul minimalismo, sia stilistico che concettuale, lasciando spesso al silenzio il compito di mostrarci gli stati d’animo e gli stessi desideri, a tratti oscuri, dei vari personaggi in campo.
Dal punto di vista grafico, l’autore utilizza uno stile in tricromia chiaro ed efficace, con forme morbide capaci di stridere in maniera marcata con il tipo di storia raccontata, in costante bilico tra favola dark, noir e crime, lasciando il lettore positivamente spiazzato per via di un intreccio narrativo non così semplice da prevedere.
La caratterizzazione dei personaggi risulta soddisfacente anche per quanto concerne il tratto, con il protagonista modellato ricalcando le fattezze di un “gigante buono”, a tratti goffo e infantile capace però di nascondere un lato sempre più inquietante. Forse il “semplice” bianco e nero per una storia simile avrebbe leggermente depotenziato l’intero racconto, che invece anche grazie alla particolare scelta cromatica risulta capace di rimarcare anche dal punto di vista stilistico le numerose sfumature tematiche e la poca distanza che separa buoni e cattivi.
Abbiamo parlato di:
Quasi una storia d’eroi
Ettore Gula
Neo Edizioni, 2021
304 pagine, brossurato, tricromia – 23,00 €
ISBN: 978-8896176894