Il 21 Febbraio a Milano nel Megastore Mondadori di Piazza Duomo Sergio Bonelli Editore ha presentato Tex – L’eroe e la leggenda, primo volume di una nuova serie di “Tex d’autore” realizzato dal Maestro Paolo Eleuteri Serpieri. Per l’occasione lo stesso autore insieme a Mauro Boselli e Michele Masiero ha raccontato al pubblico presente alcune curiosità sulla genesi e le fasi di lavorazione dell’opera.
Con una breve introduzione Michele Masiero spiega la necessità della casa editrice di donare al “gioiello” di Serpieri una veste grafica e uno spazio editoriale nuovo con un’iniziativa ad hoc che coinvolgerà in seguito altri autori come Mario Alberti e Angelo Stano.
Lo abbiamo definito un “Tex d’autore” perchè chi ha voluto donarcelo è un autore di fama internazionale, un maestro del fumetto, in particolare del fumetto western. Abbiamo voluto far incontrare due miti, Paolo Eleuteri Serpieri ha fatto incontrare il suo pennino con la leggenda di Tex.
L’autore inizia a raccontare ai presenti dei vari momenti in cui Sergio Bonelli aveva cercato di convincerlo a disegnare una storia dedicata al ranger.
L’idea è nata molti anni fa con Sergio. In realtà di questa storia avevamo parlato ancora prima che iniziassi il Texone, ma in quel momento per me era molto impegnativo perché portavo avanti anche le mie creature, nonostante sentissi tanto la mancanza dei cavalli e del West. Quindi Sergio mi pungolava dicendomi: “Ma cosa fai la fantascienza? Va bene le belle donne, ma vieni qua ad occuparti di Tex!”. Poi mi prese lo sghiribizzo di raccontare una storia, che è questa che leggerete, ma Sergio ne era rimasto perplesso, non si aspettava che gli proponessi una cosa del genere. All’inizio mi disse subito di no, poi in seguito ogni tanto mi diceva: “Secondo me su quella storia ci si potrebbe ragionare”. Alla fine non ci pensammo più. Poi Sergio se ne è andato e forse fu proprio Davide a raccontare che avrebbe tanto voluto che il suo Tex fosse disegnato da Moebius e Paolo Eleuteri Serpieri. Avevo quindi questo rimpianto e così oggi, dopo che tutti noi ci abbiamo ripensato, sono riuscito a farlo.
Si sofferma poi sulla storia da lui ideata e sull’escamotage di utilizzare come narratore un Kit Carson vecchio e “pazzo” che sta passando i suoi ultimi anni di vita in manicomio.
La parte iniziale del Carson vecchio, questo vecchio pazzo che si sente Kit Carson e racconta storie fantastiche di un personaggio come Tex Willer, è un invenzione che mi è venuta dopo. Credo che a Sergio sarebbe piaciuta di più in questo modo perché così si è aggiunta la dinamica della storia nella storia (il vecchio racconta una storia, io racconto di un vecchio che racconta una storia), che mi ha permesso di interpretare il personaggio due volte. Il mio è un Tex diverso dal classico, anche se non ho osato spingermi ancora più oltre.
Dopo aver spiegato la scelta insolita di disegnare il protagonista con i capelli lunghi, simbolo di coraggio e autorità, in contrapposizione alla perdita di dignità definita dalla pratica indiana del “fare lo scalpo” ai propri nemici, l’autore racconta del legame che ha il suo giovane Tex con gli indiani:
Lui è un mezzo indiano, non nel senso naturale del termine, ma per il fatto che è Aquila della Notte. Mi è piaciuto tantissimo il fatto che fosse membro della tribù dei Navajos e che il suo nome indiano derivi dal fatto che di notte piomba come un aquila sui nemici e li uccide. Mi faceva piacere che i Kiowa conoscessero il Tex Willer-Aquila della Notte. Sono tanti gli elementi che mi hanno attratto, compreso il capo Luna Nera che nella realtà storica è un Santee che raggiunse Toro Seduto durante il periodo della Battaglia del Monte Killdeer.
Il soggetto, fortemente legato alla figura degli indiani, simbolo della diversità in quello specifico contesto, lo ha riportato ad avvicinarsi ad un periodo storico da lui molto amato. Si continua poi ad analizzare la struttura narrativa del cartonato:
Ogni narratore ha un’attendibilità diversa; io posso avere una certa credibilità, mentre Kit Carson, che a sua volta racconta una storia dentro la mia storia, può essere attendibile o meno.
Lo stesso Mauro Boselli sottolinea il fatto che il Tex del Maestro è stato ideato concedendoli massima libertà in modo da dar vita ad un Tex d’autore:
Indubbiamente riconosco in questo Tex la sua filosofia, il suo modo di comportarsi, deciso e brutale in qualche caso, la sua conoscenza degli indiani, l’amore per la sua tribù. Però c’è qualche differenza storica poichè il Tex protagonista della storia è ancora molto giovane.
Dopo essersi soffermato sul fatto che tale formato dà la possibilità agli autori di raccontare un Tex diverso dal solito o di sottolineare dei lati particolari del suo carattere (come ha fatto Serpieri con il suo protagonista infallibile e solitario), Mauro Boselli spiega quanto il nuovo formato adottato (di fatto un cartonato francese) possa permettere il coinvolgimento di altri grandi maestri del fumetto anche grazie al numero ridotto di pagine che esonererebbe gli autori dall’obbligo di dover disegnare una storia lunga, come succedeva in precedenza col Texone.
L’incontro si conclude parlando di Luna Nera, nemesi di Tex in questo volume e del comportamento che assume il ranger nel corso della storia. Tra le domande poste dal pubblico lo sceneggiatore della testata regolare risponde così quando gli viene chiesto se vedremo mai un Tex anziano su carta.
Non è possibile. Kit Carson è già anziano nella serie, lo abbiamo visto invecchiare, possiamo anche invecchiarlo di più e la sua creazione apparirà legittima. Vedere un Tex così anziano non è pnesabile proprio perchè lui rappresenta l’eroe maturo, fantastico, che non può invecchiare.
Terminato l’incontro si è passati alla sessione di firme che ha dato modo ai numerosi appassionati accorsi di vedere autografate le proprie copie.