Il “Premio Letterario L’Avvelenata” è un concorso letterario nazionale che mira a valorizzare la cultura attraverso l’arte e la scrittura, fondato al fine di premiare e promuovere le migliori opere presentate. Il bando ha lo scopo di creare momenti di confronto e di approfondimento su temi sociali e culturali, nonché di intrecciare nuove reti di connessioni editoriali e artistiche sul territorio.
Questo Premio è dedicato alle parole, alle immagini e ai sentimenti di creative e creativi di ogni età, al fine di condividere emozioni e dialogare attraverso la sensibilità artistica e intellettuale di ciascuno.
Il concorso ha il Patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma e di WikiPoesia; creato in collaborazione con Tlon, Scuola Romana dei Fumetti, Bomarscé, Crocevia, Lo Spazio Bianco, Pessime Idee, Salmace, RISME, Penelope Story Lab, Il Menu della Poesia, Spoken Poetry Slam, L’indi, Poetesse: Donne da Ricordare, Radio Zainet, Cusano Media Group e AĒ Autori. I presidenti di Giuria sono stati: Daniele Mencarelli – vincitore Premio Strega Giovani 2020, Alessandra Carati – finalista Premio Strega 2022 e Paolo Zardi – candidato Premio Strega 2015, 2021 e 2024.
L’Avvelenata opera in campo teatrale, cinematografico e letterario. Si occupa della produzione e dell’organizzazione di eventi culturali e di prodotti artistici, mescolando le passioni e le competenze acquisite nei vari ambiti in cui spazia. Li trovate sia sui social che alla mail, con il loro nome completo Teatro L’Avvelenata!
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Terzo classificato per la categoria Fumetto Edito e Inedito è stato Riccardo Scarpaci in arte IRYK con Follow the red car. Presentiamo un’intervista all’autore e la sua opera.
Intervista a IRYK
Cosa (o chi) ti ha avvicinato al fumetto da lettore?
Da bambino adoravo i cartoni, in particolare quelli dei supereroi come la serie degli anni ‘90 di Spiderman o di Batman, così quando ero piccolo mio nonno mi regalò il primo numero della Serie Oro de la Repubblica, Ultimate Spiderman: fu amore a prima vista. Da lì in poi ogni volta che passavo per caso in edicola rompevo le scatole ai miei genitori per comprare altri fumetti, adoravo sfogliare e fissare i disegni e prima che imparassi a leggere chiedevo ai miei genitori di leggerli per me, ma ero più ossessionato dai disegni. Più avanti grazie a mio zio Michelino, grande appassionato e conoscitore di fumetti, iniziai a leggere tante altre opere meravigliose che mi hanno portato a crearmi dei gusti personali, a ricercare e a studiare il fumetto e i suoi autori; devo molto a lui. Ciò che mi ha portato ad avvicinarmi al fumetto è stata sicuramente la passione per il disegno e per le storie, mi piaceva fantasticare con dei personaggi e adoravo scarabocchiare con le matite colorate davanti a cartoni, seduto sul seggiolone, a detta di mia madre era meglio del ciuccio questa soluzione.
Cosa ti ha spinto a metterti in gioco come autore invece?
Quando iniziai a leggere fumetti e a esplorare i vari generi e le possibilità narrative che si potevano scoprire con il fumetto mi sono imbattuto in Gipi, e a 18 anni lessi “La mia vita disegnata male”: fu un punto di non ritorno, ho amato quel libro e tutt’ora nutro tanta ammirazione e stima per Gipi, perché essendo autore unico mi ha mostrato un altro modo di fare fumetto, raccontando anche qualcosa di molto più personale. Questo approccio al lavoro l’ho ritrovato più avanti anche nel mercato americano e non solo, per cui notando questi modi di fare fumetto, ho iniziato provando anche io a scrivere, disegnare e curare le pagine dei miei lavori. Come ho già detto, ho sempre inventato storie, per cui è stato un processo molto spontaneo quello di produrre qualcosa di mio, a oggi è uno dei miei obiettivi quello di diventare un autore completo e creare i miei libri.
Che origine ha il tuo nome d’arte?
La storia di questo pseudonimo non è nulla di eclatante, per un periodo mi ero interessato alle rune germaniche e così giocai con le lettere del mio diminutivo “RIKY” e i simboli runici, spostando qualche lettera è saltato fuori “IRYK”, mi piaceva il suono e iniziai a utilizzarlo nei social, a quel punto mi rimase addosso.
Come nasce “Follow the red car”? Qual è la caratteristica, il tema a cui tieni di più di questo fumetto?
La storia nasce dall’amore verso il genere noir e il genere crime, storie come Incognito, Criminal, Parker, Sin city, 100 bullets sono costante fonte di ispirazione per me, soprattutto gli autori che le hanno create. All’inizio volevo proporre una storia sci-fi, altro genere che adoro, ma poi ho deciso di tentare col crime, cercando di fare una storia molto semplice che doveva avere un unico elemento centrale, in questo caso la macchina rossa come guida tra le vignette. Volevo raccontare il mondo criminale e usare un tratto sporco e pulito allo stesso tempo, sfruttando una gabbia chiusa. Sono molto contento di essere riuscito a raccontare una storia in cui c’è il tema della criminalità, dove ho cercato di raccontare una escalation di reati uno dietro l’altro e di mostrare come da predatori che hanno fatto il colpaccio si può subito diventare preda di un pesce più grosso.
Quanto è stimolante ricevere un premio per una propria opera, che cosa hai pensato quando hai saputo di essere arrivato nei primi tre?
Ricevere un premio è molto stimolante e altrettanto gratificante, poiché è la dimostrazione pubblica che il tuo lavoro piace, dai disegni al messaggio che viene raccontato. La storia è stata scritta in breve tempo ma il disegno me ne ha preso molto di più, soprattutto per le circostanze particolari in cui mi trovavo, ero sballottato per l’Italia a causa del lavoro e avevo poco tempo a disposizione. Quando vidi la classifica finale ero scioccato, non me ne rendevo conto. Le circostanze in cui avevo fatto questa storia erano particolari, non ero sicuro che sarebbe piaciuto il prodotto finale, ma allo stesso tempo ero contento di ciò che avevo scritto e di aver fatto questa prova, mi bastava questo e sapevo cosa dovevo migliorare per la prossima volta. Rimasi molto colpito.
Hai partecipato ad altri concorsi? Sono state occasioni formative o hai avuto anche brutte esperienze?
Ho partecipato a un paio di concorsi e ho avuto esperienze sia negative che positive, i social sono utilissimi per trovare realtà che ti offrono una possibilità per metterti in gioco, questo è stato il mio caso come in passato. Le brutte esperienze ci sono e ci saranno sempre, sono formative tanto quanto quelle positive, di per sé queste sono tutte esperienze che ti lasciano qualcosa. Tutti i ragazzi e le ragazze esordienti prendono le cosiddette “capocciate”, servono a capire cosa vogliamo produrre e a chi ci stiamo rivolgendo, fa parte del gioco. Personalmente, ho avuto brutte esperienze ma in altri contesti, al di fuori della dimensione dei concorsi.
Quali sono i tuoi propositi per il futuro?
Domanda complessa, attualmente spero di riuscire a frequentare un corso di fumetto dal vivo per affinarmi tecnicamente; ho già avuto modo di frequentare una scuola ma a distanza, è stata una bella esperienza e adoro i ragazzi che ho conosciuto, ora vorrei fare lo step successivo e vivere un’esperienza scolastica, così da creare una mia dimensione fatta di persone con cui sono in affinità, magari con gli stessi gusti o le stesse idee sul mezzo fumetto e non solo. Inoltre, nel lontano futuro, spero di riuscire a trovare lavoro, mi piacerebbe tanto lavorare con le autoproduzioni, magari con un collettivo, perché in Italia ci sono tante realtà interessanti a parer mio prese poco in considerazione. L’intenzione è anche quella di lavorare con un editore italiano o con uno estero, soprattutto americani o francesi; il sogno nel cassetto sono Dark Horse, Image e Dc comics, adoro le loro storie e i loro team creativi, sono cresciuto leggendo i loro fumetti e mi piacerebbe un giorno lavorare su una loro testata o fare progetti editoriali con questi brand.
Potete seguire IRYK sulla sua pagina Instagram: www.instagram.com/iryk.r.one/
Intervista rilasciata via mail a settembre 2024.