Parsifal, tra ideali cavallereschi e amore

Parsifal, tra ideali cavallereschi e amore

Green Moon Comics pubblica un fumetto ispirato al ciclo arturiano con protagonista uno dei suoi cavalieri più famosi: Parsifal.
Cover Parsifal (green Moon Comics)

Parsifal, il cavaliere dal cuore puro, è uno dei più popolari personaggi del ciclo arturiano, soprattutto in virtù del fatto di essere stato colui che ha recuperato il Graal, la sacra coppa usata per raccogliere il sangue del Cristo morente sulla croce.
Proprio Parsifal è il protagonista di un fumetto omonimo, una storia fantasy edita da Green Moon Comics. Su soggetto del direttore editoriale della casa editrice, Lucio Perrimezzi, l’esordiente Gabriele Grossi fa il suo debutto come sceneggiatore accompagnato ai disegni da Wu Xiao Jing; ad arricchire il volume c’è poi la bella copertina firmata da Matteo Cremona, autore attualmente al lavoro su un altro fumetto di genere fantasy medievale, Nero della SBE.

Partendo da varie versioni e leggende che raccontano la vicenda di Parsifal, Perrimezzi e Grossi imbastiscono un racconto che segue Parsifal fin dalla sua infanzia, quando ancora bambino vive in una foresta insieme alla madre e vengono salvati dall’attacco di due briganti a opera di Galvano, cavaliere della Tavola Rotonda. Da quell’episodio nasce il desiderio del ragazzino di diventare uno degli eletti di Re Artù, che lo porta ad arrivare fino alla sua corte a Camelot e a diventare cavaliere. Ma il prezzo da pagare è molto alto e i sogni dell’infanzia possono trasformarsi in incubi dell’età adulta.

Dopo un inizio sviluppato in parallelo su due piani temporali, la trama procede in maniera lineare raccontando come in un tipico romanzo di formazione la crescita di Parsifal. L’intreccio accoglie al suo interno tutta una serie di elementi che sono precipui della mitologia legata a questo cavaliere, dal Re Pescatore – discendente di Giuseppe di Arimatea (colui che, secondo i Vangeli, chiese a Pilato che il corpo di Gesù venisse restituito alla Madonna e ai suoi amici) – alla sacra Lancia di Longino (con cui fu aperto il costato del Cristo crocifisso), fino al Sacro Graal.
Gli autori inseriscono questi spunti in un racconto originale, che attinge anche ad altre storie del ciclo arturiano, dando una propria interpretazione originale della figura del protagonista che, se da un lato ha il pregio di renderlo interessante agli occhi di un lettore contemporaneo, dall’altro soffre in alcuni passaggi dell’essere l’opera d’esordio di Grossi che, come è logico che sia, manca di esperienza nel padroneggiare alcuni meccanismi narrativi, a scapito della fluidità del racconto.
Per capire di che cosa stiamo parlando, possiamo prendere la gestione dei vari personaggi che popolano la trama. Se alcune ellissi narrative che li riguardano sono interessanti per il modo in cui rendono attiva l’attenzione del lettore e anche per come strutturano il ritmo del racconto, d’altro canto penalizzano l’approfondimento dei personaggi che – tolto il protagonista – restano abbozzati superficialmente o addirittura spariscono dopo una sola pagina, come avviene per Merlino.

L’esempio di Re Artù è emblematico: il vecchio sovrano viene rappresentato come una figura problematica, mosso da spirito egoistico mascherato da ideali cavallereschi. Però questa ambiguità interessante rimane in superficie, mai esplicitata o indagata nelle ragioni del suo essere.
Inoltre, la poca leggibilità delle due linee temporali sviluppate nelle prime tavole, che a livello grafico e di scrittura non vengono differenziate, può confondere più di un lettore.

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È anche vero che l’atmosfera crepuscolare e decadente che la narrazione crea è molto interessante, al pari di un non scontato parallelo tra ombre e disillusioni degli ideali su cui si basa la cavalleria, il dubbio sulla correttezza dei sacrifici che essa richiede ai suoi adepti e la problematica tutta contemporanea dei sacrifici in termini di affetti e rapporti personali che oggi il mondo del lavoro pretende. Parsifal si trova davanti alle contraddizioni del suo sogno e del suo obiettivo di vita, rendendosi conto quanto il perseguirlo gli sia costato in termini di sofferenza sua e di coloro che gli vogliono bene. E questa riflessione sul se valga la pena sacrificare tutto sull’altare di un ideale condiviso (o imposto?) che non porta a nessun arricchimento morale, è molto attuale se pensiamo alla riflessione che le generazioni più giovani stanno facendo negli ultimi anni sul valore di un lavoro precario ma totalizzante nelle loro vite.

Da un punto di vista grafico, Parsifal è ricco di una potenza del segno molto efficace. Wu, qui al suo secondo lavoro importante da professionista, ha uno stile che mescola insieme disparate influenze manga a una composizione strutturale e narrativa decisamente più occidentale. L’estremo dettaglio ricercato nelle vignette si sposa a un character design molto ricco, quasi barocco, che connota in modo forte e positivo l’opera. Anche la recitazione dei personaggi è un punto di forza del disegnatore, con una mimica facciale che fa spesso riferimento alle estremizzazioni del manga, senza togliere pathos al racconto.
Il bianco e nero usato, sempre ricco di cinematismi quali linee cinetiche, effetti esplosivi e sfocature nei momenti di massima tensione e dinamismo dei corpi regala una densità visiva alle pagine sorprendente, ma non sempre padroneggiata efficacemente. Talvolta, soprattutto nelle sequenze di scontri e battaglie, le tavole peccano di una chiarezza di fondo che rende complicata la lettura: i corpi si mischiano tra loro e con gli effetti cinematici, rendendo confuse le vignette.
L’impressione è che Wu, che forse ha disegnato le tavole in un formato più grande rispetto a quello di stampa, oppure in digitale – che rende ancora più problematica la soglia di dettaglio dove fermarsi, specie ai primi lavori -, paghi scotto alle dimensioni finali del volume, stancando l’occhio del lettore per una passione esagerata per il particolare.

Sono questi, come quelli sopra descritti per Grossi, peccati di inesperienza tipici di giovani autori ai primi lavori, ma sono peccati veniali all’interno di un lavoro complesso e che alla fine annovera molti più aspetti riusciti di quelli con criticità.
Parsifal si rivela un fumetto fantasy non scontato, per temi, ispirazione e aspetto. E un buon biglietto da visita per due giovani autori quali Grossi e Wu che dimostrano buone basi su cui costruirsi una carriera nel mondo del fumetto.

Abbiamo parlato di:
Parsifal
Lucio Perrimezzi, Gabriele Grossi, Wu Xiao Jing
Green Moon Comics, 2024
132 pagine, brossurato, bianco e nero – 16,00 €
ISBN: 9791281563087

 

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