Vincenzo Federici nasce a Napoli l’ 8 Ottobre 1986 e sin da piccolo coltiva la passione per il disegno e per il fumetto. Si diploma al Liceo Artistico Statale di Napoli e, dopo l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, inizia a dedicarsi al lavoro di fumettista.
Nel 2007 inizia la collaborazione con la casa editrice Axaleon Entertaintment, fino al Maggio del 2008. In seguito da Giugno 2008 entra a far parte dello staff del GG Studio, per il quale collabora alla creazione del fumetto The One, progettando le ambientazioni per la storia. Contemporaneamente segue anche una strada più solitaria, inviando diversi provini per case editrici italiane ed estere. Ha collaborato ad “Agenzia Incantesimi” di Federico Memola, prima di dedicarsi a progetti per il mercato francese.
Ciao Vincenzo, e benvenuto sulle pagine virtuali di lospaziobianco.it!
Ciao a voi!
Partiamo a bomba con il tuo impegno sul mercato francese: hai da poco esordito sulle pagine di Androides: Les Larmes de Kielko. Ci puoi parlare meglio di come è nato questo progetto?
Il progetto è un one-shot, e fa parte di una collezione fantascientifica della casa editrice francese Soleil, Soleil Anticipation. La serie Androides è composta da quattro di questi one-shot, slegati tra loro e realizzati da quattro team creativi diversi, ma che hanno come tema centrale, appunto, gli androidi, raccontati in svariate salse. Io fui chiamato dall’editor (con il quale ero in contatto da un po’) inizialmente per un altro di questi volumi, Androides: Invasion. In seguito, però, fui scelto per realizzare Les Larmes de Kielko, dopo aver realizzato due pagine di prova e dei piccoli character’s design.
Come è stato accolto questo primo numero sul mercato transalpino?
Il volume non è stato ancora pubblicato. Essendo parte integrante di una collezione di quattro volumi, benché non collegati tra loro, l’editore vuole che escano tutti insieme e il mio, per il momento, è l’unico ad essere stato completato, almeno per quanto riguarda il disegno. Spero comunque che veda la luce presto, sono molto curioso!
Non si è ancora parlato di un possibile approdo in Italia. Visto il ripristinato interesse del nostro mercato verso i prodotti a fumetti francesi, ci sono speranze che arrivi?
Mi piacerebbe davvero molto! Specie perché chi tra i miei amici, parenti, conoscenti ecc. non conosce il francese, potrebbe finalmente leggere una storia disegnata da me! Ma non essendo ancora stato pubblicato in Francia è un po’ presto per sperare.
Non è però il tuo esordio assoluto: avevi già lavorato su La grande fresque de la marine per le Éditions du Triomphe. Come sei stato scelto per quel lavoro, e come è stato confrontarsi con storie dal sapore marinaio?
Il confronto è stato facile. Io amo le storie di mare, in particolare sono appassionato di storie di pirati. Il primo volume è stato magnifico, perché ho potuto disegnare il periodo d’oro dei corsari francesi e mi sono molto divertito. In linea di massima la realizzazione è diventata sempre più complessa con i numeri a venire, perché in seguito gli armamenti e le navi stesse sono cambiate nel corso della storia, e sono diventate molto articolate e quindi più complesse da disegnare.
Sono approdato a questo editore nel 2010, trovando la mail della casa editrice durante un vagabondare su internet a caccia di contatti. Inviai il mio portfolio, nel quale all’epoca figuravano anche alcune pagine sui pirati realizzate per divertimento. Caso ha voluto che loro fossero proprio alla ricerca di un disegnatore per una testata “marinaresca” e da li, dopo le canoniche pagine di prova, ho iniziato il lavoro.
Progetti che ti attendono per la Francia?
Attualmente sto lavorando al quarto e ultimo volume de La Grande Fresque de la Marine. Non so di preciso cosa riserverà il futuro, diciamo che voglio essere scaramantico!
Tornando indietro nel tempo, come ti sei avvicinato al mondo del fumetto e del disegno? Fonti d’ispirazione, miti giovanili, amicizie?
Sono sempre stato un appassionato di fumetti, da che io ricordi. Sin da quando era adolescente, mio padre ha sempre letto Skorpio e Lanciostory, dunque per me, in casa, i fumetti non sono mai mancati. Ero molto piccolo e guardavo solo le figure quando mio padre mi comprò il primo Fantastici Quattro (che tra l’altro è andato perduto, me tapino!), quindi è una passione che si potrebbe dire essere nata con me. Il disegno è stato il motore che ha dato la spinta, ma anche una conseguenza logica. La passione per il disegno è sempre stata forte (sempre tramandata da mio padre, il quale era molto bravo a disegnare da giovane), ho sempre disegnato, partendo dai ghirigori da piccolissimo, fino ad arrivare a disegnare delle piccole storie (sceneggiatura, disegni e colori eh!) di Batman, Spider-Man, ma soprattutto delle TMNT, le Tartarughe Ninja!
Ricordo chiaramente che ero in quarta elementare quando decisi che avrei fatto il disegnatore di fumetti: mio padre voleva rinchiudermi …
Come ho detto il più grande dei miei miti giovanili erano le Tartarughe Ninja, mi hanno segnato molto e tuttora sono davvero fuso per quegli eroi in guscio e fascia colorata! In età adulta ho poi sviluppato una folle passione per il disegnatore britannico Alan Davis, che mi ha grandemente ispirato, e per il disegnatore francese Alex Alice, che con il suo “recente” Siegfried mi ha profondamente segnato e spronato a fare sempre meglio il mio lavoro.
Infine durante il percorso da disegnatore ho avuto modo di conoscere molte persone e di sviluppare il mio approccio al fumetto anche grazie a loro. Tra i miei amici fumettisti più cari vanno citati sicuramente Pasquale Qualano ed Emilio Laiso, con i quali abbiamo iniziato l’avventura professionale vera e propria, che ci ha poi portati su strade e mercati diversi, senza mai cancellare la voglia di confronto e scambio di opinioni.
Qual è attualmente il tuo metodo di lavoro?
Utilizzo un metodo di lavoro che molti potrebbero definire balordo. Vedo molti colleghi e amici disegnatori che partono dallo storyboard della pagina, poi passano al layout definito, poi al clean-up del layout, poi al clean-up del clean-up e infine una spuntatina di sopracciglia al clean-up, prima di andare sul definitivo. Io, forse sbagliando, utilizzo un approccio molto rapido. Dopo aver letto la sceneggiatura, butto giù degli storyboard delle pagine (cinque per volta, di norma) veramente imbarazzanti, ma che per mia fortuna sono sempre andati bene agli sceneggiatori con i quali ho lavorato! Poi, una volta approvati gli storyboards, passo ad organizzare la documentazione necessaria, cercando foto di riferimento e modelli 3D, se necessario. Dopo aver impostato la griglia delle vignette sul foglio definitivo, monto in digitale e stampo su di esso eventuali ricostruzioni in 3D che ho fatto e passo direttamente alle impostazioni a matita di tutta la pagina. Una volta ottenuto un risultato soddisfacente, vado giù di inchiostro a pennello e via, verso l’infinito e oltre!
Ci sono possibilità di un tuo ritorno lavorativo in patria, dove ti si è visto solo su una storia del volume “Nero Napoletano” e un volume di “Agenzia Incantesimi?”
Mi piacerebbe a dire il vero, ma forse non sono particolarmente adatto al mercato italiano, non saprei. In ogni caso sarebbe molto divertente per me realizzare qualche bella storia con una sceneggiatura in italiano, finalmente! Hahahaha!
Qualche sogno da esaudire nel mondo delle nuvole parlanti?
Più di uno, ma i principali sono: arrivare a scrivere e disegnare (e magari anche colorare) storie tutte mie e, ovviamente, approdare sulle pagine delle TMNT!!!
Grazie a Vincenzo Federici!
Grazie a te e un saluto a tutti i lettori di LSB!