Looking for Heroes: (super)eroi solo a metà

Looking for Heroes: (super)eroi solo a metà

ManFont propone per la sua nuova collana ManFury un fumetto moderno, che intrattiene e diverte, ma al quale non si può chiedere molto di più.

Qualche tempo fa mi è capitato di leggere l’articolo di un editor che si lamentava degli aspiranti autori di romanzi gialli.
Questi – diceva – poco maturi, e cresciuti non con i libri ma con film e serie tv, spesso e volentieri dimenticano la logica necessaria a creare una trama investigativa efficace e non caratterizzano personaggi e ambientazioni, in quanto sanno narrare solo attraverso una sequela di eventi spettacolari e ricchi di sorprese intorno ai quali tutto si piega.

Ma così come la puntata di una serie si guarda senza tornare indietro, senza riavvolgere il nastro, senza fermarsi a riflettere sui particolari e sulla coerenza, allo stesso modo venivano concepite le trame dei romanzi che gli autori proponevano a tale editor, che apparivano dunque pieni di buchi di logica e ingenuamente manchevoli in tutto ciò che non era semplice esibizione.

Rimanendo in tema, una volta un altro editor che conoscevo mi ha raccontato di un giovane romanziere che gli aveva inviato un manoscritto intitolato (titolo fittizio) “Il treno del mistero”. L’editor lo legge, e di treni non ce n’è traccia. Chiede allora all’autore come mai quel titolo. E lui: “Oddio! Mi sono dimenticato di metterci il treno!”

Se cito questi aneddoti, ovviamente, è perché Looking for Heroes – fumetto autoconclusivo in uscita per Manfury, la nuova collana dell’editore Manfont dedicata al fumetto di stampo americano – me li ha fatti venire alla mente; e altrettanto ovviamente questa non è una buonissima notizia.
Ma i problemi non sono gravi come sembrano. Per capirlo, partiamo dal principio.

L4H racconta di una rete TV che sta girando l’episodio pilota di un reality. Quattro concorrenti (uno youtuber, una cosplayer, un giocatore di ruolo e un’aspirante attrice) stanno per raggiungere lo studio televisivo dove si svolgerà il gioco; ma improvvisamente – in una scena tanto imprevista quanto ben orchestrata dagli autori del fumetto – qualcosa va storto, e i nostri eroi si ritrovano circondati da orribili creature.
È iniziata l’apocalisse? Un temibile virus si sta diffondendo per il mondo? Oppure è tutto un trucco?
Impossibile saperlo, ma i nostri protagonisti si ritrovano di colpo da aspiranti divi della tv a fuggitivi alla ricerca di un modo per sopravvivere. Riusciranno a salvarsi e a svelare i numerosi misteri che li circondano?

La prima cosa che va fatta notare di Looking for Heroes è che si tratta di un’opera molto godibile, trascinante, con dialoghi fluidi e una bella gestione delle scene e della pagina. Nelle sue tavole dai disegni chiari, efficaci e sempre al servizio della trama (anche se di certo migliorabili e non privi di sbavature), compaiono dinamismo, spettacolo, divertimento, orrore, thriller, sorprese gradevoli, combattimenti, mostri ed eventi spettacolari, il tutto racchiuso in una storia che procede rapida, senza tentennamenti né prolissità verso un finale coerente.

Sebbene usciti da poco dalle scuole di fumetto, e con idee e disegni non particolarmente innovativi, gli autori non fanno sfoggio di accademismo ma sanno divertirsi riuscendo anche a sfruttare con efficacia le proprie potenzialità senza apparire scolastici, didascalici o troppo forzati, e dimostrandosi in grado di soddisfare in maniera sufficiente e in modo coerente le richieste della collana Manfury, nella quale si inseriscono alla perfezione; e questo è sicuramente un punto a loro favore.

I problemi nascono però quando si cerca di andare oltre la superficie, cercando di trovare nella trama un approfondimento, un messaggio non scontato, dei personaggi realistici o empatici, coerenza e completezza. Alcuni elementi della trama, infatti – proprio come il “treno” citato prima – sembrano rimasti nella testa dello sceneggiatore; il quale, forse per mancanza di spazio, forse per difficoltà a trattare certe materie, forse per difetto di gioventù, forse per un errore comune tra gli esordienti (cioè quello di ritenere certi elementi della propria storia così chiari… da dimenticarsi di inserirli), ci racconta meno di ciò che servirebbe, offre snodi non molto chiari e si affida a personaggi e spunti narrativi forse adatti a un pubblico più giovane e “popolare” (e per questo non mi sento di considerarli “sbagliati” in toto), ma poco soddisfacenti, quando non prevedibili o banali, per un lettore smaliziato.

Ovviamente non è possibile scendere in particolari, per non guastare il piacere della lettura; ma parlando di elementi poco sviluppati si possono subito citare i protagonisti del reality, che dovrebbero diventare i generici e mai specificati (almeno nelle pagine del fumetto) “eroi” richiesti dal format, nonché concorrenti interessanti per un ipotetico e vasto pubblico generalista televisivo, ma paiono invece fin troppo “perdenti” e soprattutto troppo legati al mondo “nerd”.

Abbiamo tra di loro un infantile youtuber “macchietta”, interessato solo a riprendere col cellulare e a far sesso con chiunque gli capiti a tiro; una cosplayer priva di qualsiasi peso narrativo, e un ideatore di giochi di ruolo forse non proprio sano di mente. L’unica eccezione è rappresentata da un’aspirante attrice, che – forse perché personaggio inteso come “femminile”?  – non pensa al sesso in modo esplicito, ma nonostante appaia fidanzata è pronta a cedere alle avance di qualsiasi uomo le si presenti davanti in modo virile o convinto delle proprie idee, anche se nelle scene precedenti quelle stesse idee non la convincevano affatto.

E sebbene sia possibile rivalutare tali personaggi nell’ottica di un’ipotetica critica da parte dello sceneggiatore rivolta ai tipi umani che impersonano, che nascono deboli e se posti in una situazione di pericolo riescono a tirare fuori solo il peggio di loro stessi, il fumetto non offre o non comunica correttamente sufficienti elementi a favore di questa ipotesi, costringendo chi legge a sospendere il giudizio e a non capire, di fatto, se dovrebbe fare il tifo per gli eroi o compiacersi nel vederli crollare.

A questo si possono poi aggiungere elementi introdotti e poi dimenticati, o di nessun peso nell’economia della storia (ad esempio una caviglia rotta che non dà mai alcun problema), o fini a se stessi (come certe “voci mentali”), e altri spunti non citabili per non incorrere in spoiler involontari.

Tutto ciò concorre a rendere L4H un tentativo valido ma non perfettamente riuscito, buono nella costruzione di scene avventurose ma a tratti acerbo, non troppo serio ma nemmeno così trash da trovare una sua ragion d’essere, e con la pretesa di lanciare un messaggio che pur se apprezzabile risulta spesso fuori fuoco.

Un lavoro di certo non amatoriale, di certo adatto al pubblico di oggi (in senso sia positivo che negativo), di certo leggibile e godibile come un fumetto (o film) americano d’avventura, di certo coerente con se stesso e ben realizzato, in grado di partire da interessanti premesse alla Dead Set (tanto per citare un serie tv), ma che nonostante ci provi non riesce a offrire nulla di più, e anzi si dimostra fondamentalmente prevedibile e a tratti ingenuo per chi ha dimestichezza con un certo genere di trame.

Se dunque fate parte di quest’ultima categoria di lettori, L4H potrà forse divertirvi ma non offrirvi molto altro. Se invece siete quel tipo di lettore che ama delle storie sorprendenti e adrenaliniche, moderne e citazioniste, con zombi famelici, trasformazioni, scontri all’ultimo sangue, ammiccamenti e sorprese, questo è il fumetto che fa per voi. Vi sfamerà e appassionerà, e non vi farà pentire dell’acquisto.

Una nota in calce: nel fumetto viene citato il sito ufficiale della trasmissione, cioè www.lookingforheroes.it. Come spesso accade in questi casi, il sito esiste veramente, è visitabile, e contiene maggiori informazioni rispetto al fumetto. Al suo interno si possono scoprire alcune nozioni sui personaggi, ma soprattutto sulle motivazioni della loro scelta e sul senso della trasmissione che li vede protagonisti come “eroi”.

Idea valida, ma anche in questo caso imperfetta: se le informazioni fornite servono a chiarire un po’ le idee, esse però arrivano solo alla fine della lettura; e non sono contenute nel fumetto, lì dove dovrebbero apparire obbligatoriamente, bensì lasciate a un’eventuale e non scontata visita alla suddetta pagina web da parte dei lettori.

Lasciare fuori alcune informazioni aspettandosi che colui che legge vada a recuperarle in internet è una mossa azzardata: tutto ciò di cui il lettore ha bisogno deve essere presente per prima cosa nelle pagine disegnate, e non altrove. Soprattutto oggi, in questi tempi in cui i fan sono quanto mai distratti e volubili, e poco disposti ad approfondire.

Abbiamo parlato di:
Looking for Heroes
Ivan Veronica (testi), Stefano Mastrantuono (matite), Mauro Luca Rinaldi (chine e copertina), Viviana Di Chiara (colori)
ManFont Editore, ottobre 2017
100 pagine, brossurato, colore – 14,00 €
ISBN: 9788899587574

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