Franco Caprioli, definito dagli appassionati di fumetti e dalla critica “il poeta del mare”, e che in vita fu autore di una Storia della navigazione e di numerosi racconti lunghi e brevi nei quali gli oceani avevano un ruolo importantissimo, il mare – dicono – lo vide solo un paio di volte in tutta la vita, nonostante gli abitasse abbastanza vicino, e non ne fu un granché impressionato. La cosa può sembrare strana, ma in fondo non lo è troppo: basta sfogliare, nemmeno leggere, semplicemente sfogliare, i brevi fumetti contenuti in questo volume per capire come il mare che Caprioli visualizzava, sognava e riproduceva con grande precisione e sentimento era quello sognato, quello delle grande avventure, quello uscito dai libri di Verne, di Salgari e dei grandi autori della letteratura. Specchio d’acqua infinito e pieno di mistero, di navi veloci, di combattimenti, di emozioni, sentimenti, lotte, fughe, isole sperdute, tribù esotiche, tramonti seducenti, tempeste assassine, flotte, pirati, squali e balene. Normale quindi che il ben più prosaico mare di provincia, affollato al massimo da famigliole con gli ombrelloni e i panini chiusi nella carta oleata, gli sia sembrato privo di attrattiva, in un certo senso irriconoscibile.
In questa prospettiva anche il titolo dato a questa raccolta, cioè Letteratura di mare, si rivela decisamente azzeccato; e non solo perché tra queste nove storie apparse all’inizio degli anni ’70 sulle pagine del Giornalino ce ne sono due tratte da racconti di Twain o Poe, o perché durante la sua lunga carriera Caprioli si è cimentato spesso con le riduzioni a fumetti di romanzi noti: c’è davvero molto di letterario in ciascuna delle brevi opere che appaiono qui; che siano rimandi, episodi storici, tematiche, ambientazioni e citazioni più o meno palesi. Si eccede a volte, è vero, alle lusinghe di un certo moralismo – quando non si cita addirittura la Divina Provvidenza – ma c’era da aspettarselo dalle pagine di un Giornalino a quei tempi fieramente cattolico; e questi piccoli eccessi non rovinano la lettura dei racconti, godibili e improntati a un senso dell’avventura sempre positivo, epico e sicuramente molto lontano dal disincanto dei nostri tempi, dove i protagonisti risultano spesso antieroi disillusi e sconfitti, moralmente ambigui, a volte crudeli e di certo non avvezzi alla preghiera.
Le storie sono brevi, semplici, lineari. Si leggono con il piacere e la curiosità che si riserva alle opere create in anni vicini ai nostri, epoche passate ma non per questo senza più nulla da dire. Ma è sicuramente vero che la parte del leone è affidata ai disegni di un vero maestro della raffigurazione avventurosa, un disegnatore dallo stile preciso e realistico, dal taglio cinematografico e dalla penna sempre leggibile, sicuramente originale e di grande impatto per quegli anni.
Una linea chiara che ha sicuramente ispirato e incantato i lettori e forse anche gli autori, in un periodo della nostra storia nel quale un tratto “da cinema” come quello di Caprioli era considerato qualcosa di nuovo, di moderno, di diverso, che faceva sognare gli appassionati abituati a stili di disegno molto più classici offrendo loro storie spettacolari, simili a quelle delle loro pellicole preferite. Di pregio anche la precisione di Caprioli nel raffigurare popoli, imbarcazioni, animali, costumi e oggetti provenienti da ogni epoca e paese. Interessante l’uso del “puntinismo” per rendere corposi e tridimensionali i corpi umani, e piacevole il gusto per i primi piani e per le inquadrature dinamiche che donano drammaticità ed epicità a ogni momento del racconto.
Tutto questo si vede molto bene anche nell’ampia Storia della Navigazione che è stata aggiunta in appendice al volume, e che con taglio enciclopedico racconta in 72 tavole a colori e in bianco e nero la nascita e lo sviluppo della conquista del mare attraverso le epoche e le civiltà, a partire dall’uomo primitivo fino alla morte di Cristoforo Colombo. Ulteriore riprova del talento e dell’approccio tecnico di Caprioli, preciso fino al più piccolo dettaglio e perfettamente a suo agio con ogni elemento scenico. Stiamo parlando di un’epoca nella quale reperire fonti di ispirazione, riferimenti visivi, immagini, era infinitamente più complesso di oggi: a maggior ragione va dunque apprezzata la bravura dell’autore nel creare pagine così ricche e descrittive, nelle quali niente è lasciato al caso.
Letteratura di mare, pubblicato da Nicola Pesce, è il sesto volume dedicato dall’editore alla riscoperta di un autore a suo modo fondamentale per il fumetto italiano, un artigiano serio e rigoroso che ha saputo mediare esigenze di realismo e chiarezza con slanci di passione per l’avventura. Un fumettista forse non più noto agli appassionati, ma che sicuramente ha avuto un ruolo non indifferente nella formazione dell’immaginario dei lettori e nello stile degli autori che lo hanno seguito più di cinquant’anni fa.
Per un ulteriore approfondimento, e come ideale completamento di questo articolo, consiglio assolutamente la lettura del bell’articolo di Lorenzo Barberis La Letteratura di Mare di Franco Caprioli – Come un romanzo, che analizza con precisione l’autore e il contenuto di questo bel volume.
Abbiamo parlato di:
Letteratura di mare
Franco Caprioli e AAVV
Nicola Pesce Editore, 2024
176 pagine, cartonato, colori – 25,00 €
ISBN: 9788836272570