La League, la Squad e il terzo incomodo

La League, la Squad e il terzo incomodo

Nel nuovo mensile "Justice League America" RW Lion raccoglie la miniserie evento "Justice League vs. Suicide Squad" e la Rinascita dei Giovani Titani.

Deadshot è uno che spara alla gente. Lui è un coccodrillo e mangia la gente. Lui brucia la gente, tu sei posseduta da una strega e lei è solo pazza“.

Le parole del colonnello Rick Flag, pronunciate nel film Suicide Squad introducono cinque dei sette membri della Task Force X, il gruppo di supercriminali assemblato da Amanda Waller, dopo aver convinto nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti, per affrontare le peggiori minacce disseminate sulla Terra. Oltre a Floyd Lawton, Killer Croc, El Diablo, Incantatrice e Harley Quinn, sono stati reclutati Capitan Boomerang e Killer Frost.
Tutti sono sacrificabili e non possono ribellarsi, perché nel loro cranio è stata impiantata una bomba il cui innesco è controllato dalla spietata Amanda in persona.

Ma cosa succederebbe se Batman scoprisse che questi personaggi dalla moralità discutibile non sono più rinchiusi nel carcere di Belle Reve e, peggio, lavorano per il governo?
La risposta è affidata allo sceneggiatore Joshua Williamson, autore di Justice League vs. Suicide Squad, il primo evento realizzato dalla DC Comics da quando è iniziata la fase “Rinascita”, pubblicato da RW Lion in uno spillato nuovo di zecca intitolato Justice League America, il cui sommario è completato dalla serie Giovani Titani di Ben Percy.

Una volta terminata, la miniserie suddivisa in sei capitoli sarà sostituita da Justice League America di Steve Orlando, Joe Prado e Ivan Reis.

Nell’uscita d’esordio della testata italiana sono raccolti i primi due numeri di quello che sarà il piatto forte fino ad agosto, una doppia razione che permette al lettore di capire in quale direzione l’autore desideri muovere i buoni e i cattivi coinvolti. Già dall’incipit appare chiaro che i due supergruppi del titolo non sono le uniche pedine disposte sulla scacchiera, poiché nell’ombra trama un uomo desideroso di raggiungere il proprio obiettivo, avvalendosi di collaboratori che bramano vendetta ai danni del capo della squadra suicida.

Quando uno sceneggiatore deve gestire una cospicua quantità di personaggi può rischiare di cadere in trappola per due ragioni diverse: lasciando che una personalità oscuri tutte le altre oppure, per non fare torto a nessun attore, distribuendo equamente le parti a scapito del ritmo della narrazione e di uno sviluppo interessante della trama.
Dal canto suo, l’autore di Flash e Birthright, pur senza imboccare sentieri inesplorati, costruisce una storia scorrevole grazie al ritmo serrato, gradevole per merito dei botta e risposta tra i membri della Task Force X e interessante, dal momento che il “vs.” appare un pretesto per mostrare qualcosa di più.

Più che calcare la mano sulle ipotesi riguardanti gli sviluppi futuri, è meglio sottolineare i punti di forza delle prime sessanta pagine dell’evento. Può sembrare scontato o banale, ma già nelle sintetiche didascalie che designano i personaggi si individua una cifra stilistica: se per presentare gli iconici eroi della Justice League è sufficiente riportare nomi ed epiteti (per esempio: “Flash. L’uomo più veloce della terra“), con Harley Quinn e soci è lecito indulgere, aggiungendo ironia e strizzando l’occhio al lettore così com’era solito fare Ales Kot nell’esibire i suoi Secret Avengers. La distanza che intercorre tra i due gruppi si dilata quando le varie personalità coinvolte devono palesare i propri pensieri. Mentre i criminali fanno battute, scherzano e cercano di sdrammatizzare, i buoni adottano spesso toni didascalici, rassicuranti ma austeri, distaccati e paternalistici.

Il registro non cambia neppure durante i singoli scontri, tra i quali spiccano il faccia a faccia tra Deadshot e Batman e quello tra il Velocista Scarlatto e il logorroico Capitan Boomerang. Williamson si dimostra attento alle dinamiche che si creano tra gli avversari, evidenziando il fatto che non tutti condividano un trascorso, come nel caso di Incantatrice e Superman. In questo modo, poteri e debolezze si bilanciano, rendendo avvincente un conflitto che apparentemente non lascerebbe dubbi riguardanti il suo esito. Ai colpi di scena va aggiunto l’elemento destabilizzante costituito da una terza squadra pronta a entrare in azione, i cui componenti sono a loro volta delle variabili impazzite.

Parlando di pregi, è impossibile tacere dei disegni che accompagnano la lettura. La DC ha scelto di coinvolgere sei artisti noti e apprezzati, affidando il primo numero a Jason Fabok, ormai una star del fumetto statunitense dopo le convincenti prove offerte su Detective Comics e Justice League: Darkseid War.
Nei corpi da lui disegnati l’impatto muscolare tipico dei superumani di Jim Lee incontra la realistica eleganza del tratto di Gary Frank, le proporzioni sono sempre rispettate, con la costruzione di vari livelli prospettici, senza il sacrificio dei dettagli nemmeno per quanto riguarda gli elementi collocati in secondo piano. Osservando i particolari, si coglie la barba accennata di Batman, si analizzano i tatuaggi di El Diablo e i segreti dei costumi o delle uniformi da battaglia. Non è necessario aguzzare lo sguardo per farsi travolgere dalle tante splash-page, alcune addirittura doppie, utilizzate per ritrarre i personaggi in posa o in azione, oppure per capire quando un terremoto scuote la superficie terrestre, perché le vignette si fanno sfocate, come se si stesse guardando una pellicola 3D senza gli appositi occhialini.

Il secondo capitolo è affidato a Tony S. Daniel che, pur non raggiungendo le vette artistiche del collega, sembra riavvicinarsi agli alti standard qualitativi offerti ai tempi di Batman R.I.P.. Meno dettagliato e più sottile, il suo tratto si sposa con l’azione sceneggiata da Williamson. L’esperienza maturata in carriera consente al penciler non solo di rendere i volti mimetici, ma anche di attingere a una vasta gamma di soluzioni visive per esprimere sulla carta l’energia e la varietà dei superpoteri dei tanti metaumani presi in considerazione. Le chine di Sandu Florea e i colori di Alex Sinclair si adattano a entrambi gli stili di disegno, consentendo agli sfondi di acquisire volume e ai variopinti attori di essere sempre riconoscibili, anche al centro di un palco così frequentato.

I limiti dei primi capitoli sono quelli tipici dei fumetti in cui fazioni di personaggi con abilità incredibili si scontrano. In questo caso le forzature non sono così evidenti, poiché non si tratta di un conflitto interno alla comunità eroica come si è visto tante volte dopo la prima Civil War di Mark Millar.

Negli ultimi anni, i comics hanno spesso contrapposto quelle che dovrebbero essere definite le forze del bene, perciò sembra difficile “inventare” qualcosa. Forse un guizzo di originalità si potrebbe individuare nel fatto che da un lato del ring abbiamo i buoni e dall’altro dei cattivi, che agiscono legittimati dalle Istituzioni. Inoltre, i membri della Squad, anche grazie al film, hanno saputo guadagnarsi l’affetto del pubblico. Eppure, non va trascurato che proprio questo elemento rischia di appiattire le caratterizzazioni su uno standard di “bontà” diffusa.

Restando in tema di criticità, la storia che completa il sommario, Giovani Titani: Rinascita, presenta uno schema narrativo eccessivamente ripetitivo. Per quattro volte assistiamo alla sconfitta che i giovani protagonisti patiscono per mano di un avversario incappucciato. Il capitolo in questione è introduttivo, come tutti gli altri che sono stati intitolati “Rinascita”, e centra il bersaglio traducibile nel delineare con tratti essenziali i personaggi e le situazioni fondamentali.

Lo sceneggiatore Ben Percy è affiancato da Jonboy Meyers, disegnatore dallo stile cartoonesco, agile e cinetico, perfetto per raccontare le avventure di una squadra di adolescenti. Non sembra fuori luogo azzardare un paragone con l’espressione artistica apprezzabile nel fumetto italiano Monster Allergy. Mentre l’artista lascerà la testata già dopo la seconda storia, rimarrà al suo posto il colorista Jim Charalampidis, con le sue tinte accese e vivaci.

Abbiamo parlato di:
Justice League America #1
Joshua Williamson, Jason Fabok, Tony S. Daniel (JL vs SS); Ben Percy, Jonboy Meyers (GT)
Traduzione di Dario Mattaliano
RW Lion, maggio 2017
84 pagine, spillato, colori – 4,50 €

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