La tana: nascondersi per nascondere il cuore

La tana: nascondersi per nascondere il cuore

NPE presenta La tana, reinterpretazione a fumetti di un'angosciosa storia di Franz Kafka a opera di Pietro Elisei, talento feroce e immaginifico al suo esordio in libreria.

È il dolore ad abitare la tana che dà il titolo all’opera prima di Pietro Elisei, cimentatosi con ottimi risultati nell’adattamento di uno degli ultimi e più significativi racconti di Franz Kafka.

Storia scarna ma di grande complessità, La tana segue l’ingarbugliato filo dei pensieri del suo anonimo protagonista, ossessionato dall’idea di costruire un rifugio che possa proteggerlo dai suoi intangibili nemici. A questo compito dedica ogni sua energia, recluso nella terribile paranoia di non potersi fidare di nessuno.

Il costruttore e l’edificio costituiscono quasi un unico essere vivente, un organismo vasto e fragile per cui ogni agente esterno non può essere che una minaccia letale. Tuttavia, per quanto l’uomo cerchi disperatamente di difendersi e difenderla, la tana non riesce a salvaguardarlo a dovere: c’è sempre qualcosa a tormentarlo, come il sibilo minaccioso di un misterioso animale, o i passanti che si assiepano inconsapevoli all’ingresso.

Nei tetri corridoi in cui il narratore si aggira senza sosta, la sua mente traballante proietta versioni alternative di se stesso, volti tornati ad affacciarsi da un passato di cui non è rimasto che qualche scampolo. Assistiamo a una processione di figure spettrali la cui presenza irridente e oppressiva segna il successo della trasposizione, che si rivela in grado di tradurre efficacemente in immagini il linguaggio frammentario di una profonda alienazione.

Elisei adopera uno stile fatto di sottrazioni: le forme sono aspre e plastiche, abbozzate con pennellate vigorose; i colori, densi e fermi, sono ridotti ai soli bianco, rosso e nero, accentuando l’immobilità degli ambienti e la mostruosità degli uomini, rappresentati come creature indistinte e aliene, orrori zannuti dagli occhi lattiginosi e privi di iride.
Le tavole, dalla geometria regolare e squadrata, sono percorse da graffi che rendono l’immagine ancora più sporca, più asfissiante; somministrate con una cadenza ora stanca ora frenetica, sembrano anch’esse preda di una nevrosi che ben si sposa con l’atmosfera del testo originale, a cui l’autore si è avvicinato con evidente rispetto.

La volontà di preservare lo spirito dell’opera passa dunque anche attraverso una sperimentazione che comincia dagli strumenti scelti dall’autore: acrilici su fogli trasparenti, segnati, come già accennato, da incisioni di varia natura. Un’arte irregolare, che non nasconde una certa rozzezza ma ne ricava l’unicità necessaria ad accostarsi a un racconto dall’interpretazione tutt’altro che facile. 

Il filtro di un’altra sensibilità può talvolta nuocere a scritti viscerali come quelli di Kafka, ma non è questo il caso. L’adattamento di Elisei nulla toglie alla potenza narrativa dello scrittore praghese, reinterpretandone le ansie e i dolori con una sincerità in grado di incanalare il senso di inazione implicito nell’opera senza per questo allontanare il lettore.

La stratificazione di coscienze, differenti eppure in armonia, rende il volume consigliato tanto ai conoscitori di Kafka quanto a chi volesse accostarsi per la prima volta a un nome tanto prestigioso e ostico della letteratura del secolo breve, scoprendo in itinere una nuova e promettente voce del fumetto italiano.

Abbiamo parlato di:
La tana
Pietro Elisei (Franz Kafka)
Edizioni NPE, 2018
64 pagine, brossurato, colori – 16,90 €
ISBN: 9788894818277

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