“A onore, dunque, di coloro che già sono morti, e benefizio di tutti gli studiosi principalmente di queste tre arti eccellentissime Architettura, Scultura e Pittura, scriverò le vite delli artefici di ciascuna, secondo i tempi che ei sono stati, di mano in mano da Cimabue insino a oggi”.
Un progetto ambiziosissimo guida Giorgio Vasari alla metà del Cinquecento: ricostruire il percorso delle tre cosiddette “arti maggiori” attraverso la narrazione delle biografie di decine di autori (Le Vite, appunto), in un segmento di storia che abbraccia oltre due secoli.
Già pittore e architetto aretino di buon successo, Vasari passerà così alla storia come uno dei primi grandi storici dell’arte dell’Età Moderna. Ma Messer Giorgio, dicevamo, è un uomo del XVI secolo. Espertissimo di ciò che ha preceduto e formato la sua stessa generazione di artisti, profondo e ispirato, pieno di erudizione, di giudizi nobili ma anche di pregiudizi feroci e idiosincrasie, non può certo sapere come si snoderanno le arti nel corso del (quasi) mezzo millennio che lo separa dai nostri tempi.
Ci pensa allora Giuliano Piccininno a introdurlo nel linguaggio del fumetto, attraverso Le vite de’ più eccellentissimi fumettori, pubblicato da NPE. Riprendendo e reinterpretando a suo modo fin dalla copertina il frontespizio del libro vasariano, Piccininno immagina di “aggiornare” l’aretino su quanto di meglio sia stato prodotto dalla nona arte in questo secolo abbondante di storia. Il disegnatore, come in una mise en abyme in cui la cornice più grande ne contiene un’altra identica e più piccola al suo interno, si impegna a raccontare a fumetti le tappe del fumetto, tenendo conto degli esempi simili – ma dalle finalità molto distanti – dei libri di teoria a fumetti di Scott McCloud.
È un percorso rapido e agile, infatti, quello messo in campo nel libro, in cui si nota tutta l’esperienza concreta, sul campo, dell’autore – sia come navigato fumettista che come insegnante di Disegno e Storia dell’arte – e il suo sguardo apertamente (auto)ironico.
Vasari – o meglio, il suo spirito – appare un giorno nello studio del fumettista Giuliano. È morto nel 1574, certo, ma ora che non è più in carne e ossa sulla Terra ha tutta l’eternità a disposizione per rimettere mano al suo progetto delle Vite interrotto secoli addietro.
E siccome ogni arte deve avere la sua musa, ecco inserirsi fra i due personaggi Calendula (“proteggo dalle mortali scadenze e propizio i salvifici bonifici”, dichiara infatti), il cui nome non può che derivare “dalle calende greche”, ironizza lo stesso Vasari.
Parte così un viaggio che dagli affreschi rinascimentali delle Storie della Vera Croce di Piero della Francesca – una narrazione per immagini nella vasariana Arezzo – porta dunque il curiosissimo biografo del Cinquecento a scoprire Magnus e Manara, poi Segar, Barks, Schulz, Kirby, Pratt e gli altri “eccellentissimi” del fumetto, tutti incoraggiati dal benefico apporto della musa Calendula.
Ma in questo percorso a volo d’uccello c’è anche spazio per digressioni più articolate. Ad esempio quando Vasari scopre le diverse comparse di topi antropomorfi nella nona arte, dall’Ignatz di Harriman ai celebri personaggi disneyani, dalla tragedia del Maus di Spiegelman fino al Ratman di Ortolani o al buffo Lippo Topo dello stesso Piccininno, qui inserito con delle vere storie intere nella cornice più generale del racconto.Narrazione, tecniche, formati di stampa, persino la lettura rovesciata dei manga agli occhi di un occidentale: tutto colpisce e stuzzica la curiosità di Vasari, pronto a prendere appunti e a chiedere chiarimenti a Giuliano, come uno studente modello che si affaccia per la prima volta in un mondo nuovo e inaspettato.
Piccininno si assume quindi il compito di condensare una materia effettivamente complessa e affascinante fra le pagine di un fumetto breve. Nel corso del racconto si percepisce infatti la necessità di semplificare, di rimandare ad altre occasioni e ad altri spazi l’approfondimento o il dibattito sui temi più spinosi. Ma è un fumetto ironico il suo, e lo stile grafico caricato e dinamico sa adattarsi bene alle forme e ai modi di autori anche molto distanti dalle atmosfere giocose del libro, soprattutto quando l’autore inserisce citazioni e rimandi ai grandi autori da proporre come lettura imprescindibile per la formazione di Vasari: cambia lo stile del disegno ma con esso anche la scansione delle singole vignette, proiettando virtualmente i protagonisti (e con essi anche il lettore) nei mondi creati dai maestri via via citati.
Le tavole al tratto sono infatti zeppe di chiaroscuri, linee cinetiche e tratteggi incrociati, di balloon e di figure, in un horror vacui che più che scoraggiare e atterrire il lettore (e lo stesso Vasari) genera semmai l’effetto contrario: come in un buffet particolarmente ricco, mostra e invita all’assaggio di un po’ di tutto, per testimoniare quanto lunga e sfaccettata sia la storia del linguaggio del fumetto. L’invito in sottotraccia – sembra dire il fumettista – è che il lettore trovi il modo di approfondire e ragionare sulla ricchezza e le enormi potenzialità di quest’arte fascinosa, magari stuzzicato dal percorso di Vasari.
Piccininno stesso sembra divertirsi a complicare le cose, a frammentare la storia in mille rivoli, mantenendosi però sempre nei binari del registro comico. Il lettore esperto ritrova così fra le pagine messe in fila le tappe di una storia che conosce e che apprezza; quello meno addentro alla storia del fumetto, invece, non può che condividere lo stesso sguardo affascinato e curioso – se non il buffo linguaggio ricco di arcaismi – di uno studente d’eccezione come Giorgio Vasari.
Abbiamo parlato di:
Le vite de’ più eccellentissimi fumettori
Giuliano Piccininno
NPE, 2022
88 pagine, brossurato, bianco e nero – 17,90 €
ISBN: 9788836270859