Il grande dio Pan: il classico horror rivive a fumetti

Il grande dio Pan: il classico horror rivive a fumetti

La Londra vittoriana torna protagonista di un horror in questo fedele adattamento del capolavoro di Arthur Machen.

Adam Fyda continua nella sua riproposizione a fumetti dei grandi classici della letteratura horror. Dopo The Mountain of Madness di H. P. Lovercraft, inedito in Italia, tocca a Il grande dio Pan di Arthur Machen. Originariamente pubblicata tra il 1890 e il 1894, l’opera dello scrittore gallese inizialmente criticata per i contenuti sessuali fin troppo espliciti e per le tematiche così vicine al decadentismo assurse presto a pilastro del genere horror.

La storia

L’antefatto della storia si svolge in Galles, in una sala operatoria: una giovane ragazza, Mary, si sottopone a un intervento chirurgico sperimentale ad opera del padre adottivo, il dottor Raymond. Il fine è quello di permetterle di aprire il terzo occhio su un’altra dimensione, ritenuta la sola autentica. Abbattere quello che Schopenauer chiamava velo di Maya per fare esperienza di una realtà priva di etica e morale, popolata da creature che obbediscono unicamente a istinti primordiali e che nella figura del dio Pan hanno la loro perfetta incarnazione. L’esperimento riesce, ma Mary resta per sempre segnata dall’esperienza e da ciò che ha visto. Il successivo balzo cronologico sposta l’attenzione del racconto su una catena di misteriosi suicidi che sconvolgono l’alta società londinese e che sembrano connessi alla presenza di una nobildonna dall’oscuro passato, Helen Vaughan. La narrazione segue le indagini di tre diversi personaggi che, mettendo in pericolo la loro stessa vita, arrivano infine a scoprire l’orribile verità sul passato della donna.

Due modi di raccontare l’orrore nella Londra vittoriana

Immagine Pan 1 Chi si misura, almeno in ambito graphic novel, con il genere horror e lo fa raccontando una storia che ha per cornice la Londra vittoriana si deve inevitabilmente confrontare non solo con l’opera adattata ma anche con l’inarrivabile capolavoro From Hell firmato Alan Moore e Eddie Campbell. Whitechapel infatti appare sin da subito, come a voler suggerire la sinistra natura dei presunti suicidi riportando alla memoria le orribili gesta di Jack Lo Squartatore.

Il confronto con From Hell è comunque impari, soprattutto se in un’opera si cerca l’impronta riconoscibile del suo autore. Fyda, che di certo non è Moore, è sicuramente un ottimo illustratore ma come sceneggiatore si rivela alquanto mediocre o comunque poco interessato a rielaborare l’opera secondo la propria sensibilità. Il suo approccio al romanzo è fin troppo rispettoso e didascalico e, laddove interviene modificando il materiale di partenza, è solo per esigenze di trasposizione, ma senza mai tradire o approfondire l’anima del racconto. La sua attenzione è infatti perlopiù rivolta a ricreare le atmosfere orrorifiche per mezzo di un disegno i cui tratti sottili sono la preparazione a un sapiente impiego di un bianco e nero dal gusto pittorico che gli permette di dare forma a luci e ombre, privilegiando sempre queste ultime e donando così tridimensionalità, e la giusta dose di tetraggine, all’ambientazione.
Stona, a riguardo, la scelta di privare alcune vignette dello sfondo lasciando cosi le figure in primo piano emergere dal bianco della pagina. Una scelta che fa perdere di coesione al racconto, almeno nella sua dimensione visiva, spezzando l’armonia sapientemente raggiunta per mezzo di vignette dominate da un’oscurità nella quale è lo sguardo a dover ricercare il dettaglio senza che questo aggredisca il lettore.

Il risultato però è quello di un’opera fredda, di maniera, magari d’effetto ma priva di mordente (un po’ come le tavole in cui è raffigurato il dio Pan, tra le poche impreziosite dal colore, il blu), che si candida a ennesimo esercizio di stile fine a sé stesso, che puo’ certo promuovere l’opera di Machen ai giovani che ancora non la conoscono, ma che risulta assai meno interessante a chi Il grande dio Pan l’ha già letto.

Perché se Moore e Campbell in From Hell si sono ispirati alla teoria dell’inglese Stephen Knight descritta nel libro Jack the Ripper: The Final Solution, per offrire comunque una propria versione di quanto accaduto e raccontato, Fyda non si prende licenziosità, anche nei disegni e nelle soluzioni visive non sperimenta. Un adattamento ben fatto sì, ma che si limita appunto a questo.

Due stili a confronto

Immagine Pan 2Lo stile di Campbell ha fatto la fortuna di From Hell grazie a un tratteggio e a un gioco di contrasti che rendono Londra una una presenza reale, scolpita sulla carta, inquietante, ostile e conturbante.

L’opera di Fyda invece si serve del digitale per adottare sfumature assai più morbide e l’impressione generata da questi mezzitoni è quella di un’opera inizialmente a colori ma poi tradotta in bianco e nero. Fyda ammanta le sue tavole di una coltre onirica, creando un sottile distacco tra ciò che è reale e l’immaginario rappresentato.

Un distacco che inficia il coinvolgimento del lettore rendendo le tavole il palcoscenico per l’esercizio di bravura di un ottimo illustratore che dimentica però di graffiare il lettore, farlo scendere in quell’abisso così ben descritto da Machen, che sporca la coscienza e mina le certezze di chi legge.

L’opportunità di un adattamento a fumetti

Gli artisti che si dilettano ad adattare opere, ed è questo il caso di Fyda, si rivolgono spesso a generi che ritengono si sposino al loro stile. Si imbarcano in viaggi verso porti sicuri pensando che la devozione ad un’opera sia di per sé motivo sufficiente ad offrirne una nuova lettura. Ma un romanzo così ricco di spunti avrebbe potuto beneficiare, almeno in questa trasposizione a fumetti, di una maggiore attenzione ai suoi significati simbolici, soprattutto quelli legati ai culti pagani che attribuiscono alla natura una sua forza segreta e divina,  la cui bellezza e vitalità ha nella sessualità forse la sua più importante manifestazione. Proprio qui Fyda decide di non osare, censurando qualsiasi deriva erotica, rimanendo incollato unicamente alla forma classica di thriller-horror fantastico.  E se al lettore è lasciata  l’ultima parola sul senso e l’utilità di simili operazioni, mi sento di poter dire “che peccato, si poteva e si doveva osare di più“.

Abbiamo parlato di:
Il grande dio Pan
Adam Fyda
Traduzione di Gloria Grieco
Edizioni NPE, 2023
168 pagine, cartonato, b/n e colori – 22,50 €
ISBN: 9788836270941

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