I mondi paralleli di Robert Kirkman: Oblivion Song

I mondi paralleli di Robert Kirkman: Oblivion Song

Il nuovo fumetto di Robert Kirkman, Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni, portato in Italia da saldaPress, colpisce nel segno prestandosi a diversi livelli di lettura, specchio "fantastico" del nostro quotidiano e delle idiosincrasie moderne.

Il Canto di Oblivion è il suono della brezza, delle creature, degli insetti che abitano un mondo estraneo ai canoni umani. Rumore bianco di una dimensione aliena, sintesi di diverse voci che si fondono insieme in un istante che sembra di quiete infinita.

Philadelphia, East Coast, dieci anni fa. Una misteriosa alterazione dello schema di vibrazioni della materia traspone una vasta porzione della città in una dimensione aliena. La zona colpita dall’incomprensibile fenomeno viene nascosta alla vista con la costruzione di un imponente muro, Memorial, sul quale vengono incisi i nomi degli scomparsi. Lentamente la vita riprende il suo normale scorrere.  Tutti quelli che hanno perso qualcuno a seguito della trasposizione sembrano gradualmente a pacificarsi, perdendo la speranza di poter ritrovare i loro cari.

Mentre il resto del mondo rinuncia a capire il misterioso fenomeno, Nathan Cole continua i suoi viaggi verso la dimensione aliena di Oblivion alla ricerca di sopravvissuti e risposte, malgrado la mancanza di fondi governativi e la disapprovazione dell’opinione pubblica.

Robert Kirkman, autore di The Walking Dead, uno dei fumetti più iconici degli ultimi anni, ritorna sempre la casa editrice Image Comics a ripercorrere scenari apocalittici supportato da un copione intrigante.

Personaggi ben delineati, forti nelle motivazioni e portatori di una giusta ossessione verso la vita e gli affetti, animano tavole che si prestano a diversi livelli di lettura. Temi come la paura del diverso, la costruzione di muri che ci proteggono da ciò che non capiamo e consideriamo alieno, sono solo alcuni degli spunti che trapelano da una trama solida e capace di creare una forte empatia con il lettore.

La barriera eretta a ricordo (Memorial) dei dispersi assume così i connotati di una dichiarata rinuncia alla speranza di ritrovare gli scomparsi, un simbolo della volontà di abbandonarne le ricerche. Un emblema della meschinità umana, preoccupata di conservare e preservare il lento e quotidiano scorrere della propria esistenza.

I pochi sopravvissuti, recuperati da Nathan Cole, sono guardati con sospetto, (ultra)corpi estranei, reietti, provenienti da una dimensione aliena. Un mondo lontano e violento nel quale chissà quali semi crudeli possono aver piantato le radici nei loro corpi umani. Gli stessi sopravvissuti, ricondizionati a una vita pericolosa e selvaggia, non sembrano riconoscersi più nei bisogni e nei ritmi della vita moderna, cortocircuito vivente tra istinti primitivi e ammaestramento odierno.

Il Canto di Oblivion sembra così assumere la cifra stilistica di un ritorno alle origini, il suono di un mondo nel quale rifarsi una verginità e sopravvivere contando solo sulle proprie forze e abilità. Nel quale ritrovare un nuovo equilibrio e  dove riscoprire o reinventare se stessi, riuscendo, per alcuni, a ribaltare la propria natura di perdenti.

Grazie a una scrittura rodata Kirkman mette in scena le diverse sfumature dell’animo umano in modo assai credibile e compiuto, disseminando indizi, facendo procedere la narrazione con i giusti tempi, dosando sapientemente cliffhanger ed introspezione.

Disegni e colori, affidati a Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni, concorrono a delineare con maggior vividezza caratteri ed ambienti. Con uno stile vibrante e dinamico, De Felici regala inquadrature sempre a fuoco che catturano gli stati d’animo dei protagonisti, rappresentandone le emozioni e le sfumature caratteriali. L’ottima prova del disegnatore italiano lascia poi il segno con la creazione della dimensione aliena di Oblivion. Un mondo ricco di nuance, abitato da esseri selvaggi e pericolosi, raffigurato con un tratto appassionato e creativo capace di fondere le architetture cittadine alle linee distorte di paesaggi alieni.

I colori di Annalisa Leoni completano un lavoro grafico dall’ottima cifra immaginifica, utilizzando tinte sabbiose per descrivere i paesaggi di Oblivion, sottolineando la natura grottesca, inospitale e malsana dei suoi ambienti. Tinte pulite e brillanti rassicurano il lettore  nelle parti ambientate sulla Terra evidenziando la dicotomia tra i due mondi.

Oblivion Song si candida a essere un’opera ricca di suggestioni, lente d’ingrandimento sotto la quale l’analisi dei fallibili rapporti umani e il puro intrattenimento possono giungere a trovare il giusto compromesso.

Abbiamo parlato di:
Oblivion Song vol #1
Robert Kirkman, Lorenzo De Felici, Annalisa Leoni
Traduzione di Andrea Toscani
saldaPress – collana Skybound, 2018
144 pagine, brossurato, a colori – 14,90 €
ISBN: 9788869193941

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