Highway to Hell: un horror italo-americano in Massachusetts.

Highway to Hell: un horror italo-americano in Massachusetts.

Da un'idea di Davide “Boosta” Dileo, tastierista dei Subsonica, un horror-noir ambientato nella provincia americana senza mordente. 

hthcLe lunghe strade statunitensi, le “highways” che attraversano il paese in lungo e in largo, offrono spesso scorci suggestivi e enigmatici che fanno correre la fantasia di chi guida per chilometri e chilometri osservando un paesaggio mutevole. Fanno paura, di notte, a fari bassi, immerse nel nulla. Il luogo ideale in cui far nascere una storia. Magari una storia dell’orrore, una di quelle in cui una tipica tavola calda ai bordi della strada può diventare luogo di terribili segreti e efferati omicidi. Dove un paesino in lontananza, scambiato per pacifico luogo di pernottamento, diventa uno scenario da incubo, popolato da mostri e creature sovrannaturali.
E proprio questa è l’ispirazione alla base di Highway to Hell.

Siamo sulla East Coast americana, per la precisione sulla Route 5 che corre dal New England Al Vermont, passando per Deerfield, Massachusetts. E proprio qui due agenti dell’FBI, Isaac Brew e Jay Mirchandani, si ritrovano alle prese con un terribile caso di teste mozzate, ennesimo di una lunga serie di delitti che si stanno verificando lungo la superstrada. Tutti gli indizi portano ad una misteriosa figura che indossa un’armatura e va in giro ad uccidere persone con una chiave a pappagallo. Ma la verità è ben più terribile di quello che sembra: esseri mostruosi si muovono ai margini della Route 5 e Dusker, l’uomo in armatura, è l’unico che può fermarli.
Questa la trama della miniserie di quattro numeri pubblicata da Panini Comics, nata da un racconto dal titolo Il Tramontatore” di Davide “Boosta” Dileo, tastierista dei Subsonica, e realizzata sulla carta da Victor Gischler ai testi, per i disegni di Riccardo Burchielli e Francesco Mattina, membri dell’Italian Job Studio insieme a Diego Malara, Giuseppe Camuncoli e Stefano Caselli.

La casa editrice modenese punta forte sulla storia, in un progetto ambizioso e rischioso. Si guarda al mercato internazionale (da alcuni mesi sappiamo che la serie sarà pubblicata negli USA da Darkhorse) e i nomi coinvolti sono di primo livello, tutti ben noti oltreoceano. Anche il coinvolgimento di un nome esterno al mondo del fumetto è un richiamo per i lettori italiani più curiosi o meno vicini a questo genere. Un progetto delicato, insomma, con una storia che ha tutti gli elementi che possono farla scadere nel banale, nel già visto. Purtroppo, alla fine del quarto numero, possiamo dire che Highway to Hell non sia riuscita a evitare questa trappola, finendoci dentro in pieno.

Nel primo numero il lettore si trova di fronte al più classico dei polizieschi investigativi, condito di elementi horror, mutuati in tutto e per tutto da serie tv come True Detective, solo per citare il più recente esempio del genere. Andando avanti, la serie si trasforma in un horror, senza però sviluppare un vero cambio di passo. Dusker è un “tramontatore”, membro di una stirpe di prescelti che combatte il male, qui impersonato da un ragazzino alla guida di una legione di creature mangia-uomini che controllano nell’ombra alcuni uomini in posizioni importanti. Altra storia già sentita e risentita, presa qua e là da innumerevoli saghe più o meno famose, dal cinema alla letteratura (si può citare Non Aprite quella Porta, per farsi un’idea delle atmosfere).

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Da qui in poi la vicenda corre verso un finale scontato, in maniera lineare, con un ritmo serrato che però non salva la vicenda, e anzi affossa ogni possibilità di sviluppo dei personaggi, che rimangono cristallizzati dall’inizio alla fine nel loro ruolo: dall’agente Brew, rozzo, mezzo alcolizzato, irascibile ma dal grande senso dell’onore, passando per l’agente Ramirez, bella, sensuale, ma forte e decisa, fino a Dusker, monolitico nella sua crociata contro i mostri e privo di alcuno spessore, così come i demoni che combatte. Nemmeno l’agente Mirchandani, che dovrebbe essere l’elemento emotivo della storia, riesce a smuovere una qualsiasi forma di empatia nel lettore, restando ai margini della vicenda per due quarti del suo svolgimento.

Il coinvolgimento di Victor Gischler (X-Men, Deadpool, Dracula), motivato dalla voglia di donare un po’ di autenticità a trama, atmosfere e caratterizzazioni, si rivela un ulteriore punto debole. L’autore di Baton Rouge è poco ispirato, e i suoi dialoghi si dimostrano perfettamente in linea con la mediocrità della trama, contribuendo a rendere i personaggi delle macchiette. 726b5803b5Ogni battuta è forzata, eccessiva, piena di imprecazioni, come in un qualsiasi film d’azione degli anni ’90. E se all’inizio possono creare atmosfera, a lungo andare suscitano solo un senso di fastidio e frustrazione nel lettore, che non può fare a meno di avvertirne l’artificiosità. Forse il coinvolgimento di un autore italiano avrebbe dato alla serie un taglio diverso e magari più originale, almeno negli scambi tra i personaggi.

Unica nota veramente positiva spetta ai disegni. Riccardo Burchielli, disegnatore principale della mini serie, realizza uno dei suoi lavori migliori degli ultimi anni, grazie ad un tratto chiaro, deciso, che conferisce peso e spessore a ognuno dei personaggi, riuscendo a caratterizzarli laddove il testo fallisce. Il ritmo della storia è scandito in maniera fluida, mai confusa, e guida lo spettatore tra scene riflessive e scene d’azione con grande naturalezza. E sono soprattutto le scene splatter quelle in cui Burchielli dà il meglio di sé, tra citazioni (La Cosa di John Carpenter o il Nosferatu di Marnau) e splash pages davvero terrificanti, crude e di grande potenza, raramente viste in altri fumetti italiani di questo periodo. Fanno da contraltare, nelle parti dedicate ai flashback, i disegni onirici e sfumati di Francesco Mattina, che cura anche le copertine di grande impatto, riuscendo a creare la giusta atmosfera da incubo lucido. I colori di Luca Saponti completano efficacemente il comparto artistico, conferendo un senso di pesantezza e di tensione grazie a toni plumbei spezzati da esplosioni di rossi intensi nelle scene horror.

La serie Panini è dunque un involucro ben disegnato ma senza alcun contenuto davvero interessante, che può far presa sugli appassionati del genere e magari far breccia oltreoceano grazie a un’estetica di grande effetto che piace al pubblico statunitense, ma che non riesce a trovare una voce personale, ritrovandosi relegata nell’ampio numero di opere derivative. In definitiva, un’occasione mancata per creare qualcosa di originale nel panorama italiano.

Abbiamo parlato di
Highway to Hell
Davide “boosta” Dileo, Victor Gischler, Riccardo Burchielli, Francesco Mattina
Panini Comics – Dicembre 2014 /Aprile 2015
48 pagine cad., spillato, colore – 3,00 € cad.

 

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