Come già avemmo modo di vedere per Milano Criminale, Diego Cajelli è uno sceneggiatore meticoloso fino alla mania per quanto riguarda fonti iconografiche, e non solo. Anche per questa presentazione di Mambo Italiano ci ha sommersi di foto e articoli di varia (e dubbia?) provenienza.
Documentazione per la sceneggiatura
“Questo materiale io lo uso, e più in generale, uso quel tipo di materiale NON in modo diretto. Non ci sono passaggi, idee, frammenti o altro, citati direttamente in Mambo o negli altri fumetti che faccio. Quelle informazioni io le uso “in background”, nel senso:
Perché in Mambo i mafiosi hanno un autonoleggio? Perché storicamente è plausibile, vedi l’articolo xxx…. Perché Enzo è stato chiuso ad Aversa? Perché è la struttura psichiatrica predisposta… eccetera…
Diciamo che la mia documentazione è una documentazione informativa più che citativa…” (Diego Cajelli)
Per esempio, sulla criminalità e i risvolti mafiosi milanesi, Cajelli attinge dall’Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord, e alla sua rivista Omicron. In particolare il numero 26 (che è liberamente scaricabile qui), dove leggiamo:
“Il punto di partenza che è bene non perdere mai di vista è che la Lombardia è divenuta, in termini di ‘presenzé la quarta regione italiana di mafia. (…) in particolare la provincia di Milano è diventata nel corso degli ultimi anni il luogo di convivenza patteggiata di tutte le forme e di tutte le organizzazioni mafiose (…)
La Commissione elencava poi le attività commerciali soggette a inserimento da parte delle cosche. (…) vi rientrano a pieno titolo (..) ristoranti, bar e pizzerie (…)”
Ancora, sull’Ospedale Psichiatico Giudiziario di Aversa, il primo manicomio giudiziario d’Italia, trova materiale di ispirazione in un articolo di Antonella Patete (potete leggerlo qua)
“Chi entra per la prima volta nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa non ha dubbi. Malgrado l’etichetta di ospedale questo non è un luogo dove la gente viene per curarsi. Lo dicono le sbarre alle finestre, i padiglioni chiusi, gli agenti di polizia che dal gabbiotto dell’ingresso alle scale, ai piccoli viali del parco, all’area verde costituiscono un elemento costante del paesaggio. (…) Lo afferma a chiare lettere il direttore, Adolfo Ferraro, psichiatra, che dichiara senza troppi peli sulla lingua: < <L’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, come tutti gli opg, era ed è un deposito per tutti coloro che creano problemi all’interno della società. Non scontano una pena, perché non possono ritenersi colpevoli dei reati che hanno commesso, ma vengono rinchiusi come misura di sicurezza, in quanto potrebbero reiterare i crimini che li hanno portati davanti ai giudici>>.”
Così come stralci di articoli dalle più disparate fonti informative, come per esemio dalla rivista Diario: “ (…) C’é, al Nord, un punto d’incrocio tra Catania e Corleone: l’autoparco di via Salomone, a Milano; qui diverse cosche mafiose si rifornivano di eroina e kalashnikov (…)” (articolo di Giuseppe Bascietto).
Fonti iconografiche: ambienti e personaggi
Le foto sono un elemento che Cajelli utilizza ampiamente per fornire ai disegnatori i riferimenti grafici. Per esempio, per quanto riguarda l’ambientazioni, abbiamo foto di Milano, foto di pizzrie come esempio per quella dei fratelli Messina, ma anche supporto per scene particolari come quelle che saranno ambientate in appartamenti in demolizione, in un autosalone o in una spiaggia tropicale.
Per i personaggi, oltre a tutta una serie di foto di veri malviventi usate per gli scagnozzi minori, ecco le indicazioni di Diego Cajelli per Federica Manfredi per quanto riguarda i principali personaggi di Mambo Italiano.
ENZO MESSINA
30 anni, comunque un paio meno del fratello. Prendi Michele Foschini, mixalo con il cantante dei REM, vestilo male, mettici degli occhiali con la montatura nera anni ’60, tipo quelli di Luca Bertelé, poi chiudilo 15 anni in manicomio. Guance scavate, sguardo “instabile”, può sorridere ma comunque sarà un sorriso inquietante. È alto come il fratello, ma pesa tre volte di meno. Lo metti di profilo e sparisce. Capelli cortissimi. Guarda bene lo sguardo della foto Enzo 3.
NICOLA MESSINA
31 anni, fisico massiccio ma non definito come quello dei palestrati. È grosso e muscoloso, ma ha quel tipo di muscoli che sotto una maglietta non aderente non si notano subito, è un torello ma non ha scolpito uno ad uno i suoi muscolacci. Certo, vedendolo in canottiera lo si può intuire. Nicola è il fratello di maggiore di Enzo e devono assomigliarsi un po’, direi che potrebbero avere lo stesso naso e lo stesso taglio di occhi, può avere i capelli un po’ lunghi. La mia idea iniziale per caratterizzare il personaggio di Nicola partiva dalle foto di un tamarrissimo wrestler. Poi, Federica, leggendo un passaggio della mia descrizione, ovvero: Nicola è un ragazzo con il quale usciresti volentieri, ha mediato i miei gusti tamarri con i suoi raffinati gusti femminili: Nicola è così diventato più simile a Brad Pitt e non ad un tarro di Quarto Oggiaro. MARTA
Circa 25 anni, una ragazza carina, gentile, veste anche lei in maniera molto normale, non vorrei caratterizzare i vestiti seguendo le mode del momento, non vorrei metterci esagerati “alternativi” o “fighetti” eccetera, vestiamoli tutti abbastanza bene, senza etichette di moda riconducibili ad una classe sociale di appartenenza. Ti ho messo delle foto di Franka Potente, l’attrice di “Lola Corre”. Marta pero’ è bruna, e ha un po’ più seno rispetto a Franka!
FRANK SINATRA
Quando Nicola si innamora di Marta, vede il fantasma di Frank Sinatra cantare “I’ve got you under my skin”.
SALVATORE
È il primo esattore che incontrano. È mafioso, ma è un tipo discreto, da primo approccio, non è uno violento o che incute timore a prima vista. Hai delle foto di Alfred Molina, rispetto alle foto lo vorrei meno “simpatico”.
D’ELIA
È boss, il padrino, il Don, anche se nella mafia calabrese, non si usa Don ma Capo Bastone, o U Zianu, ma diventano cose troppo complicate, per cui tutti lo chiamano Signor D’Elia e basta. Ha 70/75 anni, e quando penso ad un personaggio così vecchio, a me viene in mente sempre e solo Montanelli. Mi piacerebbe vestisse con un bel pullover tipo Missoni, pantaloni in velluto e belle scarpe. Apparentemente è un tranquillo vecchietto, ma ad un suo ordine, un suo uomo potrebbe compiere uno scempio nel salotto buono di una famiglia per bene.
BELLA FACCIA
È l’insospettabile e rispettabile contatto della cosca con l’esterno. Ha 40 anni. Non è una caricatura come gli uomini che gli stanno vicino, è biondo, e si veste come un consulente globale di Mediolanum, magari guida un BMW, e i suoi vestiti costano come la mia cucina. Se tu vivessi a Milano, ti porterei a vederli di persona queste persone qua, esistono, ci sono, nella loro mente c’é l’investimento per il futuro, le vacanze a Cuba, l’aperitivo con la modella, hanno il santino con la foto di Briatore nel portafogli, intrallazzano con ambienti loschi, leggono Class, collezionano Rolex, e ti vendono idee disegnate attorno a te, ma che convengono solo a loro. Immagina uno di questi super manager mega intrallazzati che lavora per la cosca. Quello che ottieni è Bella Faccia.
TURI IL NANO
Riccio di capelli, basso e tarchiato. Viso maligno, pizzetto lungo, modi bruschi, forse ex muratore affiliato alla cosca. È un torello. Rispetto a SALVATORE, lui e il suo socio sono evidentemente dei malavitosi. Sono quelli che vengono a spaccarti le gambe. La foto allegata è il punto di partenza iconografico per il personaggio.
CARMELO
Nipote di SALVATORE e socio di TURI IL NANO. Circa 35 anni, bello, alto ma unto. Quelle “bellezze latine” un po’ viscide, esagerate nel vestire, dai modi cafoni. Un trucido dal bell’aspetto. Non ci pensa due volte a spaccare la faccia a qualcuno.
VITO
Killer e guardaspalle Professionista. Un duro. Un vero duro da periferia, quelli che quando incontri per strada speri che non succeda nulla. Indosserà sempre un cappello con il logo della BERETTA (vedi foto). Tu dirai: A che serve? E io rispondo: Quel logo è essenziale per un colpo di scena, uno dei tanti, e in teoria dovrebbe far ridere. Mah…
NANDO
Misero tirapiedi un po’ coglione. Naso a patata, occhi da buono, capelli unti e un po’ lunghi, accenno di pizzo e baffetti.
Curiosità varie
Infine, una curiosità, direttamente da Diego Cajelli: “In Mambo Italiano, i due protagonisti: Nicola e Marta vanno al cinema, vanno a vedere un film di animazione, come se io e te andassimo a vedere “Incredibles”. In Mambo Italiano si vedono due scene del finale del film. Quel film è il prossimo fumetto che faro’ con Bertelé. È un fil in, un albo di 32 tavole a colori.”
Il fumetto in questione si intitolerà Michigan Stud (in allegato, tre pagine di sceneggiatura). Eccone la descrizione del personaggio:
“Alto, bello, investigatore della Attica Assicurazioni, modello part-time per calendari Gay, Michigan Stud è il più improbabile eroe imbecille dei fumetti. Il suo universo è un universo che trova nell’incoerenza la sua coerenza. In questa sua prima avventura se la deve vedere con il perfido Dobler, il signore del crimine dell’isola Passiflora, che ha deciso di controllare l’universo intero agendo sulla matrice della percezione. Michigan e la misteriosa Diva, una ragazza con il più grosso paio di tette mai viste a memoria d’uomo, dovranno salvare l’universo, scopriremo che Diva in realtà e un’agentessa speciale di un noto gruppo di agenti segreti conosciuti con il nome di Illuminati, loro difendono l’universo dai vari pericoli in agguato…
Questo e molto altro, sulle pagine di MICHIGAN STUD, CORRENDO SULLA MANO DI UN BUDDAZILLA, molto prossimamente, sulle pagine di un fumetto!”
E questo è solo un piccolo escursus nel “dietro le quinte” di Mambo Italiano!