Napoli Comicon ha acquisito negli ultimi anni una popolarità sempre crescente, sino ad acquisire un posto di primo piano nel panorama fieristico italiano. Dietro questo successo c’é il nome di Claudio Curcio, presente fin dalla prima edizione della mostra. Lo abbiamo incontrato per un’intervista in esclusiva dove, tra un bilancio a caldo di questa edizione e i progetti per il futuro, ci ha anche rilasciato una dichiarazione riguardo alle polemiche sullo spostamento del Comicon in un’altra città, che pochi giorni prima della mostra avevano infiammato la rete.
Siamo qui con Claudio Curcio, anche quest’anno direttore generale del Napoli Comicon. Facciamo un bilancio a caldo di questa edizione della kermesse.
I bilanci sono senza dubbio positivi da tantissimi punti di vista: la presenza degli ospiti internazionali è stata di livello superlativo, considerando anche che non abbiamo avuto defezioni. Ci sono stati momenti davvero altissimi per gli appassionati di fumetto, come gli incontri con Moebius e Go Nagai, emozioni che pochi festival possono vantare. Le mostre mi sembra che siano state unanimemente apprezzate, la disposizione su due livelli ha permesso una maggiore circolazione di persone a differenza degli altri anni. Nelle edizioni passate, il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio si faceva un po’ fatica a camminare, cosa che invece quest’anno non è successa nonostante l’affluenza sia stata maggiore. Sicuramente l’aver ingrandito così tanto il festival ha portato anche a un aumento dei problemi, che a mio avviso sono stati superati. Mi sembra che alla fine tutti siano rimasti soddisfatti, dal pubblico agli espositori passando per gli stessi autori.
La maggior parte delle mostre sono state allestite al piano superiore, ma questo non ha favorito la dispersione dei visitatori? Inoltre parte del pubblico non è riuscito a raggiungerle, altri invece si sono lamentati della scarsa visibilità per le gallerie allestite sul piano inferiore. Cosa ne pensi?
Il problema delle mostre al piano inferiore è che vengono fatte su richiesta tardiva degli editori. Noi siamo diventati un riferimento per l’allestimento delle mostre ed è difficile far capire a tutti che sviluppiamo un programma culturale molti mesi prima dell’inizio del Comicon, ossia le mostre, gli ospiti, gli originale, le assicurazioni, le scenografie partono mesi e mesi prima. Finita la stagione invernale delle fiere e in particolare Angouleme, il nostro programma è tutto già definito, le case editrici non programmano invece le richieste con lo stesso anticipo, ma proprio a ridosso della mostra. La suddivisione fra primo e secondo piano serviva anche a questo, cioé ad avere più spazio nella sezione della fiera dedicata agli editori. L’idea era appunto avere un corpo centrale di mostre organizzate direttamente dal Comicon al carcere alto, così da poter inserire le mostre degli editori direttamente nei loro spazi espositivi.
Adesso è chiaro che la scarsa visibilità dipende purtroppo dal fatto che quando ci vengono proposte delle mostre, chi le propone lo fa senza riflettere sui tempi e sulle modalità di dove e come queste mostre verranno collocate. Noi stessi abbiamo difficoltà: c’é un certo standard per le nostre mostre e lo avete visto al carcere alto, c’é un percorso che viene studiato prima, ci sono delle indicazioni, c’é una certa cura anche nell’illuminazione. Anche se possono non essere perfette, vengono realizzate con estrema cura. Se gli editori ci propongono delle mostre, spesso fino a poco prima dell’inizio della mostra non riusciamo a sapere nemmeno, per esempio, di quante tavole originali sono composte, che apparato scenografico può esserci. Questo è il primo anno nel quale ci sono 6 o 7 mostre oltre a quelle del programma del Comicon: per queste mostre ci siamo trovati col fiato corto perché da parte di chi le proponeva non c’é stato un supporto degno che ci permettesse di dargli la stessa visibilità, la stessa cura e la stessa attenzione di quelle realizzate direttamente da noi.
Faccio un esempio: la mostra di Lys che doveva svilupparsi su un percorso molto, molto ampio, ci dovevano essere delle integrazioni che poi non sono arrivate, lo spazio alla fine è risultato più grande di quanto fosse necessario. Va considerato come un primo esperimento, se manterremo anche l’anno prossimo questa struttura, e immagino di sì, l’esperienza ci permetterà di non ripetere gli stessi errori.
Sempre a proposito delle mostre, noi che siamo all’interno del castello, in quanto web partner ufficiale di questa edizione, non abbiamo potuto ammirare quelle della rassegna Comic(on)Off, che si possono visitare in tutta la città. Sappiamo che tu hai dedicato loro la prima giornata della manifestazione: qual è stato il riscontro del pubblico? Cosa ti è piaciuto e cosa invece avresti fatto in maniera diversa?
Le mostre del Comic(on)Off rispondono a un esigenza precisa, che è quella di essere più presenti in città e soprattutto valorizzare le collaborazioni con gli istituti di cultura e i centri di cultura napoletani. Alcune collaborazioni sono ormai rodate, come quella con l’istituto di cultura francese Le Grenoble che dal 2000 collabora attivamente col Comicon. La Francia ovviamente è il paese più sensibile sul tema fumetto, quello che mi ha fatto anche piacere è stato proseguire, dopo aver cominciato l’anno scorso, i lavori con il Goethe-Institut Neapel e con l’istituto Cervantes, che ha dimostrato lo stesso interesse pur avendo cambiato direzione. I tre istituti di cultura hanno promosso insieme le loro attività legate al Comicon e per la prossima edizione stiamo già programmando con l’istituto Cervantes una grande mostra sul fumetto spagnolo insieme ad una collaborazione col festival di Barcellona, sul tema dell’anno prossimo che sarà il rosso… ovvero Magenta. Posso dire che il successo delle mostre in città è proporzionato alla pubblicità che ne fanno le sedi ospiti. Ci sono anche le attività dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che da 3 anni collabora con il Comicon con incontri, workshop, e mostre di altissima levatura. Le mostre possono essere visitate anche durante tutto il mese di Maggio, è un modo per essere presenti e lasciare presente il fumetto in città oltre i tre giorni del Comicon.
Il Comicon ormai è una manifestazione ricca di rapporti con l’estero e anche con il territorio, basti pensare al gemellaggio con Angouleme. Puoi anticiparci quali saranno i rapporti con l’estero per “Magenta”?
Con Angouleme è prevista una promozione della decima edizione in Francia. È opportuno precisare “…se tutto va bene“, perché la struttura di Angouleme è molto complessa: tra un paio d’ore ho appuntamento con il direttore artistico per parlare di questa cosa, e poi molto dipenderà dalle istituzioni. Quello che abbiamo fatto quest’anno è il massimo che possiamo fare con le nostre forze, voglio dire anche economiche. L’incasso dei biglietti e degli stand sono le nostre entrate commerciali, oltre all’intervento degli sponsor, e questo budget ci permette di fare questo tipo di investimento. È chiaro che il lato promozionale è quello che più risentirebbe delle diverse possibilità economiche, per cui anche le istituzioni ci dovrebbero supportare in questo intento promozionale in Francia.
Il quartetto di festival che sta cercando di mettere su la rete di festival europei è composto, oltre a Comicon, Angouleme e Barcellona, anche dal festival di Erlangen in Germania. Come Barcellona è stata ospite quest’anno, vedi anche la mostra su Historieta de Catalunya, l’anno prossimo sarà ospite Erlangen: organizzeremo in collaborazione con loro una mostra qui da noi e poi, siccome lì il festival si tiene a Giugno, in Germania porteremo una mostra italiana.
Un’altra cosa che abbiamo potuto registrare quest’anno è che rispetto all’anno scorso c’é stata qualche defezione tra gli editori, mentre altri si sono accorpati nello stesso stand. Inoltre da un punto di vista editoriale abbiamo visto sugli scaffali poche novità. Hai fatto la stessa osservazione anche tu?
Prima di tutto non sono d’accordo che ci siano meno editori…
Editori diversi?
Defezioni non ne conto, anzi mi vengono in menti editori nuovi: la Rainbow partecipa per la prima volta, la Planeta DeAgostini partecipa per la prima volta, tra l’altro partecipa anche per la prima volta a un festival. Sono sicuro che questa edizione ha registrato il maggior numero di editori presenti direttamente, poi ci sono quelli rappresentati dai distributori. Chi pensi che manchi?
Mi vengono in mente FreeBooks, Star Comics, Kappa Edizioni, JPop, Vittorio Pavesio.
Tra gli editori torniamo sulla Planeta: prima volta assoluta a un festival italiano per la casa editrice spagnola che ha riportato la Dc Comics in Italia. Di cosa si è parlato nella conferenza di presentazione?
Io purtroppo ero impegnato con gli ospiti per cui non ho potuto seguire molte conferenze. Luca Boschi ha seguito questa parte del programma, sicuramente erano presenti gli “alti gradi” della Planeta quindi penso sia stato un incontro interessante. Tra i presenti, il direttore editoriale Perez insieme ai responsabili e il disegnatore di Manhunter, Jesus Saiz, che si è concesso agli ammiratori allo stand autografando albi e realizzando disegni per tutti. Quella di Jesus Saiz è stata una sorpresa che ci ha fatto la Planeta all’ultimo momento. L’accordo con loro dovrebbe ripetersi anche l’anno prossimo, anzi dovrebbe essere ampliato.
Rimanendo in tema di incontri, ci sono stati molti incontri interessanti, ma penalizzati dalla location differente rispetto all’anno scorso, che ha portato cambi di orario, assenze e cancellazioni. Un dato da osservare, quali sono i propositi per il futuro?
Quando noi spostiamo il percorso del castello, c’é sempre un momento di assestamento. L’anno prossimo siamo intenzionati a rimanere il più possibile fedeli a questo tipo di percorso, per cui anche la stessa struttura e organizzazione delle aree compresa la sala incontri verrà probabilmente mantenuta.
Nell’organizzazione della mostra c’é sempre da tenere in considerazione la struttura del castello che non permette certe cose. Questa è la penalizzazione di stare in una location così importante da un punto di vista artistico-culturale come Castel Sant’Elmo?
Si,sicuramente. Questa è una location bellissima ma difficilissima…
Apprezzata molto anche da Steve McNiven. In un’intervista realizzata da noi (che a breve pubblicheremo su LoSpazioBianco.it) Steve infatti diceva di non essere mai venuto in un posto così bello per una convention di fumetti.
Il castello è sicuramente una delle nostre forze. Come diceva anche Claremont l’anno scorso, gli ospiti non riescono a immaginare che si troveranno in un posto del genere per una convention di comics. Questo è anche quello che pensano i visitatori che vengono da fuori, in special modo americani e giapponesi.
Alla premiazione dei premi Micheluzzi, tra gli altri si è distinto in particolare Don Zauker, il fumetto de Il Vernacoliere, che ha vinto 3 premi come miglior disegno, miglior sceneggiatura e miglior racconto umoristico. Anche quest’anno, come accadde l’anno scorso con Una lacrima sul visoi de I Cani, si è deciso di premiare un fumetto un po’ fuori dal “sistema”. Volevo commentassi la ricerca dei fumetti nel premio Micheluzzi, in cui si scandagliano tutte le realtà, non solo quelle delle major più conosciute.
L’en-plein di Don Zauker rappresenta la bontà del progetto-premio, nel senso che se la selezione è fatta egregiamente da tutti i selezionatori coordinati da Matteo Stefanelli, se la coordinazione fosse troppo cervellotica ed elitaria probabilmente anche la stessa giuria non si renderebbe conto di quello che gli viene proposto. Invece i selezionatori hanno pensato di inserire Don Zauker nelle tre categorie, e la giuria ha ritenuto di doverlo premiare nelle tre categorie. Ne faccio un punto d’orgoglio l’essere andato al di fuori dei circuiti principali dell’editoria tradizionale, d’altronde noi siamo convinti della bontà del criterio, della selezione e della giuria. La giuria è composta da personalità varie del mondo della cultura appassionati di fumetto, di modo da avere diversi punti di vista, coordinati da autori di fumetto.
Il premio forse non più importante ma più riconosciuto è andato a un giovane, cioé a Squaz per Pandemonio. Voci di corridoio dicono abbia vinto al rush finale sul più quotato S. di Gipi, vincitore l’anno scorso per il miglior disegno in un libro a fumetti. Doverosa alternanza o un premio che nasce a prescindere per l’esclusiva validità del prodotto?
Noi non vogliamo e non possiamo arrogarci il diritto di fotografare oggettivamente il meglio di quello che succede, ma sicuramente non siamo lontani. Comunque la giuria sabato mattina potrebbe aver preso una decisione piuttosto che un’altra, alla fine sono due volumi validissimi. Gipi è stato premiato e pluripremiato anche da voi, quindi può essere che ha sofferto anche della sovraesposizione mediatica, pero’ siamo tutti consapevoli della bravura di Squaz, e noi siamo particolarmente orgogliosi perché Squaz era protagonista della prima mostra di Futuro Anteriore, nell’edizione del 2002. Vuol dire che il lavoro che fa il Comicon è un lavoro serio e concreto, visto appunto che secondo noi una giovane promessa che necessitava di maggiore visibilità, dopo cinque anni vince il premio come miglior romanzo grafico. Insomma, vuol dire che qualcosa ne capiamo di fumetto.
Agganciandoci al discorso dei Micheluzzi, Comicon è forse l’unica fiera in Italia che riesce a uscire dalla critica dell’autoreferenzialità, in quanto ospita cultori di media differenti all’interno della fiera del fumetto. Cosa pensi di questa strada intrapresa e come pensi di svilupparla?
Noi l’abbiamo intrapresa da sempre, nel senso che per noi organizzare il Comicon non è organizzare la fiera a Napoli. Da subito si è trattato di organizzare un evento che avesse al centro il fumetto inteso come medium, inteso come forma di espressione, inteso come protagonista di un vero e proprio festival, così come poteva esserlo un festival di cinema, così come poteva esserlo un festival di letteratura. Sono cominciate le contaminazioni e dopo nove anni, tirando le somme, possiamo vedere che abbiamo delle partnership importanti come Repubblica che ha intrapreso una strada legata al fumetto e per la prima volta si è legata a una manifestazione in maniera articolata. Repubblica è stata Main Sponsor quindi ha investito molto nella sua partnership con il Comicon e XL ha investito nella parte contenutistica, con uno speciale, gli autori, la mostra, le performance. Il lavoro ci sta dando ragione e sicuramente continueremo cosi. Anche lo stesso Premio XL, l’ho proposto nell’ambito dell’accordo pensando al Premio RTL che la radio dà in Francia e sono sicuro che anche se è un premio che ha delle logiche completamente diverse e va dove vuole andare, potrà fare tantissimo per l’avvicinamento di tanta gente “normale” al fumetto, più di quanto possano fare i premi Micheluzzi.
Un’altra partnership è stata proprio quella con LoSpazioBianco.it. Una collaborazione simile a quella che avviene nelle grosse convention americane dove c’é sempre il sito di fumetti, conosciuto e importante che viene a consegnare un premio. Come è stata concepita e voluta questa collaborazione?
La collaborazione con LoSpazioBianco.it a noi ha fatto piacere perché ci permette di avere un partner sul lato internet che è importantissimo per il fumetto. C’é movimento nella rete tra forum, critiche e news, sono cose che viaggiano molto più sui siti internet che non altrove. Negli anni abbiamo ospitato vari premi consegnati da entità diverse, il premio de LoSpazioBianco.it che è stato inserito nella serata dei Micheluzzi era un premio che era oltre i Micheluzzi, oltre XL, oltre Nuove Strade: era un premio che andava a completare gli altri. Sicuramente dobbiamo lavorare per migliorare alcuni aspetti, ma è un buon inizio.
Ora ci avvaliamo del fatto di essere i web-partner di questa edizione per chiederti una dichiarazione ufficiale: sappiamo che ci sono state un po’ di polemiche proprio a ridosso del Comicon su un mancato appoggio delle istituzioni. Poi su internet sono scoppiate le voci più disparate: si è parlato di “Roma Comicon”, poi si è parlato di “Bologna Comicon”, poi ci si è sentiti rassicurare sul fatto che la decima edizione sarà comunque qui a Napoli. Tu hai specificato che il Comicon non è Napoli, ma è una manifestazione del fumetto che viene fatta a Napoli. Vedresti un’evoluzione all’infuori del castello? Ci fai il punto della situazione?
Un’evoluzione all’infuori del castello la vedo difficile, nel senso che, come detto sopra, una delle forze del Comicon è questa sede. È chiaro che per come sta crescendo il Comicon la sede stessa crea dei problemi, perché noi qui non possiamo fare entrare più di un certo numero di visitatori.
C’é una limitazione sul numero dei biglietti che si possono vendere?
C’é una limitazione sul numero di persone che possono entrare qui, quest’anno che sapevamo di avere più pubblico abbiamo scelto di svilupparci su due livelli anche perché così questo limite poteva essere aumentato grazie alla terrazza, dove è previsto possano stare svariate migliaia di persone, quindi il tetto massimo di ticket emettibili è variato. Il Comicon è anche una manifestazione nella quale la gente staziona, il 60% dei visitatori rimane all’interno della struttura per parecchie ore. Il punto è che questa sede è bella, ma per come sta crescendo la manifestazione potrebbe rivelarsi un limite, a quel punto se ci aggiungi che con Napoli ci sono problemi di rapporto istituzionale… l’idea di cambiare città comincia a fare capolino.
Ma si scontra con una mancata concezione del fumetto come mezzo culturale?
No, questo è un problema che a Napoli investe tutti i domini, è chiaro pero’ che il fumetto ne risente maggiormente. Io immagino che anche al nord chi presenta un progetto per la musica o per il cinema ha un certo riscontro, chi presenta un progetto che ha a che fare col fumetto ha un riscontro minore. Non c’é niente di concreto, di preciso o di ufficiale, lo sfogo della conferenza stampa è stato dettato dall’amarezza, anche perché a parole le istituzioni ci sono vicine, quindi si tratta semplicemente di vedere cosa succederà. La decima edizione sicuramente si farà a Napoli e sicuramente si farà al castello; fino all’undicesima, passando per la decima edizione, passando per Angouleme e per tutto quello che vi ho detto, devono succedere tutta una serie di cose, dopodiché prenderemo le nostre decisioni.
Quindi non è né un problema di finanziamento, né di rapporti personali rispetto al castello e ai beni culturali?
Non è un problema di finanziamenti nel momento in cui i finanziamenti li riceviamo, pero’ capita che ci arrivino dopo un anno, un anno e mezzo o addirittura due anni e allora diventa complicato gestirli. Ci sono poi problemi ad interfacciarsi con buona parte delle realtà culturali della città: faro’ sempre l’esempio degli incontri accademici di Go Nagai, che abbiamo potuto organizzare senza problemi a Roma e senza problemi a Venezia ma con mille problemi all’istituto L’Orientale a Napoli e alla fine non si è neppure fatto. Infine c’é l’amarezza di vedere il comune, la provincia e la regione investire in manifestazioni che rispetto al Comicon non contano praticamente nulla, né a livello di partecipazione locale, né di interesse nazionale (senza parlare della rilevanza internazionale). Con questo stato di cose gli organizzatori sono costretti a trarre le proprie conclusioni.
Cosa ci dici sulla nuova collocazione temporale del Comicon? Si è rivelata vincente, perché ci si è potuti avvalere di relazioni più strette con altri festival, o si è perso qualcosa in termini di pubblico visto che, a Napoli, tanto più ci si avvicina ai mesi estivi tanto più la gente tende a trascorrere i week-end sulle spiagge?
Noi alla fine non ne abbiamo risentito, il pubblico è stato maggiore, inoltre l’essere nel mezzo del ponte ha permesso anche a qualche operatore in più di poter partecipare, perché non aveva problemi di lavoro. Sicuramente bisogna vedere quanto la presenza di Go Nagai abbia portato nuovi spettatori e quanto il fatto che mercoledì e giovedì la temperatura si sia abbassata e abbia piovuto e allora magari le persone hanno cancellato la gita fuori porta. Il Comicon per fortuna è anche una manifestazione che attira gente fuori dalla città di Napoli, per cui non ci facciamo più tanto il problema che i napoletani non ci sono perché vanno fuori.
Manterrete questa collocazione temporale?
Si, sicuramente, anche perché a Marzo faceva troppo freddo e non si riusciva a lavorare solo nei due mesi precedenti, visto che prima di Dicembre gli interlocutori pensavano solo al Natale. Prima abbiamo parlato delle anteprime editoriali: io credo che ci sono state molte anteprime editoriali al Comicon negli ultimi anni perché gli editori si erano abituati alla data, sapevano che la fiera era a Marzo e agivano di conseguenza. Adesso sanno che il Comicon è a fine Aprile e lavoreremo in quest’ottica, quindi c’é più possibilità di programmare.
Puoi darci qualche minima anticipazione per Magenta?
Il manifesto lo farà Lorenzo Mattotti, come Enki Bilal era l’autore perfetto per il manifesto dedicato al blu, lui è l’autore perfetto per il manifesto dedicato al rosso. Per i nostri dieci anni abbiamo deciso con la famiglia Micheluzzi di rendere un grande tributo ad Attilio Micheluzzi con una grande mostra. L’archivio della famiglia verrà scandagliato a partire da questo mese e analizzato per effettuare una selezione per la realizzazione della mostra tributo l’anno venturo.
Si ringrazia Mattia Della Rocca.
Riferimenti
Napoli Comicon: www.comicon.it
La diretta dal Comicon realizzata da LoSpazioBianco.it: comicon2007.blogspot.com
Wings of Magic: www.wingsofmagic.it