Albert Monteys è un fumettista catalano autore di Universo!, raccolta di cinque storie fantascientifiche ambientate nel medesimo universo narrativo, pubblicate in USA sulla piattaforma Panel Syndicate e portate in Italia da Tunué. Approfittando della presenza di Monteys al Napoli Comicon 2022, dove è stata allestita anche una mostra dedicata proprio alle tavole di Universo! in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Napoli, abbiamo intervistato l’autore riguardo quest’opera e le sue ispirazioni.
Ringraziamo Denise Venanzetti per la preziosa mediazione linguistica nel corso dell’intervista.
Ciao, Albert e bentrovato su Lo Spazio Bianco!
Partiamo subito da Universo!, che è il tuo primo progetto a fumetti più lungo e strutturato, da autore completo: come sei passato dalla realizzazione di una striscia settimanale a quella di storie più elaborate e a lungo raggio?
Il mio primo lavoro come fumettista è arrivato a 24 anni, per la rivista satirica El Jueves, e mi impegnava moltissimo. Dopo molti anni, quando ne ho compiuti più o meno quaranta, ho iniziato a sentirmi stanco di scrivere queste storielle sì brevi, ma sempre subordinate a temi di attualità: ero fisicamente impossibilitato a progettare un lavoro solo mio, proprio per la cadenza settimanale delle uscite. A un certo punto ho approfittato di un fatto inaspettato, un episodio di censura su una vignetta che riguardava la famiglia reale spagnola. Così, io e altri ventotto disegnatori abbiamo lasciato in blocco la rivista, per protesta. Certo, quel fatto non è stato di per sé un bel momento, ma mi ha permesso di liberarmi dagli impegni che avevo e iniziare a pensare a qualcosa di mio, che finalmente a quel punto avevo il tempo e l’opportunità di realizzare.
Universo! si compone di cinque storie ambientate in quello che appare lo stesso universo narrativo fantascientifico: da dove nasce la scelta di questo genere e quali sono state le tue influenze e letture in questo campo?
La mia principale ispirazione per delle storie di fantascienza è stata la letteratura e in particolare scrittori come Kurt Vonnegut e Philip K. Dick.
In realtà, riflettendoci, fantascienza e satira si somigliano molto, perché funzionano meglio sulla breve durata e quando le storie non si trascinano a lungo. In più, mentre la satira si appoggia sempre su fatti di attualità, la fantascienza si basa sì sulle nostre proiezioni nel futuro ma pur sempre su ciò che viviamo nel presente traslandolo nel domani o comunque in una dimensione diversa.
Dal punto di vista del dibujo, del disegno, sono stato invece ispirato dal piacere che mi ha sempre dato vedere come gli anni Cinquanta immaginavano una fantascienza e un futuro molto luminosi e positivi, che poi è in netto contrasto con la visione oscura e pessimistica che ne abbiamo al giorno d’oggi. Se dovessi fare un nome, tra quelli che mi hanno influenzato maggiormente, direi senza dubbio Jack Kirby, che non ha bisogno di presentazioni!
Universo! si chiude con La Cristina del domani!, la storia più lirica e amara ma anche la più brillante da un punto di vista puramente creativo. Personalmente l’ho trovata una efficace riflessione, a tratti spietata, sull’incapacità di comunicazione tra esseri umani, soprattutto nei rapporti di coppia, una metafora del vivere contemporaneo in bolle di isolamento sentimentale autoimposto. C’è qualcosa di questo nello spunto da cui questa storia è nata?
Io ritengo tutte le interpretazioni più che valide! Universo!, però, nasce principalmente dallo spunto fantascientifico, quindi dall’idea di una coppia in cui uno dei due partner vive leggermente nel futuro. Ma, mentre scrivevo queste storie, mi sono reso conto di come fossero effettivamente la metafora perfetta di quella sorta di disconnessione che avviene fra due persone che stanno insieme, che vivono insieme e sono però come separate, non allineate. Questa idea l’ho tratta anche dalla mia esperienza personale, ovviamente.
Una proto-idea che però si è adattata perfettamente a quanto è accaduto nel mondo negli ultimi due anni, con la pandemia di Covid-19 e i lockdown…
Esatto, oggi quelle storie, che ho comunque scritto prima del 2020, calzano alla perfezione sull’esperienza che abbiamo vissuto in questo periodo.
Hai pubblicato su Panel Syndicate una sesta storia del tuo universo narrativo fantascientifico oltre alle cinque raccolte in Universo!. Puoi anticiparci se ne arriveranno altre?
Il mio obiettivo è arrivare a dieci storie. Per il momento ne ho pubblicate appunto sei e sto lavorando alla settima. Anche se ti confesso di aver da poco attraversato un momento di blocco creativo… A quel punto ho iniziato a buttare giù tutti i frammenti di idea che mi passavano per la mente e sono arrivato a disegnarne circa trentacinque, anche solo di una pagina o di due o tre vignette, giocando con stili narrativi diversi come le microstorie, che a me piacciono moltissimo. In questo modo sono riuscito a sbloccarmi e sono tornato a lavorare sul mio obiettivo di dieci storie, così da realizzare una nuova tranche di Universo!.
Ecco, quando hai un blocco creativo usi sempre questo metodo, del dare in qualche modo vita a tutte le idee che ti vengono in mente, o è successo solo questa volta?
In realtà, il modo in cui Universo! è concepito è decisamente anti “blocco creativo”, proprio perché tutte le storie sono ambientate nello stesso universo, ma è come se ci fosse una telecamera che di volta in volta sposta il punto di vista. Questo mi permette non solo di portare avanti sul momento le trame che ho in mente, ma per il futuro mi assicura di avere sempre uno spunto. Se non riuscissi a trovare ispirazione per qualcosa di nuovo, potrei semplicemente sfogliare le storie e rendermi conto che c’è qualcosa che ho accennato da qualche parte ma non ho approfondito fino in fondo. Così ho sempre una riserva di creatività pronta all’uso, partendo da vecchi spunti o trovandone di nuovi. Questo metodo, fino a ora, ha sempre funzionato e continuerò a usarlo!
Hai uno stile molto particolare, cartoonesco e con una linea chiara del segno che si sposa perfettamente a un uso del colore che non ha paura dell’horror vacui del bianco delle tavole. Tavole che sono ricche di una attenta e precisa regia scenografica che comanda i ritmi di lettura. Quali sono le tue influenze in campo fumettistico? C’è un’autrice o un autore che ti hanno ispirato, che magari hai letto da ragazzino e ti hanno folgorato al punto da farti capire che era ciò che volevi fare nella vita?
Fino a un certo momento della mia vita avevo guardato al fumetto come qualcosa completamente al di fuori delle mie capacità. Mi dicevo “come si può fare qualcosa di simile? È impossibile!”. Poi, la mia visione delle cose è completamente cambiata quando ho scoperto Superlópez di Jan, una serie che in Spagna è molto popolare ed è fondamentalmente una parodia di Superman. Leggendo quelle storie e guardando quei disegni mi accorgevo di riconoscere degli scorci di Barcellona, che è la mia città. Quindi ho iniziato a dirmi che forse gli artisti non erano necessariamente qualcosa di alieno e inarrivabile, ma c’erano autori nei quali potevo riconoscermi, che parlavano di qualcosa nel quale potevo relazionarmi, come le ambientazioni dei loro fumetti. Ho avuto un’altra folgorazione quando ho scoperto Josep Maria Beà, che non solo era di Barcellona come me, ma aveva studiato nella mia stessa scuola. Allora mi sono detto che anche la gente “normale” poteva fare il fumettista e che anche io potevo iniziare a fare fumetti!
Ti faccio un’ultima domanda, che mi piace fare spesso nelle mie interviste, perché trovo sempre ispirazione per le mie letture e credo possa essere interessante anche per chi ci leggerà: cosa stai leggendo in questo periodo, che si tratti di un libro, un fumetto o altro?
In questo momento sto leggendo un libro – che ho proprio in hotel in questi giorni a Napoli – di Liu Cixin, che si intitola Of Ants and Dinosaurs. È un libro di fantascienza e mi piace molto pensare che questo genere, da sempre relegato al mondo anglofono, stia finalmente venendo fuori e stia contaminando scrittori anche africani e, come in questo caso, cinesi. Of Ants and Dinosaurs è una bella distopia in cui si racconta di una società composta da formiche e dinosauri ed esplora il modo in cui ci relazionano.
Albert, ti ringrazio moltissimo per questo incontro ed essere stato ospite de Lo Spazio Bianco!
Grazie a voi per la bella intervista! Ho apprezzato moltissimo le domande su Universo! e vedere quanto lo abbiate amato e approfondito! Grazie!
Intervista realizzata il 22 aprile 2022 durante il Napoli Comicon.
Albert Monteys
Albert Monteys i Homar è uno scrittore e illustratore di fumetti spagnolo, noto soprattutto per il suo lavoro nel settimanale satirico El Jueves di cui è stato direttore dal 2006 a gennaio 2011. Oltre a Universo!, serie di racconti fantascientifici in corso di pubblicazione sulla piattaforma statunitense Panel Syndicate, i suoi lavori più recenti sono Solid State (Gigamesh, 2019), con Matt Fraction e Jonathan Coulton, e l’adattamento di Mattaoio n.5 di Kurt Vonnegut, scritto da Ryan North e pubblicato per Archaia Entertainment.