30 anni dopo l’esplosione nucleare di Ĉernobyl, Francisco Sánchez e Natache Bustos ripercorrono il tragico evento attraverso la vita di alcune persone vissute, durante e dopo la catastrofe. Assistiamo così alla trasformazione della città di Pryp’jat’: prima densamente abitata e poi abbandonata e contaminata. Trent’anni dopo è confinata, circoscritta in uno spazio di 30 chilometri, chiamato La Zona.
I toni della narrazione risultano sempre misurati, anche durante l’esplosione e la conseguente evacuazione della città; ne emerge la totale inconsapevolezza della gente di quello che sta accadendo, il coraggio dei volontari e dei liquidatori nell’assistenza alle vite umane. Solo in un secondo momento avviene la graduale assunzione di consapevolezza dell’esistenza di un atomo invisibile, portatore di un effetto in grado di corrompere in modo incontrollato la natura, la vita, la biologia.
Non sono le urla, le parole o i dialoghi a denunciare la gravità dell’accaduto ma uno stile grafico quasi severo, totalmente in bianco e nero, che si concentra sui volti, e sulla rappresentazione di città, campagna e della Zona, abbandonata e dove la natura sta riprendendo lentamente il sopravvento.
Il volume ha il merito di ripercorrere tutte le fasi della storia di Ĉernobyl e di offrire al lettore un quadro completo, attraverso l’intermediazione di personaggi immaginari ma verosimili e di un apparato illustrativo ricco e complesso, che non tralascia nessun particolare nell’intento di ricostruzione della tragedia e delle sue conseguenze.
Abbiamo parlato di:
Ĉernobyl. La zona.
Francisco Sánchez, Natacha Bustos
Traduzione di Diego Fiocco
Tunuè, Collana «Prospero’s Books» n. 62, aprile 2016
176 pagine, brossurato, bianco e nero – € 16,90
ISBN: 9788867901784