copertina del volumeé proprio necessario, quando si racconta una storia a fumetti, che i disegni e le parole seguano lo stesso filo logico o, addirittura, che ne seguano uno qualsiasi?
Già tanti anni fa Moebius parlava della possibilità, che lui sentiva come necessità, di raccontare una “storia a forma d’elefante”. La definizione, eventualmente provocatoria, definisce l’esigenza di rompere gli schemi, di andare ben oltre le convenzioni narrative vigenti cui il lettore è stato educato ed adattato; la necessità di mostrare che un’altra via di accesso al fumetto è possibile. Purtoppo una scelta del genere necessita di un lettore coraggioso tanto quanto il narratore nell’abbandonare ogni vincolo di lettura e lasciarsi trascinare in un fumetto che, a questo punto, diviene più un’opera d’arte che un racconto. L’evoluzione o l’involuzione del mercato ci ha mostrato come scelte così ardite alla fin fine non pagano. Ciononostante Moebius segno’ una strada (vedasi il suo Maggiore Fatale).

Danijel Zezelj ha intrapreso lo stesso sentiero, cercando di andare oltre l’ovvio della narrazione, anche a costo, come accaduto in alcuni suoi lavori (Reflex e Bolivian Dark in primis), di lasciare il lettore completamente interdetto nell’osservare sequenze di immagini completamente o apparentemente slegate, messe sulla carta più per un’esigenza di espressività grafica che per la necessità di narrare una vicenda vera e propria. Come se avesse la voglia di raccontare tante storie contemporaneamente: storie personali o meno, sbirciate dalla finestra e annotate su un taccuino; scene forse intraviste durante una passeggiata, mettendo su carta dei veri e propri diari a disegni, quasi dei portfolio, oppure dei resoconti di sogni visivi e privi di sonoro.

é evidente come una tale idea sia quasi scandalosa in un campo artistico, comunicativo e commerciale come quello fumettistico, in cui la narrazione o, meglio, la sceneggiatura è componente fondamentale e talvolta imperante. Capita sempre più spesso di leggere fumetti in cui è il disegno ad adattarsi alla storia narrata e non viceversa. Con Zezelj questa rigidezza viene meno; come nei sogni appunto. Già nei primi suoi lavori è facilissimo trovarsi di fronte ad elefanti volanti, fiori che sorgono dal cemento o rinoceronti che invadono la pagina tra una sequenza di skateboarding e di pallacanestro. La sua è sempre stata una ricerca narrativa ai limiti del poetico in cui la trasmissione delle sensazioni, delle atmosfere e dei sentimenti ha sempre avuto un’importanza di rilievo su qualsiasi altro tipo di comunicazione. Non per nulla i suoi lavori a fumetti sono intervallati sempre più spesso da performance pittoriche dal vivo accompagnate dalla musica (esperienza decisamente evidente nel volume Small Hands).

Analizzando il corpus dei suoi lavori balza agli occhi come il messaggio da trasmettere è stato, pian piano, ripulito, da tutti i suoi orpelli sino a rimanere completamente nudo. Privo di ogni comunicazione che non fosse puramente visiva. Si potrebbe obiettare che questo ha poco a che fare col fumetto moderno, ma cosa importa se le sensazioni trasmesse sono vive, forti e penetranti?
All’interno di questa personale ricerca si inserisce anche questo recente Cani Sciolti che sembra compiere, addirittura, un ulteriore passo in avanti. In esso l’urgenza espressiva si unisce alla voglia di narrare squarci di vita e di pensiero che alla protagonista arrivano quasi alla rinfusa, come dei cani sciolti da seguire o inseguire per non lasciarsi affondare nel mare di cemento della città. Mentre siamo trasportati da questi pensieri, attraverso gli occhi di questo personaggio, il nostro sguardo si posa sul mondo, sulla vita che scorre fluente ed indifferente. Ecco quindi mostrarsi a noi i vari scorci di una città, “zezeljana” per conformazione ed anima, accompagnare tutto il racconto. Racconto che diviene narrazione leggera, a tratti sconclusionata eppure estremamente delicata in cui la necessità di condividere i propri sentimenti è palese, quanto la sofferenza insita nella narrazione.

Il risultato finale è quasi un poema illustrato, un tentativo di riportare su carta l’arte che c’é nella vita di tutti i giorni. Come detto in precedenza si potrebbe obiettare che questo ha poco a che fare col fumetto, ma di sicuro ha molto a che fare con l’arte.

Riferimenti
Sito di Danijel Zezelj: Danijel Zezelj Official Site
Grifo Edizioni: Grifo Edizioni

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