Wonder Woman, da principessa amazzone a Leggenda!

Wonder Woman, da principessa amazzone a Leggenda!

Diventare Wonder Woman! Renae de Liz e Ray Dillon regalano un buon fumetto supereroistico capace di essere anche un inno al femminismo.

Giugno è il mese dedicato alla principessa amazzone dei fumetti, non solo per la recente uscita nelle sale del film di Patty Jenkins, ma anche per le importanti novità editoriali riservatole dalla RW Lion.  Durante l’edizione 2017 di Etna Comics, sono infatti state svelate le uscite (inedite oppure ristampe) che celebrano i settantacinque anni di vita dell’eroina. 

Tra queste, degno di nota è sicuramente il volume Wonder Woman– La Leggenda, originariamente proposto nel 2015 dalla DC Comics soltanto come un online reading fruibile grazie alla piattaforma Comixology. Riadattato per l’occasione in una inedita versione cartacea, comprende ora tutti i  nove numeri della miniserie The Legend of Wonder Woman di Renae de Liz (storia e disegni) e Ray Dillon (chine e colori), valsa peraltro al duo la candidatura ai prestigiosi Eisner Awards nell’edizione 2016.

Le origini di Wonder Woman sono state spesso teatro di differenti visioni da parte degli autori che nel corso degli anni hanno tentato l’approccio con la genesi dell’amazzone.
Considerata un personaggio “tricky” proprio a causa del suo background variabile e malleabile, Renae De Liz è riuscita tuttavia a darle un’impronta propria, riportandosi vicino alla Golden age della supereroina come enucleata in origine da William Mouton Marston negli anni ‘40 e ’50, ma regalandole ciononostante una sfaccettatura moderna.

Nel volume vengono allora rievocate le leggendarie origini della paladina della verità come figlia di Hyppolita, regina di Themyscira e dunque come principessa del popolo delle Amazzoni. Nonostante il suo predestinato dovere di seguire le orme materne, Diana apprende le arti del combattimento e, divenuta protettrice dell’Isola Paradiso, si incarica di riportare il giovane soldato americano Steve Trevor nella sua terra d’origine.

L’America rappresenta per lei la metamorfosi da principessa guerriera in Wonder Woman, eroina simbolo della vittoria americana sulle dittature continentali ma anche, una volta dismessi i calzari, Diana Prince, infermiera impegnata al fronte nel contrastare le forze nemiche.
Una scelta coraggiosa porta l’amazzone infine, non soltanto a salvare la Terra e i suoi abitanti dalla furia di Ares ma a rinunciare alla propria immortalità e alla possibilità di fare ritorno in patria dalla madre, a favore del proprio libero arbitrio.

Nel 1941, Diana Prince venne creata come simbolo del mondo femminile, un’icona che avrebbe dovuto porsi come paladina delle donne che ancora vedevano i propri diritti oscurati da un maschilismo pressante. Renae de Liz, come donna e fondatrice del progetto Womanthology (un’antologia di fumetti nata dalla collaborazione di sole autrici) non poteva che fare di questo volume una celebrazione del femminismo con però un’attenzione particolare nel non costruire un personaggio troppo perfetto, quasi utopistico.

Sfruttando infatti lo stupore di Diana nel trovarsi immersa in un mondo a lei completamente sconosciuto, l’autrice usufruisce dello spaventoso scenario della seconda guerra mondiale per mostrare come e quanto le donne fossero di fatto sottostimate. Una nota amara che agli occhi del lettore si mostra subito evidente soprattutto rispetto all’isola nativa di Diana, un universo interamente femminile che ha vissuto per secoli prosperando e in pace.

Tra le pagine, il lettore è immerso nel percorso di crescita che porta la giovane e irrequieta principessa di Themyscira a spogliarsi dei panni mitologici in una progressione che culmina nella nascita di Wonder Woman, simbolo anche della lotta del fronte alleato contro il nemico d’oltreoceano.

Non solo, con uno stile grafico che si sposa perfettamente con l’evolversi della storia, l’opera è una rielaborazione delle origini della principessa amazzone curata fin dal principio, con una attenta ricerca della mitologia greco romana che accoglie il lettore nelle prime pagine della saga e lo accompagna fino alla fine, quando Diana diventa la protettrice della Terra, la campionessa di Gea.

I temi che ricorrono non sono tuttavia legati solo al femminismo ma spaziano dall’importanza che un simbolo può ricoprire per l’uomo in uno dei momenti più difficili per l’umanità, quale la guerra, al rapporto tra genitori e figli, con Hyppolita che nonostante l’immortalità e la sua grandezza come regina si mostra una madre incapace di comprendere appieno la figlia adolescente, e ancora la natura del dovere ma anche l’importanza dell’amicizia e della lealtà.

Sono queste le tematiche in cui la scrittrice tratteggia personaggi ben caratterizzati, immergendoli in una narrazione che viene bilanciata equamente tra parti d’azione e di sentimento, grazie anche ai colori di Dillon, autore di tavole in grado di assorbire il lettore nelle atmosfere pacate del mondo mitologico di Themyscira e quelle profondamente cupe degli scenari di guerra.

Oltre la trama, il volume è infatti graficamente piacevole, con scene curate ed espressive che culminano nelle creazione mitologica dell’isola Paradiso e che peccano leggermente nel dettaglio delle scene d’azione durante lo scontro finale tra Diana e il Titano. Le tavole, alcune di grande impatto visivo grazie all’uso di raffigurazioni a tutta pagina, hanno lo stile semirealistico tipico dei supereroi con tuttavia una leggera tendenza al “cartoon” nel presentare la principessa Diana ancora bambina.

Mentre nelle scene di dialogo la struttura della pagina è tendenzialmente regolare, i confini delle tavole diventano meno netti e molto vari soprattutto quando a essere rappresentate sono scene d’azione, in particolare di guerra. Qui infatti, l’ordine strutturale lascia spazio al colore e alle sfumature di Dillon, che conducono  appieno il lettore nell’atmosfera concitata del racconto.

Se Steve Trevor viene rappresentato come un giovanissimo pilota di aerei celebrato come un eroe dopo il suo rientro illeso in patria e teneramente attratto da Diana, Etta Candy è il vero valore aggiunto della saga, un personaggio frizzante ed energico, in grado di regalare al lettore un sorriso nel divertente siparietto sulla creazione del costume di Wonder Woman. Etta, rappresentata in totale antitesi fisica rispetto l’amazzone, è l’amica sincera che aiuta la principessa ad ambientarsi in una realtà a lei nuova e che, con uno spirito d’amicizia puro, la segue lungo tutto l’arco narrativo.

Wonder Woman – La Leggenda è dunque un’opera che strizza l’occhio ai fan di vecchia data non dimenticando però i neofili. È infatti perfetto per chi, non conoscendo per niente Diana Prince, volesse approcciarsi al personaggio.
Nonostante l’annuncio di un secondo volume a completamento della saga, con un tweet è stata la De Liz stessa a confermare la sua inaspettata cancellazione da parte della DC Comics. Un vero peccato per un’opera inno al femminismo dalla freschezza rara.  Una riscrittura delle origini in modo attento e non scontato, una saga di cui avremmo voluto certamente leggere il seguito.

Abbiamo parlato di:
Wonder Woman – La Leggenda
Renae De Liz, Ray Dillon
Traduzione di Mattia di Bernardo
Rw Lion, giugno 2017
288 pagine, cartonato, colori – 21,95 €
ISBN: 9788893517713

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *