Un drago a forma di nuvola: il viaggio formativo della fantasia

Un drago a forma di nuvola: il viaggio formativo della fantasia

Ettore Scola e Ivo Milazzo presentano la storia di una relazione impossibile e di una scelta, che trasmette l’importanza dei sentimenti e della quotidianità, l’amore per i libri e il riscatto della fantasia.

Un drago a forma di nuvola è la storia di Pierre, un libraio antiquario che dedica l’esistenza alla sua libreria, una piccola perla incastonata in una rue del Lungosènna, e a sua figlia, rimasta paralizzata in un incidente all’età di tre anni.
Quella di Pierre è un’esistenza tranquilla, gratificata dal suo amore per i libri e dai suoi affezionati clienti, scandita dalla serenità della ripetizione: una serenità tuttavia costruita sulla sofferenza di un profondo dramma.
Ettore Scola parla al lettore dal placido silenzio dell’interno di una libreria, un contesto idilliaco che lo isola dal resto del mondo, quasi a volerlo condurre con la confidenza di un amico in un luogo appartato per permettergli di ascoltare meglio.
L’opera è una storia di rara intimità, il racconto di un amore vissuto attraverso tre relazioni: quello di un uomo per la propria figlia, per una donna e per i libri.
Pierre si dedica con dedizione alla cura della figlia, leggendole ogni sera un libro, aiutandola a vivere un’esistenza immaginaria che possa sostituire quella di cui è stata privata sin dalla tenera età. L’unica soluzione per Albertine di sfuggire alla noia del lento declino è vivere la vita attraverso le letture del proprio padre, un vedere per procura grazie al quale la ragazza “con le nuvole ricostruisce una città e un cielo a sua misura”,1 e attraverso ciò può ottenere un’esperienza di vita differente ma non per questo meno reale.

Ezio Raimondi affermava che “leggendo ci si può persino sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vivo e più vero della realtà circostante”.

 

In questi momenti “sentiamo” la ragazza pensare nel suo intimo. Il rapporto fra Albertine e suo padre è un silenzio pieno di parole, un gioco di empatie; con sorprendente delicatezza il lettore si cala nei suoi pensieri, toccando con mano la sua profonda intelligenza ed enorme esperienza di vita maturata attraverso le letture:

“I libri sono l’esistenza che non ho vissuto, gli amori che non ho avuto, la felicità che non ho osato sperare”, afferma Albertine.

Tuttavia, l’arrivo di una giovane donna nella libreria sconvolge l’esistenza di Pierre, che all’età di 56 anni si trova di nuovo innamorato, coinvolto in una relazione impossibile ancor prima di essere sorta.

L’amore viene presentato da Scola come unica forza motrice in grado di sconvolgere la routine che l’uomo per difesa si era costruito e questo rapporto, nato così repentinamente, rappresenta l’unico modo per spezzare la monotonia della vita quotidiana, colorandola di sfumature. Questo sentimento costituisce però un dissidio interiore insormontabile per il protagonista, che sceglie di sacrificare la sua seconda occasione di vita per amore della figlia.
È proprio tale sacrifico ad annullare gli effetti della relazione fra Pierre e Yolande, che di conseguenza diviene un rapporto dal sapore gattopardesco, che cambia, si stravolge, si rompe, riparte ed insegue, risolvendosi infine nel ritorno alla vita di tutti i giorni: con la stessa rapidità con cui tutto era iniziato è dunque finito; questa relazione stravolgente non può che risolversi in un non-cambiamento.

Solo alla chiusura del volume il titolo dell’opera prende forma nella mente del lettore attraverso le sue molteplici interpretazioni. L’immaginazione di Albertine (un drago), attraverso cui ricostruisce un proprio mondo (le nuvole), rappresenta anche lei stessa, tanto forte nell’animo quanto delicata e indifesa nel corpo, lasciando spazio ad un’ultima preziosa allegoria: quella di un amore dallo spirito ruggente e aggressivo di un drago, ma allo stesso tempo incerto e sfuggente, delicato e passeggero come una nuvola.

Un drago a forma di nuvola è una storia “sulla cura e la rinuncia” 2 che Ivo Milazzo riesce a rendere alla perfezione, con riflessivi primi piani per rappresentare l’emotività dei singoli personaggi e con la vivacità dei suoi acquerelli, utilizzando tonalità fredde per i luoghi dell’intimità, e pigmenti delicati e caldi, con un tratto quasi impressionista, per le scene en plein air. Le inquadrature indugiano su ispirate vedute cinematografiche, che alternano evocativi grandangoli sulla città a scorci familiari e appartati, che riportano alla mente gli odori e le sensazioni della Ville Lumiere: il piacere di una lunga passeggiata fra i quartieri latini, il profumo delle boulangerie col pane caldo appena sfornato, l’estro e la vitalità artistica di Montmartre, la sensualità di Rue Pigalle, la grinta ruggente di Place de Revolution.
Un dipinto delle piccole cose del quotidiano, che mostra l’importanza dei sentimenti e dell’immaginazione, intesa come àncora di salvezza nei momenti più bui, giacché la lettura è “il viaggio di chi non può prendere il treno” (Francis de Croisset).
Quei momenti in cui si pensa di aver perso tutto, ma in cui si riesce comunque a sorridere con la consapevolezza che nessuno potrà mai privarci della libertà di sognare.

Abbiamo parlato di:
Un drago a forma di nuvola
Ettore Scola, Ivo Milazzo
Edizione NPE, 2019
104 pagine, cartonato formato 21 x 30 cm, colori – 19,90 €
ISBN: 9788894818840

 

 


  1. Angelo Carotenuto, La Repubblica, 15 giugno 2014 www.flickr.com/photos/baopublishing/14426999346/sizes/l/in/photolist-auhRkn-nwUijp-nYS9h3-nJqdFy-nYS9fE-4B1jeb-5E5sNg/ 

  2. Ettore Scola in un’intervista di Luigi Ferraiuolo per TV2000 www.youtube.com/watch?v=i8x33Y1MKY0 

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