Turchina: Elena Triolo e le origini di Pinocchio

Solo negli ultimi anni la cinematografia mondiale ha rilasciato tre nuovi adattamenti del Pinocchio di Collodi: il film di Matteo Garrone, la versione animata in stop-motion creata da Guillermo del Toro – che si è aggiudicata l’Oscar 2023 come miglior film animato – e l’adattamento in live action del classico Disney diretta da Robert Zemeckis. Tanto per ribadire che la moderna fiaba scritta dall’autore toscano resta ancora oggi seminale: il burattino di legno che voleva essere un bambino è un personaggio che continua a essere adattato, reinterpretato e citato in tutto il mondo, in opere di ogni genere, dal cinema al fumetto.

Partendo dal proprio privato – l’autrice ne è infatti parente alla lontana – Elena Triolo recupera la storia di un personaggio che rappresenta un vero e proprio “dietro le quinte” della creazione del famoso libro. In Turchina l’autrice racconta infatti la storia di Giovanna Ragionieri, la figlia dei giardinieri di Villa Il Bel Riposo, la casa di vacanze della famiglia Lorenzini. Un’estate la piccola Giovanna fa conoscenza di Carlo Lorenzini, aspirante scrittore che presto sarà noto con lo pseudonimo di Collodi.
L’uomo, che ha perso una figlia piccola, si affeziona in fretta alla bambina e i due sviluppano una profonda amicizia che spinge lo scrittore a inserirla in qualche modo nel romanzo che sta scrivendo. I capelli di Giovanna sono tanto biondi da avere riflessi blu: nasce così il personaggio della Fata Turchina.

La storia di Giovanna Ragionieri è una storia dimenticata e a cui l’autrice ha voluto rendere giustizia e la graphic novel ce la mostra a partire dall’infanzia, e dall’incontro con il futuro Collodi fino alla fine dei suoi giorni: nell’immediato secondo dopoguerra, ormai anziana, Giovanna si era trovata a diventare una vera e propria celebrità proprio grazie alla Fata Turchina, invitata ad eventi e corteggiata dai giornalisti.
Ma la vera colonna portante del fumetto è proprio l’amicizia espressa dal tenero rapporto tra lei e Lorenzini, rapporto che diventa vera e propria “colonna sonora” della storia. I due infatti hanno un fitto dialogo fuoricampo, che inizia ben prima del loro incontro e prosegue anche dopo che Collodi ha lasciato questo mondo. La conversazione viene resa da una serie di didascalie colorate, che fungono da voce fuori campo e che fanno da contraltare alle vicende e soprattutto alle emozioni e ai sentimenti vissuti da Giovanna nel corso della sua vita.

Gli strumenti che Triolo usa per raccontare questa storia sono la delicatezza, la dolcezza, una vena poetica e una certa dose di umorismo, sia nei testi che nelle illustrazioni. Con colori pastello, pochi elementi molto evocativi e un uso della luce molto consapevole ed espressivo, l’autrice crea scene dalle atmosfere naif che mettono in grande risalto le emozioni dei personaggi. Sono questi piccoli momenti, queste piccole situazioni di grande umanità a cadenzare la narrazione. I grandi avvenimenti – come la guerra e la morte dello stesso scrittore – restano fuori campo, seppure la loro ombra gravi o si percepisca comunque sulla scena. Il risultato è un racconto intimo e che vive di una sua particolare sospensione.

Il tratto semplice e particolarmente espressivo dell’autrice ne fa da perfetto contraltare alla colorazione. Peculiare proprio la scelta sul personaggio di Giovanna, cui Triolo attribuisce due occhi estremamente grandi, molto più degli altri personaggi, conferendole una grande gamma emotiva e di affezione per il lettore.
Il legame privato e personale, ma soprattutto emotivo, con questa storia ce lo racconta la stessa autrice che appare nelle due tavole finali della storia prima dell’epilogo, mostrandoci il seme da cui è nato l’intero progetto.
A corredo del volume troviamo poi un piccolo dizionario dei termini toscani che colorano i dialoghi.

Abbiamo parlato di:
Turchina
Elena Triolo
Bao Publishing, 2023
176 pagine, cartonato, colori – 23,00 €
ISBN: 9788832737912