Intensa e senza respiro, questa miniserie di Greg Pak racconta l’adolescenza di Johann Schmidt, che, fuggito dalle violenze dell’orfanotrofio, si muove attraverso quelle quotidiane e capillari che percorrono le strade della Germania di Weimar, quelle stesse dove potremmo incontrare i personaggi della Berlino di Jason Lutes o la famiglia Eisenhardt. Quelle violenze sfoceranno nel totalitarismo nazista, dove Schmidt troverà un proprio ruolo da protagonista come Teschio Rosso, ma né questo dato è reso esplicito né ha alcun ruolo nell’intreccio. Pak, infatti, racconta una esemplare storia di formazione (due, in realtà, visto che il percorso di Johann ha un parallelo in quello del compagno di orfanotrofio Dieter), che riassume lo scivolamento della Germania verso l’accettazione della violenza come metodo di governo e della volontà di potenza come unico principio etico. La narrazione di Pak è tale da far muovere Johann ragazzo entro un cono di ambiguità morale, che ci rende difficile capire se le sue scelte facciano parte di un disegno o siano improvvisazioni; se progetti ogni passo o se sia comunque recuperabile e solo le circostanze lo ricaccino nel regno dell’odio e della sopraffazione. Il risultato (non banale) è lo sviluppo di una sincera empatia con il protagonista.
Sobrio ed efficace il lavoro di Mirko Colac, soprattutto nei momenti di sospensione dell’azione, dove riesce a fermare sui volti sbalordimento, speranza, odio, aridità e avidità.
Abbiamo parlato di:
Teschio Rosso: Il Male Incarnato
Greg Pak, Mirko Colac
Traduzione di Diego Malara
Panini Comics, settembre 2012
112 pagine, brossurato, colore – 12,00 €
ISBN: 9788865899748