“La storia dell’esperienza del migrante, delineata con amore e resa magistralmente da Shaun Tan, è un documentario magistralmente raccontato tramite il surrealismo.”
(Art Spiegelman)

Devo ammettere che da tanto non provavo un’emozione così forte leggendo un fumetto. Ma è davvero un fumetto questo capolavoro dell’artista australiano Shaun Tan? Perché quando sfogliamo L’Approdo sono tante le sensazione che ci pervadono. La prima è senza dubbio lo stupore; come non rimanere a bocca aperta davanti a tanta grazia artistica. Lo sfogli e sei convinto di guardare un libro illustrato per bambini. E difatti, in molte librerie, L’Approdo è nella sezione riservata all’illustrazione per l’infanzia. Ma in realtà parliamo di un vero e proprio fumetto, quindi la risposta alla mia domanda iniziale non può che essere affermativa. Anche se in realtà è molto più di un fumetto: è un romanzo, è un’insieme di quadri retrò, è un libro illustrato. È un libro che non ha bisogno di parole.
Chi di voi è cresciuto fumettisticamente negli anni ‘80 si ricorderà l’emozione nel leggere un capolavoro come Il respiro e il sogno di Berardi e Milazzo; quattro storie con protagonista Ken Parker dedicate alle 4 stagioni e raccontate solo con gli splendidi acquarelli di Ivo Milazzo senza l’uso di nuvolette. Ecco, leggendo L’approdo non potevo non pensare al Respiro e il sogno; completamente diversi intendiamoci, ma ambedue straordinari nel raccontare usando solo le immagini in sequenza. E le immagini erano la vera forza del fumetto di Berardi e Milazzo e sono la vera forza del fumetto di Tan.
Perché in fin dei conti L’Approdo racconta una storia ormai nota a tutti ma che ancora oggi ci riguarda: quella del migrante, di chi è costretto a lasciare il proprio paese per cercarne uno nuovo; e per raccontarlo a Tan non servono parole, sarebbero del tutto inutili e visto l’argomento forse si rischierebbero frasi retoriche. La sua arte parla e racconta al lettore con un’intensità davvero rara: tutte le paure, le emozioni, le speranze che vive il migrante, Tan le trasmette a noi tramite le sue illustrazioni. La sequenza iniziale con il distacco del migrante dalla moglie e la figlia è strepitoso, con l’alternanza di piccole vignette simmetriche a splash pages fortemente evocative in cui la minaccia della dittatura è rappresentata da una sorta di creature paurose e surreali.
Ed è proprio il surrealismo la terza arma vincente usata dall’artista; l’iter del viaggio su una nave piena di migranti in mezzo l’oceano, l’arrivo al porto della “terra della libertà, le lunghe file negli uffici migrazione e la successiva quarantena, il duro lavoro nelle fabbriche sono raccontati attraverso una potenza grafica che lascia davvero a bocca aperta: la rappresentazione surreale della grande metropoli richiama palesemente la New York degli anni ‘20 e ‘30 con Tan che dissemina una serie di elementi creativi e surreali che sostituiscono quelli arcinoti, come l’enorme statua che simboleggia l’amicizia (al posto di quella della libertà) o le creature bianche (una sorta di animaletto domestico) che sembrano dare amicizia e speranza.
Pagina dopo pagina non si può non farsi trascinare dalle emozionanti tavole di Tan; questo libro racconta una storia reale, che ancora oggi coinvolge molte persone, ma l’autore riesce a raggiungere anche i lettori più piccoli grazie a un racconto che, al di là di tutto, procede come una fiaba che infatti ha il lieto fine; la famiglia del migrante riesce a raggiungerlo nella terra promessa e l’ultima vignetta di questo immenso capolavoro del nuovo millennio da un chiaro messaggio di speranza.
Un’opera per molti versi unica e rara.
Curiosità
L’Approdo inizia con una serie di ritratti realizzati da Tan stile foto tessera, che raffigurano veri immigrati australiani che sbarcarono a Ellis Island tra la fine dell’Ottocento e la prima parte del novecento. Per realizzare il suo capolavoro, Tan ha realizzato un intenso lavoro preliminare di documentazione ascoltando le vere testimonianze di immigrati australiani.
Anche Tan è figlio di immigrati: entrambe i genitori erano malesi.
Shaun Tan ha vinto il premio Oscar nel 2011 per il miglior cortometraggio animato tra stato dal suo libro illustrato per ragazzi La cosa smarrita, anche questo pubblicato da Tunué.
Edizione consigliata
Beh per una volta standing ovation alla casa editrice Tunué: l’edizione è davvero bella, cartonata, carta patinata, ottima stampa e grafica che riprende lo stile retrò del periodo raccontato da Tan. L’unica al momento disponibile e da recuperare assolutamente.
Su Lo Spazio Bianco
L’approdo di Shaun Tan: una favola visionaria di migranti e speranza