Secret Wars #1: la fine del mondo versione Hickman

Secret Wars #1: la fine del mondo versione Hickman

La collisione tra due pianeti e l’annunciata fine dell'universo Marvel in un primo numero che svela pregi e difetti del lungo progetto di Jonathan Hickman.

Secret Wars 1 coverGli onnipotenti e temuti Arcani sono i fautori delle cosiddette “Incursioni” che consistono nella collisione tra un mondo e uno degli infiniti altri mondi paralleli presenti nel Multiverso.

A seguito di un’Incursione solo uno dei due mondi sopravvive, mentre l’altro soccombe, spingendo quindi gli universi a una lotta all’ultimo sangue. Nel corso degli ultimi mesi diversi pianeti sono morti, lasciando in vita solo due realtà, ben noti ai fan della Casa delle Idee: la Terra-616, il pianeta in cui usualmente sono ambientate le storie dei supereroi Marvel, e la Terra-1610, sede dell’universo Ultimate.

Lo scontro tra questi due pianeti e il destino degli eroi che li abitano rappresentano i punti focali del primo numero di Secret Wars, saga che si preannuncia epocale e in cui lo sceneggiatore Jonathan Hickman, con l’ausilio del disegnatore croato Esad Ribic, ha inteso risolvere i quesiti lasciati in sospeso per anni.

La strada verso Secret Wars

La strada verso Secret Wars è stata intrapresa un bel po’ di tempo fa (indicativamente si può risalire sino a Fantastic Four #570 del 2009).

La capacità di Jonathan Hickman di progettare archi narrativi a lunga gittata è ben nota, e praticamente tutti i cicli da lui sceneggiati negli ultimi anni per la Casa delle Idee, da Fantastic Four a FF, da Ultimates ad Avengers e New Avengers, sono stati realizzati in modo da convergere verso questa saga, che è possibile considerare una sorta di suo personale epilogo nonché di canto del cigno come architetto dell’universo Marvel.

In particolare, nella sua gestione delle testate vendicative (Avengers e New Avengers), Hickman ha introdotto una sua personale galleria di personaggi, dagli Arcani al loro nemico Rabum Alal, dai Cigni Neri (seguaci di Rabum Alal) ai Preti Neri. A queste entità metafisiche in grado di asservire e soggiogare interi universi al proprio volere, si sono contrapposti gli Illuminati, gruppo che racchiude alcuni tra gli eroi più brillanti e la Cabala, oscura congrega pronta a utilizzare qualsiasi mezzo pur di sconfiggere i propri nemici. A questo quadro articolato vanno a sommarsi i singoli destini dei noti supereroi appartenenti ai Vendicatori, da Thor a Capitan America a Spider-Man, passando per i Fantastici Quattro e gli X-Men.

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Tutto finisce: la storia, i personaggi

Il primo numero di Secret Wars si apre in medias res, catapultando il lettore in uno scontro tra mondi e configurandosi più come un epilogo che come il numero di debutto di una nuova maxisaga.

La storia si articola come una lotta disperata contro il tempo e contro un destino ineluttabile in cui tutti i supereroi del mondo sono coinvolti. Hickman non addolcisce la pillola, non rassicura il lettore, ma lo trascina in un albo dal ritmo concitato e dall’atmosfera tragica e mortifera.
Lo scrittore riesce ad usare molteplici registri per rendere più variegata la narrazione: dall’ironia della scena dei criminali riuniti al bar per assistere alla caduta degli eroi, al dolore di Reed Richards e compagni per la perdita di amici e amori.

Ogni personaggio è caratterizzato in maniera realistica e rispettosa dei suoi aspetti basilari: l’Uomo Ragno è spesso ritratto nel tentativo di salvare innocenti e civili, Nick Fury nelle vesti di generale che deve combattere e prendere decisioni difficili per salvare il proprio mondo, mentre le menti più brillanti del pianeta portano avanti un piano sensato, razionale, ma che crea dilemmi etici e contrasti.

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La sconfitta del razionalismo

Con Secret Wars, Hickman porta a compimento un discorso filosofico sull’etica degli uomini al potere, di coloro che sono elevati (o si elevano) al di sopra degli altri per guidare e trovare soluzioni.

Nel corso di Avengers e New Avengers, gli Illuminati hanno compiuto scelte difficili, estreme e sconcertanti, aggrappandosi di volta in volta a ideologie e concetti diversi mentre la disperazione si faceva sempre più grande. I confini tra eroi e villains sono totalmente scomparsi in virtù di una corsa disperata nel tentativo di salvare tutto.

I temi del razionalismo scientifico, del potere e delle scelte che comporta, della commistione tra filosofia, religione, scienza e magia sono i cardini portanti di tutte le opere a fumetti di Hickman, che ha sempre cercato di mettere in scena conflitti e posizioni discordanti per rappresentare la complessità del mondo, senza mai cercare facili scorciatoie.
In questo senso, il numero d’esordio della miniserie rappresenta il punto più oscuro di questa riflessione, facendo svanire pian piano la speranza fino alle ultime, potenti e sconcertanti tavole finali, in cui persino Reed Richards perde fiducia e speranza nella scienza e si prefigura un futuro oscuro e tetro.

Secret Wars #1 o Avengers #45?

Secret Wars 1 immagine 4La complessità intrinseca legata al numero di personaggi coinvolti e alla stratificazione delle sottotrame a incastro ideate da Hickman, costituisce al contempo un grande motivo di fascinazione ma anche una sorta di falla nel sistema: lo zoccolo duro dei lettori che per anni ha seguito gli albi da lui sceneggiati troverà un rinnovato interesse per riscoprire e rileggere tutte le storie alla ricerca di dettagli solo suggeriti in passato, mentre il lettore novizio si troverà sommerso da una mole di informazioni decisamente difficile da digerire.

Il difetto principale del lavoro di Hickman su Avengers e New Avengers trova qui la sua massima espressione: ogni singola storia scritta dall’autore del Sud Carolina è un tassello di un mosaico che senza le altre tessere non riesce a mantenere vivo l’interesse del lettore.

Per questo, pur con tutti gli elementi positivi di un progetto immenso portato avanti con coerenza e idee forti e interessanti, l’operazione Secret Wars parte con una falla molto grossa che potrebbe compromettere tutta l’operazione.

Esad Ribic: un tratto potente

Uno dei pregi più evidenti dell’opera risiede nelle tavole di Esad Ribic. L’artista croato, chiamato a ritrarre con epicità uno scontro di dimensioni immani, realizza una delle sue prove migliori di sempre.
Lo stile pittorico dell’autore trova su queste pagine l’equilibrio ottimale tra illustrazione e storytelling: ogni inquadratura è mirata a dare il maggior senso di dinamismo e spettacolarità, oltre a esaltare la capacità michelangiolesca dell’artista nel plasmare corpi potenti e plastici, ma questo non intacca minimamente il flusso narrativo e il ritmo che risultano perfettamente cadenzati.

Oltre alle anatomie, Ribic si dimostra maestro nel ritrarre ogni minima espressione dei personaggi, che sottolineano i passaggi più tragici della storia e le emozioni dei protagonisti, trovando la massima manifestazione nel gioco di sguardi tra Reed Richards e sua moglie Sue.

I colori di Ive Svorcina, fedele collaboratore del croato, si dimostrano ancora una volta essenziali per la resa finale dell’aspetto grafico dell’albo: l’ampia tavolozza di acquerelli, arricchita dai giochi di luce realizzati in digitale, conferiscono peso ai personaggi e creano un’atmosfera epica, quella di una battaglia senza speranze alla fine del mondo.

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Jonathan Hickman ed Esad Ribic hanno dato il via a una saga importante e non priva di fascino, in un primo atto che porta a compimento varie trame e lascia spazio a promettenti scenari per gli episodi a venire.

Abbiamo parlato di:
Secret Wars #1 (Marvel Miniserie #164)
Jonathan Hickman, Esad Ribic
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, dicembre 2015
48 pagine, brossurato, colori –3,00 €
ISSN: 977112423090150164

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