• English
  • Il regista dentro: intervista a Igor Kordey

    Il regista dentro: intervista a Igor Kordey

    Igor Kordey e' un disegnatore difficilmente inquadrabile, versatile, capace di prestare il suo tratto personale e immediatamente riconoscibile ai generi piu' disparati: dal supereroistico, genere nel quale ha potuto cimentarsi grazie agli X-Men di Grant Morrison e di Chris Claremont (come a dire, il passato e quello che sembrava essere...

    L’allontanamento dalla Marvel di Igor Kordey mi ha lasciato stupefatto, ed un poco deluso. Ho sempre creduto che autori lontani da uno “stile supereroistico classico” potessero essere solamente fonte di rinnovamento, di allontanamento dagli stereotipi negativi che il genere si porta appresso. Ma forse troppa gente è ancora legata a questi stessi stereotipi per accettare le novità?
    Del suo licenziamento, del destino della Marvel e di altro ancora ho parlato con lo stesso Igor, un autore che si è dimostrato disponibilissimo e che spero, lontano dai costumi dei supereroi, sappia trovare una dimensione a lui più consona. La dimensione giusta per un artista.

    Ciao Igor. Iniziamo con le cattive notizie, la tua rimozione dall’incarico su “Excalibur”! Cosa è successo?
    Mi hanno licenziato improvvisamente, quattro mesi dopo che ero stato indicato come disegnatore di Excalibur ed avevo già finito il primo numero e la copertina e metà del secondo. La spiegazione ufficiale è stata che il mio stile non si adatta a quello dei loro albi “principali”. A giudicare dalla nuova copertina realizzata da un altro disegnatore, che già circolava nei siti internet dedicati ai fumetti solo due giorni dopo il mio licenziamento, questa decisione non è stata così improvvisa, era stata pianificata in precedenza. Mi hanno lasciato lavorare solo per chiudermi la bocca.

    Chi l’ha deciso? Che peso ha avuto Joe Quesada in questa decisione?
    Joe Quesada mi ha in realtà coperto il culo per tre anni, e grazie a lui non sono stato licenziato prima. Al momento non ha potere decisionale in queste cose. È stato deciso da quel tizio dell’amministrazione – si occupa dei pagamenti ed è una testa e mezza più basso di me; non gli sono piaciuto dalla prima volta che mi ha visto. Si tratta di quell’istinto primitivo di superiorità ed il mio modo di fare non provocava certo compassione, questo è sicuro. Certe persone, se hanno potere, lo usano in modi molto diversi. Non si tratta di scarse vendite – X-treme X-Men era saldamente fra i primi 20 albi, con 76.000/78.000 copie vendute di ogni numero.

    Conosci l’editor che adesso si occupa di Excalibur? Hai mai lavorato con lui prima?
    Sì, lo conosco, è Michael Marts; ho lavorato su New X-Men con lui in precedenza. Ma, come ho detto prima, gli “editor” non sono direttamente responsabili per quanto mi è successo. Posso solo biasimarli per mancanza di lungimiranza; anche se l’avessero avuta, hanno fatto quello che gli è stato detto di fare – la maggior parte di queste persone ha famiglia e nessuno di loro rischierà la propria testa per uno che non vuole adattarsi, come me.

    Hai parlato con Chris Claremont di tutto ciò? Cosa ti ha detto in merito?
    Era molto sorpreso quanto gli ho detto cosa stava succedendo – non aveva alcuna idea delle nuove decisioni. L’amministrazione si diverte a tenere le persone al buio e trattarli come pecore. Possono dire quello che vogliono sulle storie, ma sono danneggiati soprattutto dalle imbarazzanti interferenze editoriali…

    Credi che si tratti di un segnale di una nuova mentalità in casa Marvel?
    Certamente la Marvel riflette quello che succede con le politiche americane di globalizzazione e di conservatorismo estremo del governo americano, grandi passi indietro con soppressioni come negli anni ’50 – con il Maccartismo- quando i fumetti stavano per essere banditi, primo segnale di totalitarismo; qui posso delineare un parallelismo con la fine degli anni ’40 quando la Russia influenzava la Yugoslavia comunista, quando fumetti e musica jazz vennero vietati. Dopo tante cose positive raggiunte negli ultimi trent’anni nella letteratura, nel cinema, nella musica e nei fumetti in Usa, le cose stanno andando male di nuovo. Parlo del Nuovo ordine mondiale di libertà di pensiero – questo è l’ultimo passo verso la schiavitù – per conquistare la tua mente. Queste persone, Orwell, Huxley, avevano davvero ragione.

    Sarai l’ultimo grande nome che andrà via?
    Mentirei se dicessi che non mi interessa. Mi interessa. A parte 2 o 3 albi, non c’é più nulla di interessante nell’universo Marvel. Si stanno scavando la propria fossa, trascurando completamente un gruppo crescente di lettori – le donne. Le ragazze sono le uniche che leggono ancora i fumetti (i maschi si interessano ai telefoni cellulari, siti porno e videogiochi) e, a differenza dei ragazzi, non sono interessate al salvataggio del mondo con superpoteri, ma nei personaggi e nel modo in cui interagiscono. Perciò si interessano tanto ai manga e, questa è la cosa più importante, le storie manga NON sono infinite. È una cosa che grandi case editrici come Marvel e DC non lasceranno mai succedere – si preoccupano troppo di mantenere in vita il mercato esistente (che si sta riducendo rapidamente) invece di aprirne nuovi.

    Non pensi che il tuo stile sia troppo distante dal fumetto supereroistico tradizionale?
    Sai una cosa? Credo che non mi meritino. Ieri si ComiXfan ho visto qualche pagina in anteprima di Excalibur, la stessa storia, ma realizzata da un altro artista. E questo è il mio commento (ancora un proverbio croato): “Saltare da un cavallo ad un asino”. Sempre più ho avuto la sensazione di “star gettando perle ai porci”. Ho avuto in realtà il permesso di mostrate le mie tavole disegnate per il numero cancellato sul mio sito dopo che è stato pubblicato il primo numero di Excalibur in Maggio; così vedrai di cosa sto parlando…

    Cosa terrai con te di questa esperienza alla Marvel?
    Il fatto che non puoi fare a botte con un cornuto; sono solo un’altra società per azioni. Il fatto che facciano fumetti non li rende meno cattivi.

    Sei deluso dal modo in cui si sono comportati? Come ti senti a proposito?
    Sì, ci sono ancora tante cose in ballo con loro… per esempio, hanno interrotto il mio contratto in esclusiva la scorsa estate, con il commento “…appallottola il contratto, è solo carta igienica comunque”, o quello che hanno fatto censurando il mio lavoro… beh, quello che sia. Se non avessi avuto una famiglia numerosa da sostenere, li avrei mandati al diavolo parecchio tempo fa. “Le società per azioni non hanno lealtà. Hanno necessità”.

    Hai lavorato con il principale artefice del fenomeno X-Men, Chris Claremont e con il suo migliore successore, probabilmente, Grant Morrison. Cosa pensi del loro lavoro?
    Ora che sono stato licenziato potrei dire un sacco di cattiverie, ma non lo faro’. Una cosa è certa, sono davvero bravi in quello che fanno.

    So che hai lavorato con Morrison senza quasi aver contatti con lui: come è stato lavorare in questo modo?
    Brutto, una sensazione di trascuratezza… per me l’unico modo buono per lavorare su un progetto è la mutua interazione. Quando non esiste, ciò che rimane sono mezzi risultati, come quando ti masturbi invece di fare del sesso con qualcuno.

    Che ne dici di Claremont? Che tipo di persona è?
    Claremont è una persona con vasta conoscenza e cultura, molto aperta alle idee ed ai suggerimenti. È stato estremamente bello lavorare con lui. Ho sempre avuto la sensazione che avremmo realizzato bellissime cose al di fuori del Marvel Universe e le sue limitazioni. Quest’uomo ha grandi idee!

    Ora, quali sono i tuoi lavori futuri, i tuoi progetti in divenire?
    Proprio ora sto lavorando su parecchie copertine di libri e sto allungando di nuovo i miei tentacoli sul mercato europeo. In generale i miei progetti per il futuro sono rendermi indipendente dal mercato americano il più possibile.

    Lavoreresti ancora con la Marvel?
    Solo se accettassero le mie condizioni in termini di prezzo e di come sottoscrivere un contratto realmente buono nei termini di umanità, e questo non è probabile che accada…

    Come hai deciso di diventare un disegnatore di fumetti?
    Non ho mai avuto bisogno di pensarci, ho sempre saputo che sarei diventato un’artista, non c’erano dubbi su questo. Ho iniziato a disegnare quando ho iniziato a pensare a me come una persona e questo è stato realmente presto – probabilmente quando avevo tre anni, ed in effetti le prime immagini che ricordo propriamente sono le tavole di fumetti.

    Le più importanti influenze artistiche sul tuo lavoro come disegnatore…
    Prima di tutto devo dire che non mi sono mai considerato un “disegnatore” ma un artista. I primi studi che ho fatto nelle scuole pubbliche ed in quella d’arte sono stati classici, perciò le influenze sono ampie e provengono da artisti classici come Brueghel, Duhrer, Caravaggio, Doré o Ruebens oppure da disegnatori di fumetti come Foster, Hampson, Bellamy, Maurovic, Radilovic, Jacovitti all’inizio e Corben successivamente. Ma devo ricordare influenze di artisti incredibili come Toppi, Battaglia, Breccia, Pratt, Munoz e Crepax ai tempi della scuola d’arte. Io ed il mio gruppo leggevamo le riviste italiane come Alter Linus e tutte quelle di questi autori avevano un livello estremamente alto e sofisticato di linguaggio grafico. Potrei dire che questo periodo di “età dell’oro” del fumetto italiano ha avuto un ruolo estremamente importante nella mia formazione di disegnatore di fumetti. La seconda grande influenza alla scuola d’arte erano gli artisti che lavoravano nella rivista MAD, come Kurtzman, Elder, Wood, Davies… Mi hanno aiutato a sviluppare un eccentrico sense of humor ed un differente approccio all’argomento. Un buono humor è un qualcosa che ho sempre amato nei fumetti. Ho nominato un gigante della comicità, Jacovitti, prima – lo leggevo quando avevo 5 anni; è qualcosa che non dimentichi mai, qualcosa che avrà una influenza permanente sul tuo punto di vista.

    Come lavori? Come organizzi la tua giornata lavorativa? Che strumenti di lavoro usi?
    Lavoro 10-12 ore al giorno, senza fine settimana e vacanze. Non uso riferimenti per personaggi umani o animali – uso la mia memoria; è il risultato della mia formazione alla scuola d’arte ed all’accademia d’arte. Il mio atteggiamento artistico è che questo è l’unico modo con il quale puoi creare qualcosa di realmente tuo e unico; solo se proviene direttamente dalla tua mente, che sia bello o brutto, ma è tuo. Uso, di solito, la matita per schizzi grezzi, tutto il resto lo faccio con pennino e pennello – le linee con il pennino e le rifiniture, come le ombre o cose del genere, con il pennello.

    Quale è la differenza fra essere un autore di fumetti in Europa e negli Stati Uniti?
    Credo che in Europa ci sia ancora più libertà di esprimersi come artista. Ci sono più soldi nel mercato americano, ma questa non è la cosa più importante, vero? In Europa c’é un catino di pubblico più largo, non solo ragazzini fanatici come negli Stati Uniti. Gli autori sono trattati con maggiore rispetto in Europa, almeno così era quando lavoravo per il mercato europeo; ci sono più McDonald in tutta Europa di prima; non mi meraviglierei se ci fossero influenze anche nel brutto modo di comportarsi…

    Hai lavorato in campo fumettistico con alcune delle più grandi icone della narrativa: Tarzan, Guerre Stellari, X-Men, Star Trek… Come ti è sembrato disegnarli?
    Mi occupo ancora tanto di Tarzan, sono cresciuto con Tarzan perciò è comprensibile… per me è ancora l’unico e solo supereroe genuino.

    Le tue opere francesi: quali differenze con le altre esperienze?
    Beh, pubblicavo parecchio per il mercato francese alla fine degli anni ottanta. Molta più libertà di oggi, questa è la mia esperienza…

    Jodorowsky è uno dei grandi autori del fumetto mondiale. Come è lavorare con lui?
    L’ho conosciuto di persona e preferirei tenere la mia idea su di lui per me. Non ero molto contento della nostra collaborazione, è una celebrità e sa come usare questa cosa…

    Parlaci di I.N.C.I.D.E.N.T.. Cosa è? Chi ci lavora?
    È il mio studio; talvolta assumo qualcuno per aiutarmi ma essenzialmente ci sono solo io. L’ho creato all’inizio come potenziale fucina di talenti che avrebbero mosso le montagne con la loro creatività (INC.IDENT. sta per “Incorporated Identities”) ma ora non lavorano più in questo team – troppo egoisti e troppo avidi.

    Quanto è importante il tuo sito internet per te?
    Mi piace comunicare con i miei fan e sapere cosa pensano dei miei fumetti, dopo tutto faccio tutto questo per loro. D’altra parte attraverso il mio sito ho scoperto quanti idioti ci sono lì fuori, e questa è la mia più grande frustrazione.

    Il tuo approccio al disegno predilige la leggibilità, la tua narrazione è una delle tue migliori caratteristiche. Come hai costruito il tuo stile?
    Beh, è il regista nascosto in me. Ho sempre amato rendere i miei personaggi vivi in questo mezzo di comunicazione il più possibile, farli muovere ed agire, essere convincenti e logici nei loro movimenti. Oggi, dopo 30 anni, non penso più a narrare… semplicemente so cosa fare (beh, era ora… eh eh).

    Ci sono altri autori con i quali vorresti lavorare? E per quale motivo?
    Ci sono due persone con le quali vorrei lavorare: Alan Moore e Neil Gaiman. E questo è il mio sogno segreto.

    Il tuo sogno segreto come artista?
    Un altro sogno è diventare ricco, così da poter disegnare e pubblicare qualsiasi cosa io voglia, senza limiti.

    Sei mai stato in Italia?
    Conosco l’Italia molto bene. Sono stato nella penisola di Istria dieci anni prima del mio trasferimento in Canada a soli dieci chilometri dal confine con l’Italia. Ma non sono mai stato più a sud di Roma…

    Cosa provi a proposito del tuo paese natale? Credi ci tornerai un giorno?
    Non puoi immaginare quanto mi manchi la mia terra di origine. Certamente non penso di lasciare i miei resti mortali in Canada – questo è parte dei miei progetti per il futuro, ritornare in Croazia.

    Come mai hai scelto il Canada?
    È il Canada che ci ha scelto – ero stato invitato a lavorare qui come direttore creativo di un’azienda che si occupava di color design per il mercato americano. Era il 1996, dopo la fine della guerra in Croazia la situazione economica era disastrosa, quindi non ci ho pensato due volte se accettare o no l’offerta. Allora ho pensato “qualcuno veglia su di me”, ma oggi vorrei essermi spostato un po’ più vicino alla Croazia…

    Che ruolo ha tua moglie e la tua famiglia nel tuo lavoro?
    Beh, sono sempre la motivazione principale, il centro di attenzione di tutti i miei sforzi. Ho sempre voluto renderli sicuri e dare loro quanto più è possibile. Perciò c’é grande differenza fra la situazione così come è ora e quando ero scapolo – non ho mai lavorato così tanto in precedenza ed ero più rilassato. Devo ammettere che mi manca quel periodo dell’età dell’oro talvolta – era un’epoca di libertà e sciocchezze…

    Un ringraziamento sentito ed i migliori auguri a Igor Kordey. Potete visitare il suo sito, www.kordey.ca, per conoscere le sue opere ed essere aggiornati dei futuri lavori, o per scambiare due parole con lui sul suo forum.

    (traduzione Davide Occhicone)

    Clicca per commentare

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *