Pantera Nera vol. 1: “Tutto procede dalla debolezza de’capi”

Pantera Nera vol. 1: “Tutto procede dalla debolezza de’capi”

Pantera Nera vol #1 presenta l'esordio fumettistico del giornalista Ta-Nehisi Coates e il ritorno del disegnatore Brian Stelfreeze.

“Il Wakanda sarà uno dei ‘personaggì principali della nuova serie, quindi ci abbiamo riflettuto a lungo”.

pantera-nera-vol-1-una-nazione-ai-nostri-piediSono le parole dell’artista Brian Stelfreeze a fungere da chiave di lettura per questo primo volume italiano dedicato al nuovo corso di Pantera Nera. È possibile leggerle in chiusura del cartonato di pregevole fattura edito da Panini Comics, che raccoglie quattro capitoli e un nutrito apparato di extra.
Oltre alle particolari copertine variant e a un brevissimo assaggio di sceneggiatura, è presente un’interessante intervista al disegnatore, tornato a impugnare la matita dopo anni di assenza. Egli stesso spiega che il suo compagno di viaggio, il pluripremiato scrittore e giornalista Ta-Nehisi Coates, sta progressivamente migliorando in qualità di comics writer.
I due autori afro-americani scelgono di catapultare il lettore direttamente in un Wakanda scosso dalla rivolta, mostrando già nella prima pagina i dolori del “re orfano”, T’Challa. Una donna rivela i sentimenti del popolo nei confronti di un monarca inadeguato, per il quale si può provare solamente vergogna. Altre donne, le due Dora Milaje rinnegate, un tempo le campionesse della nazione, decidono di non dedicare più la loro vita al sovrano, ma di ribellarsi a un sistema maschilista che poggia su ostentazione e inganno. Chiude il corteo dei rivoltosi Tetu, lo sciamano, la voce del Wakanda, il grido della terra bruciata dagli uomini.
Per comprendere meglio la complessa situazione che Pantera Nera fatica a gestire, è utile richiamare alla mente l’epica saga di Jonathan Hickman, autore di Avengers, New Avengers e Secret Wars. In quelle pagine lo stato tecnologicamente più progredito del mondo subì il terribile attacco di Thanos, capace di mettere in ginocchio una popolazione già segnata dalle sconsiderate azioni di Namor, raccontate nell’evento AvX. La riscossa fu affidata a T’Challa, caratterizzato con cura e passione dallo stesso Hickman. Solo qualche mese fa il personaggio era molto diverso dal re presentato da Coates: era un uomo risoluto, una guida coraggiosa, uno scienziato lungimirante, un eroe alle cui scelte era affidata la sorte dell’intero pianeta.

“Ho smarrito la via. Ho smarrito persino l’anima”.

A Pantera Nera non resta più niente, se non i dubbi, l’inadeguatezza e il senso di colpa. Come se non bastasse la guerra civile, è tormentato dalla perdita della sorella Shuri, che non è riuscito a salvare. Fortunatamente al fianco del re c’è la madre, non colei che l’ha generato, ma la donna forte che l’ha cresciuto. I pensieri del protagonista sono affidati alle numerose ma sintetiche e incisive didascalie, spesso fuori tempo rispetto alla narrazione per immagini, difetto probabilmente dovuto alla limitata confidenza di Coates col medium fumettistico. Se da questo punto di vista una caratterizzazione “diretta” risulta poco efficace, non si può dire altrettanto di quella “indiretta”.
Attraverso le parole della regina Ramonda l’autore riesce a fornire il dovuto spessore al supereroe, che in questo caso è semplicemente un essere umano. Perso nella sua mente, ha bisogno delle rassicurazioni materne, cerca di isolare i singoli problemi, evitando di guardare il quadro generale, rimane immobile davanti allo schianto della sua nazione, che lo esclude e lo fa sentire un outsider.

Attorno all’eroe decostruito, lo scrittore edifica una serie di comprimari nei quali sembra infondere tutta la propria energia. Oltre alla saggia madre, all’intrigante Tetu, alle guerriere innamorate Aneka e Aya, ecco il Wakanda, non un semplice luogo ma un personaggio. Teatro di incontri e scontri tra scienza e magia, tecnologia e tradizione, filosofia e azione, la terra africana è protagonista del terzo capitolo, quando svela al lettore la propria storia: il passato quasi mitologico, la straziante attualità e il Piano della memoria. In queste sequenze la sinergia tra Coates e Stelfreeze è palpabile, poiché parole e disegni si fondono armoniosamente, originandosi le une dagli altri. Contemporaneamente, mentre la parte riguardante l’anima dello Stato è perfettamente inserita nella vicenda principale, invece la sottotrama che si sofferma su Shuri, il cui spirito viaggia nel Piano, appare avulsa e velleitaria.

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Il paesaggio multiforme dello stato africano viene esplorato da Stelfreeze, a suo agio sia nel contesto naturale, con l’antitesi tra la selva e il deserto, che nello scenario urbano. Se la qualità degli sfondi è già elevata, il disegnatore dà il meglio di sé quando dona profondità agli sguardi dei personaggi. Le espressioni del viso sono realistiche e cambiano in accordo con le emozioni rappresentate. Lo sciamano è spesso rapito dalle sue riflessioni, Ramonda si mostra rilassata ma ferma, il re non riesce mai a sorridere.

L’apporto dei coloristi, Laura Martin e Matt Milla, è ben visibile, soprattutto nel gioco delle ombre proiettate sui corpi dei wakandiani. Anche se in un modo quasi innaturale, spesso i volti acquisiscono delle sfumature più scure, conseguendo un risultato ammirevole: in particolare nei primi piani, i personaggi sembrano abbandonare la pagina per parlare direttamente con noi.
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Infine, sempre dal punto di vista grafico, è doveroso  menzionare il costume di Pantera Nera, sul quale il connubio tra colori e disegni dà il meglio di sé. Quando l’eroe è in movimento, vediamo solo una sagoma, una figura oscura, dinamica e nervosa, che sfugge ai nemici. Più l’immaginario obiettivo di Stelfreeze si avvicina al soggetto, maggiori sono i segreti che vengono svelati. Non si tratta di una tuta improvvisata, sulla scia dell’Uomo Ragno degli esordi, né di una divisa dal design ricercato. Privo di mantello e monocromatico, l’abbigliamento del guerriero è semplice nella foggia, ma tecnologico: può adattare la propria forma alle necessità, poiché è realizzato in vibranio, materiale che assorbe l’energia cinetica.

Fin dal primo capitolo denso d’informazioni, si capisce che Una nazione ai nostri piedi non è un fumetto di puro intrattenimento, dominato dall’azione. Potrebbe essere un racconto impegnato dal punto di vista socio-politico, dal momento che gli avvenimenti, tra insurrezioni e tavole rotonde, richiamano l’attualità e il mondo reale. Eppure Coates sembra solo toccare le “sacre sponde” della politica, incolonnando gli addendi senza sommarli.

Volume introduttivo o superficiale?
La partita si gioca tra questi due termini. Per restare nell’ambito della produzione Marvel attuale, la serie Captain America: Sam Wilson sembra molto più concreta nell’approfondire alcuni temi importanti, in questo caso di ambito sociale, come povertà, immigrazione, sensibilizzazione dell’opinione pubblica al cambiamento, operata da un eroe visto da sempre come un simbolo dello status quo. Di contro, nell’accennare a rivoluzione, guerra civile, emancipazione femminile senza scendere in profondità, si corre il rischio di confezionare degli slogan, attraenti ma vacui. Da uno sviluppo superficiale emergono anche delle contraddizioni: le sommosse sono guidate e indotte dall’alto, da Tetu e dalla Rivelatrice, non scaturiscono dal popolo; sono due guerriere ben protette dalle loro armature a dipingere la scritta no one man sul cadavere dell’aguzzino; ai discorsi diplomatici non seguono strategiche mosse scacchistiche per perseguire una politica di equilibrio.

Al di là di ciò che, per ora, è “in potenza”, di cui il manifesto è il personaggio di Changamire, un filosofo tanto affascinante quanto accessorio, “in atto” c’è una storia che ha il proprio punto di forza nelle conversazioni tra gli attori della vicenda. Le battute dei dialoghi sono studiate nei minimi particolari, al punto che ogni scambio risulta illuminante per definire la figura di Pantera Nera e dei suoi connazionali. L’uso di termini wakandiani contribuisce all’immersione nella Città d’oro, con i suoi monumentali palazzi, dai quali il re deve scendere, se vuole essere nuovamente accettato.

Abbiamo parlato di:
Pantera Nera vol. 1 – Una nazione ai nostri piedi
Ta-Nehisi Coates, Brian Stelfreeze, Laura Martin, Matt Milla
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, novembre 2016
120 pagine, cartonato, colori – 14,00 €
ISBN: 9788891223890

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