“Olympus”: un dramma social(e) per Nathan Never

“Olympus”: un dramma social(e) per Nathan Never

In "Olympus" Michele Medda e Massimiliano Bergamo ritraggono uno spaccato di società ricca e allo sbando dove gli adolescenti vengono uccisi per noia.

367 - olympus_copOlympus è una storia dalle forti componenti drammatiche, ambientata in uno squarcio di realtà futura estremizzato ma solo all’apparenza lontano da noi.
Scritto da Michele Medda e disegnato da Massimiliano Bergamo, l’albo parla di un’indagine che Nathan e Legs svolgono nel quartiere più lussuoso ed esclusivo della Città Est. Ma gli eroi non sono sulle tracce di un serial killer, un sicario o un terrorista: cercano di far luce su un video nel quale una ragazzina viene uccisa, girato per puro divertimento e da usare su un social network di adolescenti che si riprendono mentre fanno sesso con sconosciuti.

Medda affronta una tematica forte con una sceneggiatura altrettanto potente, basata su dialoghi taglienti, schietti e sull’atteggiamento dei protagonisti, che appaiono più determinati del solito per non lasciare scampo al colpevole.
Lo sceneggiatore riesce a trasmettere un disagio quasi tangibile, una sensazione di sconfitta sociale che si affianca ideologicamente all’egoismo e al menefreghismo visto nel recente Don’t Look Up (di Adam McKay, per Netflix). Per restare in tema, Olympus contiene anche una non troppo velata critica a quella spettacolarizzazione della violenza, riportata all’attualità da serie tv come Squid Game.
Un’idea sul punto di vista dello sceneggiatore è affidata a Sigmund: quando un ragazzetto impegnato a riprendersi fra feste e cocktail all’ultima moda afferma “ragazzi… questa sì che è vita”, il laconico commento del genio informatico è “Se lo dici t-tu…”.

In un albo comunque mai didascalico e ricco di azione, c’è spazio anche per un siparietto con protagonista Legs. Una ragazza la riconosce infatti come l’eroina di un “vecchio” fumetto (il Legs Weaver creato nel 1991 dalla cosiddetta banda dei sardi), scatenando l’ironia di Nathan.

Massimiliano Bergamo, che torna sulla testata dopo l’ultimo episodio della saga Intrigo Internazionale, e a far coppia con Medda come ai tempi della miniserie Lukas, è il disegnatore giusto per esaltare il taglio drammatico della storia. Il segno è pulito e graffiante, con ambientazioni ricche di dettagli e un utilizzo funzionale delle linee cinetiche e dei, rari, retini. Nelle scene d’azione non manca il dinamismo ma è l’espressività a colpire maggiormente soprattutto nei piani ravvicinati, dove i personaggi comunicano ansia, concentrazione, nervosismo, come nella doppia a tavola 53.
La gabbia è classica e presenta numerose doppie orizzontali o verticali. Spiccano due tavole oniriche, proprio a metà dell’albo, e gli effetti speciali legati ai poteri dei cattivi di turno, i quali potrebbero tornare a calcare la scena, in futuro.
Il finale dell’albo lascia in sospeso i lettori, ma è già certo che la storia avrà un seguito tra fine 2022 e inizio 2023.

Abbiamo parlato di:
Nathan Never #367 – Olympus
Michele Medda, Massimiliano Bergamo
Sergio Bonelli Editore, dicembre 2021
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,40 €
ISSN: 977112157300100367

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