Quale concetto migliore per esaltare l’inventiva di un artista? Quale tema più liberamente interpretabile dello spazio bianco può esistere, a parte forse il suo opposto, l’oscurità?
Per questo abbiamo dato vita a uno spazio dove gli autori possano dare forma alle proprie idee e interpretazioni e, allo stesso tempo, a una piccola celebrazione del nostro sito, che intorno al concetto di “spazio bianco” è nato e che vedeva nel contorno vuoto delle vignette un non-luogo “dove i fumetti sono tutti uguali”.
Ospite di questa puntata è Maurizio Rosenzweig con la sua stupenda illustrazione “La Closure”. Buona visione.
La Closure
“Lo spazio mio fra le vignette che disegno è pieno di fantasmi e di mostri, intesi etimologicamente come meraviglie.
Mentre disegno, poi, sento la voce dell’amico romagnolo che mi chiede quando imparerò a disegnare gli orecchi, poi quello di Roma che mi dice che alle teste manca la nuca e da allora giro sempre le tavole per vedere che sono storte in modo umiliante e che sono sempre da arrotondare, poi quello che mi dice che se voglio imparare a disegnare devo imparare a guardare. Poi Stallone e Godzilla e tutta la cosmogonia del mio immaginario che a volte è comune, altre no. Poi c’è il mio bambino che è nelle closure con me ma anche in tutte le vignette che disegno.
Il mio spazio bianco fra le vignette è tutta la vita che nelle vignette non sta, ma che è la loro Origine.
Per quello i fumetti che hanno le vignette attaccate non mi piacciono. Perché mi sembra che non li abbia fatti nessuno” – Maurizio Rosenzweig
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Maurizio Rosenzweig
Nato a Milano nel 1970, inizia a disegnare dal 1974 e non smette più. Pubblica il suo primo fumetti a 14 anni.
Tra le tante collaborazioni, quella con la Phoenix, Fumo di China, Mondadori, Star Comics, Mucchio Selvaggio, Alta Fedeltà, Grifo Edizioni, DeAgostini, Rizzoli, Eura e Sony Edizioni, Bonelli, Dark Horse, BD.
È anche terzo Dan di Shotokan. Ma la cosa migliore di tutte è il suo bambino con i capelli rossi.
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