In un nostro precedente articolo avevamo già trattato di The Massive, il nuovo prodotto targato Dark Horse e firmato dalla penna di Brian Wood, già autore della fortunata serie DMZ, sottolineandone la validità tanto per le tematiche coinvolte, quanto per la modalità dell’esposizione della trama.
La terza e la quarta uscita italiane pubblicate dalla Panini Comics, che accorpano dalla quinta all’ottava uscita americana, vede l’equipaggio della Kapital – battello ambientalista dell’associazione Ninth Wave – lasciarsi alle proprie spalle signori della guerra indiani e contrabbandieri senza scrupoli, reimpostando la rotta verso le gelide acque del mare di Ochotsk (vicino le coste della Siberia) nel tentativo di rimpinguare le proprie riserve idriche, per poi imbattersi in una nave container apparentemente abbandonata a sud-ovest delle isole Marshall.
Tuttavia, è solo col quarto volume che si assiste a un autentico twist-plot, uno di quelli che mischia le carte in gioco e destabilizza le poche certezze maturate.
È così che un temporaneo soggiorno a Moksha, la neonata nazione delle piattaforme sull’oceano indiano, diviene scenario di nuovi squilibri e scomode conseguenze, quest’ultime dettate dall’egemonia politica del suo direttore Sumon, che dietro un’aria gioviale sembra nascondere qualcosa di oscuro e poco rassicurante.
Trascurando gli aspetti propriamente avventurosi, deponendo il piacere della scoperta al lettore, risulta più utile concentrarsi sulle riflessioni che la lettura offre in sé.
In poche battute lo sceneggiatore newyorkese mantiene più fili conduttori che collegano le diverse sottotrame, costruendo una vera e propria denuncia sociopolitica verso il bigottismo dell’umanità nei confronti dei problemi che affliggono il nostro tempo, con chiari attacchi verso il concetto del capitalismo industriale e dell’incapacità dei popoli più ricchi di farsi carico delle proprie colpe.
Ed è così che l’autore ricopre di cinismo ogni barlume di speranza: dei pozzi d’acqua purissima tra i freddi ghiacciai siberiani diventano solo un elemento strategico da conquistare e sfruttare per i propri interessi, e una nave container alla deriva si trasforma in una piccola isola da conquistare e da tenere sott’occhio con estrema cautela.
Brian Wood riesce anche a introdurre una non indifferente componente emozionale in ogni singola pagina, nel classico gioco di mezze verità e nuovi misteri, facendo risultare i personaggi vivi, credibili e perfettamente inglobati in un contesto verosimile, nonostante i toni fantascientifici post-apocalittici.
Come già anticipato nello scorso articolo, Callum Israel (capitano della Kapital) risulta il personaggio più curato e approfondito dell’intero cast, con continui rimandi al suo passato da mercenario. Mentre in questi capitoli vediamo diradarsi delle nebbie anche nel passato di Mag Magendra, ex-compagno d’armi dello stesso Callum; senza dimenticare altri componenti dell’equipaggio, come l’intraprendente Mary, che si allontanerà sempre di più dal ruolo di semplice comprimaria.
Graficamente le matite di Garry Brown non fanno rimpiangere eccessivamente la pulizia di Kristain Donaldson, disegnatore dei primi tre capitoli americani, imbastendo una costruzione delle tavole che ha poco da invidiare agli storyboard delle serie tv americane, con un’anima caricaturale non troppo invasiva che lascia il giusto spazio a un aspetto maggiormente realistico. Chiudono il cerchio sull’aspetto grafico le tonalità azzeccate dal colorista Dave Stewart, perfettamente in simbiosi con le esigenze della narrazione.
Abbiamo parlato di:
The Massive #3 – Pacifico (conclusione)
Brian Wood, Garry Brown, Dave Stewart
Panini Premium, Febbraio 2014
48 pag, spillato, colore – 3,30 €
ISBN: 9772240772009
The Massive #4 – Subcontinentale (parte 1 di 2)
Brian Wood, Garry Brown, Dave Stewart
Panini Premium, Marzo 2014
48 pag, spillato, colore – 3,30 €
ISBN: 9772240772009