Il 2017 dei Marvel Studios
Dopo l’analisi presentata nella precedente puntata sui progetti del 2017 per la Warner Bros., è ora di puntare i riflettori sui Marvel Studios, che si preparano a monopolizzare nuovamente il box office grazie al ritorno dei Guardiani della Galassia e al capitolo conclusivo sul Dio del Tuono, senza dimenticare i numerosi progetti in sviluppo e, soprattutto, la sorte televisiva di alcuni serial Marvel.
Dopo l’ottimo riscontro ottenuto da Doctor Strange, che ha incassato 230 milioni negli States e altri 427 milioni nel resto del mondo lanciando così un nuovo franchise e cementando la stella di Benedict Cumberbatch, i Marvel Studios tornano sul grande schermo nel 2017 con due brand collaudati, con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2 e Thor: Ragnarok.
Per il supergruppo cosmico diretto da James Gunn si tratta di un ritorno con aspettative decisamente alte da parte del pubblico e degli appassionati. La prima pellicola era riuscita a coniugare sapientemente un’ottima storia con un gruppo di personaggi perfettamente caratterizzati, musica e umorismo, anche se il film ha sofferto della sindrome di tutti i lungometraggi partoriti dalla branca cinematografica della Casa delle Idee: la mancanza di un villain carismatico.
Un difetto questo che non ha mancato di coinvolgere anche il Kaecilius interpretato da Mads Mikkelsen in Doctor Strange. È vero che il personaggio del malvagio stregone rinnegato è stato fondamentale in una sequenza nel fare da traino alle motivazioni che muovevano il buon Strange, ma aldilà di questo il villain non è stato capace di portare con sé alcuna empatia con il pubblico, cosa questa che ormai continua a ripetersi, come se i Marvel Studios avessero paura di offuscare la figura dell’eroe con una nemesi altrettanto significativa, sprecando in questo modo non solo potenziale narrativo, ma anche ottimi attori.
Con Guardiani della Galassia Vol. 2, James Gunn ha non solo l’occasione di confermare la sua professionalità di regista, ma anche di scardinare quell’impianto narrativo dei Marvel Studios che sembra quasi bloccato nel volere a tutti i costi caratterizzare gli eroi ma non i criminali. Lo stesso problema si presenterà anche per Thor: Ragnarok, film conclusivo del franchise sull’eroe di Asgard, che però questa volta vede la major capitanata da Kevin Feige giocarsi la carta di un premio Oscar come Cate Blanchett nel ruolo della malvagia Hela, iconica avversario del Tonante nella serie a fumetti e personaggio capace di inquietare e affascinare allo stesso tempo.
In questo caso, bisognerà vedere se l’ennesimo cambio di regia (da Alan Taylor a Taika Waititi) e soprattutto il coinvolgimento nella stesura dello script di uno sceneggiatore di fumetti come Craig Kyle avranno dato il giusto impulso alla pellicola, che vedrà la partecipazione di Hulk.
Per quanto concerne invece il “pianeta televisivo”, la Marvel dovrà una volta per tutte capire cosa fare con quella porzione del suo universo che vive sul piccolo schermo. L’annuncio, poche settimane fa, di un accordo tra ABC, Marvel e IMAX per la realizzazione di una serie televisiva sugli Inumani, ha messo in allerta molti fan i quali temono che il nuovo serial possa soppiantare definitivamente Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., messa all’angolo da qualche tempo non solo per il successo riscontrato dai progetti Netflix, ma anche per la sua innaturale presenza nell’universo cinematografico Marvel, le cui connessioni al momento sono pari a zero.
Se è pur vero che, recentemente, la presidente di ABC Entertainment Group Channing Dungey ha voluto rassicurare sul futuro della serie sul team di agenti guidati da Phil Coulson (Clark Gregg) è innegabile che l’accordo multimilionario per Marvel’s Inhumans permetterà di costruire un telefim con un budget migliore e più espansivo, oltre che fare sì che ABC possa “costruire l’evento” della diffusione degli episodi sul grande schermo, in maniera molto più forte e decisa di quanto fatto con Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. in ambito televisivo.
Nel dietro le quinte, per i Marvel Studios sarà inoltre l’anno della lavorazione di Black Panther e della costruzione del cast di Captain Marvel, ancora privo di una regista.
Deadpool
La pellicola sul folle mercenario Marvel, oltre a essere diventato uno dei maggiori incassi del 2016, ha infranto da alcune settimane alcuni tabù di Hollywood, collezionando decine di nomination in quella che attualmente è la stagione dei premi che porterà verso gli Oscar.
Intervistati da Deadline, gli sceneggiatori del film Paul Wernick e Rhett Reese hanno avuto modo di affrontare il fatto che Deadpool stia andando oltre le più rosee aspettative.
È davvero surreale. Ci stiamo pizzicando dall’incredulità. Rhett e io abbiamo sempre voluto indossare degli smoking, ed avere un ruolo di prestigio, e chi avrebbe mai pensato che questo sarebbe stato vero? Grazie a un autoironico, disgustoso anti-eroe, che fa fa scherzi, puzzette e compie cose cattive – ha dichiarato Wernick. L’altra cosa pazzesca è quanto raro è che un film che ha fatto 783 milioni di dollari arrivi alla stagione dei premi? [Ride] È raro che un film come questo, che è generalmente considerato un film di tipo pop-corn, venga riconosciuto tra pellicole serie e ottime. Quindi, è sorprendente ed emozionante, e inaspettato, e lo è ancora in modo gratificante.
Penso che sia un film di genere, ma in molti modi penso che lo si percepisca come il film anti-genere – ha invece dichiarato Reese – in quanto è molto spesso sovversivo e prende in giro il materiale dei grandi film, nonostante sia uno di loro.
È difficile pensare ad esso come a un prodotto sfavorito simile a film dal budget più piccolo, ma vedendo contro quali film era in competizione, si può dire che fosse qualcosa del genere. Ci sono voluti sei anni per realizzare il film. Ed è stato classificato R-rated.
Interpellati se sia stato il tono della pellicola ad aiutarne il successo, Wernick ha così risposto:
Non credo che si inserisca in un tono particolare. La vita non è un tono: si ride o si piange, il vostro cuore si spezza, e si dispone di una grande felicità. Quindi penso che più di ogni altra cosa, abbiamo cercato di entrare nella vita reale e far sentire alle persone che stavano guardando una vera e propria storia reale.
È difficile dirlo per questo; hai un tizio che va in giro in calzamaglia rossa. Ma in un sacco di modi, questo film parla di un uomo distrutto, che ha un cancro terminale, che perde l’amore della sua vita e cerca di farla tornare, e in mezzo a tutta la tragedia, riesce a ridere, e si nasconde dietro quella tragedia con l’uso dell’ umorismo. Penso che il pubblico abbia percepito tutto questo come una sensazione molto reale, e cioè che non era uno sciocco, stupido film che raccontava barzellette per tutto il tempo, e non era un film dark per tutto il tempo. È difficile da fare. Èdifficile mescolare quei toni in modo efficace, e non sentirsi incoerenti, e penso che questo sia permesso. Deadpool è un personaggio che fa rompere tutte le regole, proprio in virtù di rompere la quarta parete, e non solo comprende di essere in un film, ma riconoscendo questo, riconosce tutti i riferimenti alla cultura pop. Lo fa rompendo tutte le regole.
Green Lantern Corps
Nei giorni scorsi, la Warner Bros ha annunciato di avere incaricato gli sceneggiatori David Goyer e Justin Rhodes per la stesura dello script di Green Lantern Corps, il nuovo adattamento cinematografico che vedrà protagonista Hal Jordan, affiancato da John Stewart.
È proprio la scelta di John Stewart come co-protagonista che ha dato alla notizia un rilievo ancora più importante di quanto non lo fosse all’inizio, dando finalmente anche sul grande schermo un giusto riconoscimento a uno dei migliori comprimari di Lanterna Verde sulle pagine a fumetti, che però proprio nei comics ha avuto una carriera altalenante.
Il personaggio, fin dalla sua prima apparizione, è sempre stato gestito dagli sceneggiatori come una sorta di Lanterna Verde di serie B in confronto ad Hal Jordan, lasciando però suggerire più e più volte un potenziale narrativo mai completamente sfruttato dalla DC Comics, fino agli anni più recenti.
Da qualche anno, infatti, John Stewart è cresciuto in importanza all’interno delle collane facenti parte del cosmo di Hal Jordan, diventando uno dei personaggi centrali della saga del Corpo, divenendo non solo un elemento fondamentale della serie a fumetti a livello di storytelling, ma anche una voce importante e un consigliere per Hal Jordan grazie a una potente caratterizzazione, che ha messo da parte una certa malinconia che Stewart aveva sempre fatto trasparire fin dalle sue prime apparizioni.
Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il nuovo film sulle Lanterne Verdi è stato descritto come una sorta di Arma Letale ambientato nello spazio e dovrebbe focalizzarsi sul rapporto tra Jordan e Stewart. Un elemento questo che potrebbe prendere spunto dalla recentissime saghe a fumetti, e che potrebbe dimostrarsi una ottima scelta per rilanciare il franchise, che negli anni scorsi non incontrò il favore del pubblico nel film diretto da Martin Campbell e interpretato da Ryan Reynolds.