Daredevil: Born Again
La notizia, apparsa nei giorni scorsi, del ritorno dell’attore Wilson Bethel nel ruolo di Bullseye in Daredevil: Born Again, è una conferma che il rimpasto creativo operato dai Marvel Studios lo scorso ottobre sta difatti riportando la nuova serie sul Diavolo Rosso interpretato da Charlie Cox sui medesimi binari che avevano fatto la fortuna dello show targato Netflix, a cui si aggiunge anche la scelta di riportare nel cast tecnico la figura di Philip Silvera, coordinatore degli stunt e figura chiave nel serial originale, responsabile tra l’altro della memorabile e brutale scena realizzata in un unico piano sequenza del secondo episodio della prima stagione.
Va con forza sottolineato che il ritorno di Deborah Ann Woll e Elden Hanson nei ruoli di Karen Page e Foggy Nelson (nonostante le indicrezioni circolate indichino che i due appariranno in soli tre episodi) fa pensare che lo showrunner Dario Scardapane abbia scritto sì nuove sequenze e nuovi episodi, ma che abbia cercato di incorporare il tutto con il materiale girato prima dello sciopero degli sceneggiatori.
Questo fattore aumenta decisamente le aspettative, sia negative che positive, su un progetto che si sta rivelando una scommessa non da poco per i Marvel Studios, i quali stanno cercando di costruire un mini-universo legato agli eroi da strada dopo il successo di Echo, show che comunque ha mantenuto solo parte di quanto promesso visto che le coreografie delle sequenze d’azione non erano all’altezza di quello che era stato definito come “il primo show maturo” di Disney Plus e in cui i soliti problemi della post-produzione (che non dovrebbero ripetersi con Daredevil: Born Again) erano di fatto tutti presenti.
Madame Web
Nei giorni scorsi, Sony Pictures ha annunciato l’uscita in Cina di Madame Web, che sulla scia di altri recenti film segna una inversione di tendenza rispetto alla fase pandemica, in cui la Cina aveva di fatto bloccato lo sbarco di prodotti Made in USA, tagliando via così una fetta di mercato e di incassi per le produzioni hollywoodiane. La Sony, comunque, non ha da restare allegra in quanto con le proiezioni di Madame Web che prevedono un basso debutto al box office nordamericano, non è detto che la Cina sia la soluzione, vista la mutata sensibilità del pubblico cinese verso le produzioni straniere, figlia anche di un certosino lavoro delle autorità le quali hanno investito miliardi di dollari nella creazione di un settore di produzione tecnicamente avanzato, con i migliori registi sottoposti a forti pressioni per produrre film con temi patriottici o musicali in grado di contrastare principalmente le pellicole USA.
Nonostante infatti il buon successo di Aquaman e il Regno Perduto, la quota di mercato di tutti i film importati in Cina è crollata terribilmente negli ultimi mesi, attestandosi a meno del 15% all’inizio di dicembre, con flop non indifferenti come quelli di Napoleon e Wonka.
Da questo punto di vista, non è quindi detto che Madame Web riesca a ottenere un buon successo nel paese asiatico, anche perchè questo trend pare ormai inarrestabile, nonostante il Partito Comunista abbia preso diverse decisioni per agevolare di più, rispetto al recente passato, i film USA e non solo. Sono stati infatti ridotti i periodi in cui vengono rilasciati nei cinema solo titoli cinesi, sono stati accelerati i processi di approvazione per consentire tempi di commercializzazione più lunghi ed è stata decisa una sincronizzazione delle date di uscita in Cina con quelle degli Stati Uniti, salvo rare eccezioni.
Detto questo, il problema principale della Sony per quanto riguarda i progetti basati sui film Marvel rimane, come abbiamo ripetuto molte volte, la qualità. Ma su questo fattore, che potrebbe garantire un successo anche all’estero, è oramai inutile sperare in un cambiamento, visto che la major è in qualche modo costretta a realizzare questi film in tempi produttivi molto veloci per riuscire a mantenere il controllo dei diritti sul vasto portfolio di personaggi facenti parte dell’universo di Spider-Man.
Per quanto riguarda Venom, la mancanza di qualità è stata fortemente compensata dalla partecipazione di Tom Hardy, che è riuscito a costruire un personaggio riconoscibile nonostante la gigioneria della sua recitazione. Per Madame Web, il volto di Dakota Johnson al momento non pare una fonte di richiamo per il pubblico, anche a causa di una campagna marketing che è apparsa fin da subito decisamente troppo leggera.
È probabile che il medesimo problema si possa ripetere con il misterioso (ma atteso) progetto che sarà diretto da Olivia Wilde, il quale dovrebbe essere incentrato su Spider-Woman. La partecipazione dell’attrice di Tron: Legacy, che negli ultimi tempi si è costruita un nome di tutto rispetto con la regia di pellicole quali La rivincita delle sfigate e Don’t Worry Darling potrebbe portare quella qualità attualmente inesistente su questi prodotti, a cui si dovrebbe aggiungere un casting di prim’ordine, con un nome di forte richiamo come protagonista, elemento questo che permetterebbe alla Sony un nuovo franchise capace di camminare con le proprie gambe, Cina o meno.