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Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Puntata numero 22 che si concentra su quanto di nuovo è uscito nelle fumetterie statunitensi il 21 e il 28 marzo.
Marvel Comics
Mentre ciò che tiene banco in Marvel Comics è il recente annuncio del rilancio dei Fantastici Quattro con una nuova testata mensile che esordirà ad agosto sotto l’egida di Dan Slott ai testi e l’italiana Sara Pichelli ai disegni, in queste ultime due settimane si segnalano soltanto tre esordi nella Casa delle Idee.
Legato all’evento Damnation che coinvolge in prima persona il Dottor Strange, segnaliamo l’uscita dello one-shot Damnation – Johnny Blaze Ghost Rider #1 a firma di Christopher Sebela e Phil Noto, numero unico che interrompe la cadenza settimanale della miniserie principale che si concluderà con il quarto numero.
Le altre due novità Marvel sono:
Iron Man – Hong Kong Heroes #1
Howard Wong, Justice Wong
Weapon H #1
Greg Pack, Cory Smith, Morry Hollowell
DC Comics
Continuano gli esordi delle nuove testate dell’etichetta Young Animal e nei passati quattordici giorni abbiamo assistito al rilancio di Cave Carson con Cave Carson has an interstellar eye #1 di Jon Rivera, Michael Avon Oeming e Nick Filardi e Mother Panic con Mother Panic – Gotham A.D. #1 di Jody Houser, Ibrahim Moustafa, Jordan Boyd e Marissa Louise.
Per analizzare in maniera più approfondita tutti i debutti della linea editoriale diretta da Gerard Way, vi diamo appuntamento a mercoledì 11 aprile con una nuova puntata del nostro spin-off First Issue Presenta.
Image Comics
Ritorno eccellente in casa Image Comics, con il rientro sulle scene del gruppo Cyber Force. Ha letto per noi il primo numero Giuseppe Lamola.
Dopo Witchblade, la nuova incarnazione di Cyber Force prosegue le celebrazioni per il ventennio di vita della Top Cow.
Morgan Stryker è vittima di un attentato terroristico: ferito mortalmente, viene curato al prezzo di rinunciare a parte della sua umanità, a favore di consistenti innesti cibernetici. Torna così un’altra delle serie cardine dell’etichetta Image di Marc Silvestri, in origine narrativamente ed esteticamente molto legata a un tipico gusto anni Novanta.
Gli autori coinvolti in questo rilancio – Matt Hawkins, Bryan Edward Hill e Atilio Rojo – affermano di avere piani a lungo termine per la serie e di averne già progettato i primi venticinque numeri.
Il primo episodio miscela abilmente vecchi e nuovi elementi, narrando le origini di Stryker come essere che coniuga uomo e macchina, ricollegando la storia a tasselli narrativi delle vecchie storie.
Gli sceneggiatori puntano principalmente sui rapporti familiari tra Stryker e sua figlia e contestualmente gettano le basi per una nuova intrigante riflessione sul rapporto tra l’uomo e la tecnologia, principalmente improntata sulla necessità di definire e comprendere ciò che ci rende umani in un contesto di continue evoluzioni tecnologiche. La vera sfida per i prossimi numeri sarà quella di riuscire ad attualizzare le tematiche originali della serie approfondendo il discorso delle potenzialità e delle storture della moderna tecnologia.
Ai disegni Rojo si dimostra maggiormente a proprio agio nelle scene d’azione iniziali, grazie a uno stile particolarmente dinamico ed efficace. Nelle scene dialogate invece non sempre riesce a esprimere bene il lato emotivo della storia, nonostante un discreto lavoro sull’espressività facciale, per via di una certa staticità nelle pose dei protagonisti.
Un buon esordio, che non richiede particolari background da parte dei lettori e si apre a nuovi interessanti scenari.
Dark Horse Comics, Black Mask Comics, BOOM! Studios, Titan Comics, IDW Publishing, Valiant Comics
Dark Horse Comics riporta sulle scene il coniglio antropomorfo di Stan Sakai, con una nuova miniserie dedicata al ronin Usagi Yojimbo di cui ci parla David Padovani.
Torna il personaggio creato da Stan Sakai oltre trent’anni fa in una nuova miniserie intitolata The Hidden.
Il ronin Miyamoto Usagi, samurai senza padrona che vagabonda attraverso il Giappone feudale in un eterno viaggio di addestramento, stavolta si reca a trovare l’amico ispettore Ishida alle prese con due misteriosi omicidi le cui vittime non presentano addosso nessun segno di riconoscimento se non un misterioso ciondolo al collo: una croce cristiana.
Caratterizzata dalla grande precisione di ricostruzione storica che da sempre contraddistingue la serie di Sakai, l’inizio di questo nuovo arco narrativo in sette parti pare concentrarsi sul tentativo di diffusione della fede cristiana in Giappone – e più in generale – in estremo oriente, che portò alla persecuzione e alla morte di alcuni missionari (come descritto anche nella pellicola di Martin Scorsese, “Silence”, del 2016).
Il segno cartoonesco dell’autore smorza i passaggi più drammatici della storia – come le morti di due cavalieri rappresentate quasi come in una commedia slapstick – ma la narrazione non per questo perde consistenza o qualità, supportata dal segno inconfondibile di Sakai.
Tavole strutturate in una griglia regolare, bianco e nero quasi completamente privo di ombreggiature, attenta riproduzione di abiti e ambienti, sono tutti elementi che hanno sempre caratterizzato il fumetto di Sakai e che permettono all’autore di raccontare storie dense in modo sempre chiaro e leggibile.
La presenza di animali antropomorfi a comporre l’intero cast di personaggi, che di primo acchito può spiazzare il lettore rispetto alla serietà dei temi narrati, diventa elemento estremamente naturale col passare delle pagine, un po’ come avviene in un altro splendida opera a fumetti come il Blacksad di Juan Díaz Canales e Juanjo Guarnido. A conferma che quello di Stan Sakai è un talento molto più di stampo europeo che statunitense, quanto meno per sensibilità e segno autoriali.
Black Mask Comics fa esordire una nuova testata, Breathless, che ha analizzato Simone Rastelli.
Nel mondo di Breathless – serie creata da Pat Shand (testi), Renzo Rodriguez (matite e chine), Mara Jane Carpenter (colori) – accanto agli umani vivono creature come i succubi, mutaforma che si mimetizzano per evitare la cattura, e gli hisser, rettiloidi che assalgono gli umani senza timore apparente. In questo primo albo, scopriamo che questi ultimi sono sfruttati per la ricerca farmacologica, che la lotta attorno ai brevetti in materia non rifugge dall’omicidio e che la stupidità di un singolo nel diffondere voci di scoperte rivoluzionarie può portare grossi guai.
Breathless si presenta come un racconto abbastanza tradizionale, che mescola azione e thrilling con il fantastico: lascia incuriositi riguardo alla provenienza e natura di succubi e hisser e fa ben sperare nella caratterizzazione delle due protagoniste, Scout e Grace-Eisley, ma per ora resta nell’ambito dell’intrattenimento ad alta velocità. La narrazione sfrutta una messa su tavola senza particolari guizzi ma di alta e gradevole leggibilità.
Per BOOM!Studios arriva Lucy Dreaming #1, letto per noi da Marco Marotta.
Lucy è una liceale come tante, restia a conformarsi alle convenzioni sociali, che vive le ansie e i problemi tipici dell’adolescenza e che trova nella lettura l’unico mezzo di evasione dalla monotonia della vita quotidiana. La svolta arriva quando scopre che i suoi sogni hanno il potere di trasportarla in vere e proprie realtà alternative, luoghi immaginifici in cui ha la possibilità di diventare lei stessa la protagonista delle incredibili avventure che è solita leggere nei suoi libri.
Queste le premesse della miniserie in cinque parti scritta da Max Bemis, per i disegni di Michael Dialynas. Con uno storytelling dinamico e un ritmo sempre costante, l’autore imbastisce un intrigante racconto di formazione, in bilico tra realtà e immaginazione, all’interno di una cornice a metà tra il fantasy e la sci-fi. Benché alcuni tratti della caratterizzazione di Lucy e del mondo che la circonda possano apparire come dei cliché, la vicenda risulta comunque molto coinvolgente, grazie a un buon lavoro svolto sull’introspezione della protagonista, a personaggi carismatici e a dialoghi frizzanti e ironici che accompagnano il lettore dall’inizio alla fine. Degni di nota sono poi i disegni, che con un tratto pop e accese tonalità pastello conferiscono all’albo un’appropriata atmosfera onirica.
Ritorni anche in casa Valiant Comics, con Shadowman #1 di cui è sempre Marco Marotta a parlarci.
Shadowman, uno dei personaggi Valiant più apprezzati degli anni ’90, fa il suo ritorno in questa nuova serie firmata da Andy Diggle. L’intento è quello di creare uno starting point ideale anche per quei lettori che non avessero una conoscenza pregressa del personaggio, come testimoniato dal fatto che lo scrittore inglese si prende il suo tempo per chiarire, nel modo più esaustivo e conciso possibile, lo status quo dei vari personaggi e gli avvenimenti salienti che li hanno condotti fino a questo punto.
Il risultato, però, convince solo a metà. Da un lato è vero che questo approccio aiuta a non rimanere del tutto spaesati, dall’altro la mole di informazioni e di personaggi a cui si fa riferimento nell’arco delle trenta pagine che compongono l’albo è tale da prestare comunque il fianco a qualche occasionale momento di smarrimento. Senza contare che ciò porta anche a un leggero calo di ritmo nella parte centrale dell’albo. Tuttavia, al di là di queste piccole mancanze, lo stile di scrittura di Diggle si dimostra comunque efficace nel carpire l’interesse del lettore. La sua padronanza dei testi -tanto nei dialoghi, quanto nelle voci fuori campo – conferisce ai due protagonisti presentati in questo primo numero una caratterizzazione convincente e ben delineata, così come efficace si dimostra l’alchimia che si viene a creare tra di loro. Un’accorta gestione degli elementi mistici e soprannaturali legati a doppio filo con il personaggio di Shadowman riesce poi a creare delle premesse narrative sufficientemente intriganti da stimolare la curiosità per l’evolversi delle vicende.
I disegni di Stephen Segovia, al netto di qualche piccola incertezza nelle prospettive, convincono grazie alla cura certosina che il disegnatore ripone nello scolpire tanto le figure umane quanto gli esseri demoniaci, alla grande espressività dei volti e alla dovizia di dettagli degli sfondi. Altrettanto efficace è la colorazione di Ulises Arreloa, che a un generale uso di tinte cupe e pastose affianca sgargianti colori al neon per sottolineare gli elementi di magia, creando un contrasto visivamente apprezzabile. Da segnalare, infine, l’abilità del colorista nel creare un’illuminazione dinamica, sfruttando sapientemente le fonti di luce per creare ombre, sfumature e riflessi che conferiscono tridimensionalità a ogni vignetta.
IDW Publishing fa uscire in USA la miniserie di produzione tutta italiana The Crow – Memento Mori, pubblicata nelle scorse settimane nel nostro Paese da Edizioni BD. Qui potete trovare una recensione dell’albo italiano, firmata da Imma Antonella Marzovilli.
Infine, una veloce carrellata delle novità presentate dalle altre case editrici indipendenti statunitensi:
- Lion Forge:
Infinity 8 #1
Lewis Trondheim, Zep, Dominique Bertail - Titan Comics:
Factory#1
Elgo
Esclusive Comixology
Lasciamo il consueto spazio a Simone Rastelli che ci parla di un paio di novità indipendenti disponibili sulla piattaforma digitale Comixology.
Una ragazza scomparsa, Sara, forse plagiata da una setta religiosa; la sua ex amante, Key, investigatrice, chiamata da Christian Mddleton, l’uomo per cui Sara l’ha lasciata – un credente cristiano al limite del fanatismo, che lei disprezza – e un bambino, Mikey, strappato a una sala di tortura. Questi gli ingredienti di base del primo episodio di A Knight in Kansas City, creato da Daniel Cargallo e Sam Kramer (testi) e Luana Vecchio (disegni).
Il racconto si svolge a ritmo serratissimo, sostenuto da un bianco e nero senza sfumature ed efficace nel trasmettere l’atmosfera oppressiva della vicenda, intrisa di emozioni negative. Da una parte abbiamo Sara e Mikey, persone tradite, manipolate e incarcerate o sfruttate; dall’altra, Key, la protagonista, che si muove mossa da un profondo risentimento: innanzitutto verso Chris, che le portò via Sara, ma forse anche verso Sara stessa, che preferisce pensare l’abbia lasciata perché ingannata da Chris, piuttosto che perché insoddisfatta della loro relazione. La ricostruzione del rapporto tra le due ragazze, che affiora in numerosi flashback, è peraltro un leitmotiv del racconto.
Il disegno soffre di qualche incostanza nella resa dei volti e dei corpi, ma non al punto da danneggiare lo scorrere incalzante del racconto. La stessa parsimonia nella definizione degli sfondi finisce per focalizzare l’attenzione sui personaggi, tratteggiati con nettezza attraverso i fitti dialoghi e i flashback. Il tutto va a formare un racconto che aggancia subito il lettore ed avvince fino all’ultima pagina.
Berkley, California: la studentessa afro americana Lindsey Ford presenta a tre professori una ricerca su alcuni riti e miti legati alla magia tradizionale voodoo. A spingerla a questo lavoro, la volontà di ricostruire il mondo che traspariva dalle canzoni e dalle memorie del nonno.
Questo primo albo di Box Bones, serie realizzata da Ayize Jama Everett (soggetto e sceneggiatura) e John Jennings (soggetto e disegni), pubblicata da Rosarium Comics e prevista in dieci episodi, propone un lungo flashback, che ci mostra violenze razziste e vendette che portano nel nostro mondo esseri demoniaci, che è possibile invocare, ma forse difficile controllare.
Lineare e serrata, la narrazione guadagna di intensità grazie all’impatto visuale delle figure e soprattutto delle scelte cromatiche di Jennings, che caratterizzano ogni scena con una dominante specifica – il blu dei ricordi di Lindsay, il rosso delle scene di lotta e così via. I colori densi e caldi, il tratto a linee spezzate, che definisce visi e corpi come fossero incisi nel legno, la resa quasi deformante dei volti e le campiture nere delle ombre intridono il racconto delle memorie del nonno di Lindsey di un’atmosfera cupa ancor prima che violenta; le passioni deformano i volti a tal punto che l’aspetto stesso dei demoni risulta alla fine profondamente umano, e la loro forza semplice espressione dell’odio che li ha evocati.
Cuore di questo primo albo è la rappresentazione della magia tradizionale come sistema di difesa, che gli oppressi utilizzano come strumento per salvare la propria dignità di fronte all’oppressione dei bianchi, ed Everett e Jennings lo portano sulla tavola in maniera efficace.
I toni sono forti e per ora non c’è spazio per sfumature e posizioni intermedie o mediatrici fra oppressi e oppressori; l’albo chiude alludendo alla permanenza dei demoni evocati nel nostro mondo e chissà che questo non possa agire da stimolo per una diversa relazione fra le due comunità.
Vi salutiamo, ricordandovi che l’appuntamento con First Issue #23 è previsto tra due settimane, il 18 aprile, mentre la prossima settimana arriverà come già detto la nuova puntata di First Issue Presenta.
Stay tuned!
[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover su Facebook per ogni puntata di First Issue.]