Cronache di Amebò, scritto e disegnato da Valo (pseudonimo di Valentina Patete) e pubblicato da Eris Edizioni, racconta della nascita di un pianeta e di alcune storie che si svolgono su di esso. Queste sono sette più prologo e finale, e alla fine di ognuna di esse si svolge sempre una breve scenetta comica con protagonista Paperolla, una papera-giostra situata in un parco giochi. Tutte le storie, che raccontano le vicende di diversi personaggi legati tra loro, sono tenute insieme dalla ricerca di tre sbadati agenti segreti che cercano di rubare la sostanza vitale del pianeta.
Fin dal prologo, in cui uno scienziato pazzo chiamato Dottor Trap crea il mondo di Amebò cantando un pezzo rap, si può notare tutto ciò che anima il fumetto di Valo: completa libertà immaginativa, rottura delle convenzioni e del funzionamento delle tavole, character design bizzarro e intrigante, preferenza per i colori più variegati, studio dietro la scelta dei font e tanto sano divertimento. Queste caratteristiche segnano la cifra stilistica ed estetica dell’autrice, che tiene sotto controllo la narrazione del viaggio psichedelico cui sottopone il lettore dando la giusta profondità ai personaggi, rendendoli umani con piccoli dettagli caratteriali, fallibili e sbagliati “per natura”. L’ideazione grafica dei personaggi procede in questo senso, mostrando corpi, forme e figure bislacchi, che fanno sorridere ma che ci ricordano il valore della diversità e quanto la perfezione non debba nemmeno essere cercata, accettando le proprie personali peculiarità.
Proprio uno di loro, Zibaude, è il cardine sul quale ruota la rottura delle convenzioni e del funzionamento delle tavole. Zibaude, infatti, può muoversi a piacimento all’interno della pagina, ribaltando l’ordine di lettura e bucando la quarta parete, utilizzando le vignette per nascondersi dai mostri o per scappare dalla sua ex. Questa unicità lo connota fin da subito in maniera precisa, permettendo all’autrice di esplorare soluzioni visive elaborate, che comunque non si limitano a ciò, ma vengono esplorate in un’ampia gamma all’interno del fumetto.
I racconti in cui i protagonisti si muovono, pur a volte parlando di problemi e tematiche tutt’altro che semplici, sono contraddistinti da un’atmosfera leggera e spensierata, vuoi per i risvolti comici che spesso emergono vuoi per la forza degli abbinamenti cromatici, che alleggeriscono una possibile cupezza di certe situazioni. Nella palese e voluta coralità del libro, Valo non si trincera dietro le maglie dei generi (fantascienza, noir, commedia, avventura), ma li sfrutta per sabotare la carica drammatica globale stemperando continuamente le situazioni con piccole gag e trovate simpatiche. Anche in questo modo si può intendere lo studio dietro la scelta dei font, che cambia in continuazione, mostrando la grande intensità profusa da Valo nel cercare una libertà espressiva e al contempo rendendo palese la continua voglia di cambiamento, come affermato in un’intervista.
Anche il “folle” finale, in linea con il genere kaijū eiga1, dove a risolvere la faccenda è un personaggio insospettabile, contribuisce alla creazione di un mood ancora più scanzonato, utile a sottolineare il divertimento che permea l’intera opera.
Se la musica è sicuramente un elemento fondamentale che pervade il fumetto, non soltanto per il già sopracitato prologo rappato, ma per tutta una serie di elementi giocosi che emergono, anche le vicende vissute dai protagonisti sono un riflesso parossistico di quello che hanno vissuto l’autrice e i suoi amici e amiche, come detto sempre nell’intervista precedentemente citata: l’abilita di Valo sta nel trasformare in chiave autoriale episodi personali fino a privarli dell’aura di intimità e farli diventare qualcos’altro alla portata di tutti.
Concludendo, si può affermare che Cronache di Amebò sia un esordio brillante e convincente, che pone Valo tra le autrici da seguire nei prossimi anni, per il colorato – in tutti i sensi – immaginario narrativo e visivo proposto, paradossalmente coeso nel lasciarsi andare senza costrizioni di sorta, e la già buona consapevolezza dei propri mezzi artistici.
Abbiamo parlato di:
Cronache di Amebò
Valo
Eris Edizioni, 2021
184 pagine, brossurato, colori – 16,00 €
ISBN: 9788898644919
Il termine significa letteralmente “film di mostri giganti” e questo sottogenere della fantascienza, diffuso prevalentemente in Giappone, è diventato famoso in tutto il mondo grazie a Godzilla (Gojira) (1954). ↩