A volte le cose che diamo per scontate sono anche quelle più complesse. Una cosa difficile, la favola moderna creata da Silvia Vecchini e disegnata da Sualzo, racconta una vicenda semplice ma al tempo stesso estremamente profonda, capace di trattare temi molto importanti con una leggerezza quasi disarmante, unendo in modo ottimale la potenza del fumetto con quella della poesia.
Nelle tavole di apertura, in cui è dato particolare rilievo all’ambiente, si respira un clima di armonia in cui il passaggio del tempo è scandito da alcuni dettagli, come le nuvole mosse dal vento; in questo scenario idilliaco il silenzio, elemento fondamentale dell’opera, rafforza ancora di più il senso di pace.
A un certo punto però entra in campo una ruota (appartenente a un oggetto non specificato) che va a modificare la tranquillità iniziale, dando il via a una catena di eventi impossibili, almeno per il momento, da prevedere.
Poco dopo la comparsa in scena del protagonista della storia, un cane antropomorfo caratterizzato da uno stile grafico dagli influssi disneyani, l’opera assume i toni di un vero e proprio romanzo di formazione che vede il personaggio principale iniziare un lento e faticoso viaggio, non solo metaforico, di ritorno verso una meta ancora ignota, mentre il ritmo della narrazione aumenta sempre di più.
Il tempo inizia a cambiare, il tono generale della vicenda acquista di pathos, i fiori sono travolti da una minacciosa corrente d’aria e le foglie, anche loro sferzate dalla forza impetuosa del vento, segnano definitivamente la rottura del clima di tranquillità iniziale. Il personaggio principale si ritrova così a scalare una ripida parete di roccia funestata dalle avversità atmosferiche, a testimonianza del fatto che non è mai semplice rimediare ai propri errori.
In questo modo, senza alcuna battuta, l’autrice ha voluto descrivere una storia dove i cambiamenti emotivi del protagonista si rispecchiano nei cambiamenti ambientali, portando a una sorta di unione panica tra l’animale antropomorfo e l’ambiente circostante.
Superata l’impervia montagna, l’incontro con un nuovo personaggio segna il punto di svolta dell’intera vicenda: il protagonista, donando al suo amico/fratello la ruota staccata da un giocattolo (forse per un litigio o una disattenzione), ristabilisce l’ordine delle cose e riporta tutto alla normalità, facendo anche comprendere al lettore la motivazione dietro il pericoloso viaggio di ritorno.
La parola SCUSA, unica linea testuale di tutto il fumetto, acquista così un’importanza assoluta, capace di far riflettere chiunque sull’importanza di saper ammettere i propri errori e, al tempo stesso, di riuscire a perdonare chi li commette, portando il tema dell’amicizia a diventare un punto cardine dell’opera. I due personaggi del racconto sono infatti uniti da un legame che, malgrado gli imprevisti, risulta estremamente solido. Il clima generale di tensione viene quindi spazzato via dalla riappacificazione in un mondo dove anche il tempo, prima in subbuglio, è finalmente tornato sereno.
Dal punto di vista grafico Sualzo, mediante un tratto semplice ed evocativo, è riuscito a rendere vivo e pulsante l’ambiente dove si svolge la vicenda, supportato anche dalla mescolanza di nero e azzurro presente in ogni tavola. Le sequenze in cui viene mostrato solo l’ambiente rispecchiano in pieno l’anima del fumetto, capace di suscitare profonde emozioni con la forza della semplicità.
Una cosa difficile è un’opera a cavallo tra un racconto di formazione dai toni fanciulleschi e un componimento poetico tanto leggero quanto carico di contenuti.
Un racconto pensato quindi per un pubblico di giovanissimi che anche (anzi, soprattutto) ogni adulto dovrebbe leggere almeno una volta.
Abbiamo parlato di:
Una cosa difficile
Silvia Vecchini, Sualzo
Bao Publishing, luglio 2016
48 pagine, cartonato, colore – 13,00 €
ISBN: 9788865437155