Proprio quando sembra andare nella direzione di uno shonen manga classico, il terzo volume di Chainsaw Man torna sui binari dell'atipicità tanto cari al suo autore. Riprendendo la trama interrotta alla fine del precedente, nel nuovo tankobon Tatsuki Fujimoto mette in scena combattimenti con coreografie nervose alternati a momenti d'introspezione, durante i quali il ritmo rallenta per mostrare gli attimi di quiete nella vita dei devil hunter e le interazioni tra i personaggi.
L'autore approfitta della rilassatezza per inserire le gag grottesche che dall'esordio stanno caratterizzando la serie. Si nota inoltre una brusca accelerazione e, sebbene i colpi di scena non mancassero neanche prima, si giunge a una vera e propria svolta, capace di lasciare il lettore con il fiato sospeso per gli sviluppi futuri. Il climax viene alimentato con l'ausilio di uno stratagemma funzionale: la tensione sale all'interno di alcune tavole mute, dal tratto molto chiaro e “calcolato”, nelle quali risaltano la freddezza e l'efferatezza dei gesti. Se nella prima parte dell'albo il mangaka sembra declinare in chiave demoniaca l'assunto da cui è partito Robert Kirkman in The walking dead – come reagiremmo se ci ritrovassimo a stretto contatto con gli zombi? –, nella seconda accantona domande e riflessioni, perché regnino azione, violenza e sangue.
Le vignette traboccano di elementi splatter, ma a incidere è soprattutto il character design del protagonista e dei cattivi: un mix accattivante e disturbante efficace, che sovrasta la ripetitività dei volti dei comprimari.
Abbiamo parlato di:
Chainsaw Man #3 – Uccidete Denji
Tatsuki Fujimoto
Traduzione di Simona Stanzani
Planet Manga (Panini Comics), 2021
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,90 €
ISBN: 9788891296092