Per l’edizione 2019 della fiera milanese Cartoomics, la redazione di Topolino, da alcuni mesi capitanata da Alex Bertani, ha proposto ai lettori disneyani una serie di interessanti anteprime. Tra le altre, si segnala anche il volume cartonato da edicola La storia del cinema di Topolino che raccoglie, introdotte da un articolo di Vincenzo Mollica, buona parte delle avventure appartenenti alla serie ideata e scritta da Roberto Gagnor.
Lo sceneggiatore, presente in fiera insieme con Valerio Held – uno dei due disegnatori del ciclo – è stato mattatore della conferenza tenutasi domenica 10 marzo a Cartoomics, condotta da Davide Catenacci con la presenza del direttore Bertani.
L’inizio dell’incontro con i lettori è nel segno del divertimento, poiché Gagnor ha coinvolto anche Held nella presentazione nonostante la premura di quest’ultimo per l’imminente partenza. Sfruttando la presenza imprevista dello storico disegnatore di Topolino, Catenacci ha avuto modo di parlare subito di una delle storie più curiose del volume, Mickey Keaton e il kolossal pericoloso, dove la quasi totale assenza di dialoghi ha rappresentato una difficoltà più che un aiuto, stando a quanto raccontato da Gagnor, mentre Held non ha nascosto le sue perplessità iniziali di fronte al soggetto, salvo poi risultare soddisfatto del risultato finale e in particolare della versione uscita su Topolino con una colorazione particolarmente efficace.
L’autore, inoltre, ha poi confrontato il suo lavoro come sceneggiatore per il cinema con quello di sceneggiatore di comics, in particolare Topolino, rilevandone certo le differenze, dovute al maggior numero di persone al lavoro su un film rispetto a quelle necessarie per realizzare una storia a fumetti oltre che all’avere immagini in movimento e un sonoro, ma anche i punti in comune, dovuti a un paio di ingredienti condivisi: parole e immagini. Inoltre, per Gagnor è proprio l’assenza del sonoro nel fumetto che permette a quest’ultimo di coinvolgere il lettore in maniera differente, visto che in qualche modo lo si costringe a colmare questa lacuna con la sua immaginazione.
Tra l’altro lo sceneggiatore ha ricordato un elemento essenziale che le migliori storie di Topolino hanno sempre posseduto: la lettura a più livelli. Se, infatti, lette da bambini queste storie risultano divertenti, rilette da adulti possono fornire anche spunti di riflessione più profondi, facendole così apprezzare ancora di più. In qualche modo Gagnor prova sempre a scrivere storie ispirandosi a questo modo di procedere, e a parere di chi scrive ci riesce anche abbastanza bene.
Inevitabile inoltre un accenno alla serie La storia dell’arte di Topolino, ormai conclusa: l’autore ha ricordato come, mentre per la prima “stagione” il suo lavoro fu semplificato dalla possibilità di parlare di forme d’arte a lui care, per le storie successive ha dovuto approfondire molto la materia, producendo una grande quantità di materiale che poi, solitamente, inoltrava sia a Catenacci sia al disegnatore di turno.
Gagnor infine si è detto disponibile a proseguire con La storia del cinema: i generi da esplorare sono ancora molti, come la fantascienza o il musical, e da grande appassionato di grande schermo e in particolare di Steven Spielberg possiamo indubbiamente attenderci altre sorprese.