Briggs Land: l’indipendentismo dentro gli USA

Briggs Land: l’indipendentismo dentro gli USA

Brian Wood con Briggs Land ci porta nel cuore dell’America rurale, quel territorio che ha permesso all’attuale presidente USA di essere eletto.

Tra le coste orientale e occidentale del continente nord americano c’è uno sterminato pezzo di Stati Uniti sconosciuto.
Sconosciuto a chi vive al di fuori degli USA, come noi europei, ma che degli USA racchiude la maggior parte della popolazione. Popolazione che si raggruppa spesso in comunità, intorno a piccoli agglomerati, all’interno delle quali il pensiero politico dominante è quello che si muove dalle parti dell’estrema destra.

È questo territorio in cui si sono radicati i discorsi elettorali di Donald Trump e che ha permesso quello che agli europei sembrava impossibile (ma, ancor più colpevolmente, anche a buona parte degli statunitensi che risiedono nelle maggiori città lungo le coste della nazione): l’ascesa del magnate alla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.
È un territorio che il medium televisivo ha esplorato in serie come True Detective – soprattutto nella prima stagione – ed è il luogo dove si svolge Briggs Land, serie di Brian Wood e Mack Chater pubblicata in originale da Dark Horse Comics.

Edizioni BD in Contro lo Stato – primo volume tradotto in italiano – raccoglie i sei numeri iniziali della serie. State of Grace, il titolo originale di questo arco narrativo, rende però meglio l’idea del contenuto della storia.
Le terre dei Briggs sono quasi trecento chilometri quadrati di selvaggio territorio rurale di proprietà della famiglia Briggs, a capo del più grande movimento secessionista antigovernativo all’interno degli Stati Uniti.

Quando la matriarca Grace Briggs estromette il marito Jim – in carcere e condannato all’ergastolo – dal controllo dell’operazioni familiari e della comunità, si trova davanti alla diffidenza della parte di questa ancora fedele al consorte e osteggiata da alcuni dei più stretti membri della famiglia. Lo scontro violento che ne deriva rischia di portare al crollo dello “stato indipendente” e all’infiltrazione di agenti governativi federali.

È un dato di fatto che Brian Wood ami affrontare temi difficili e non banali in molte dei fumetti che scrive. In questo caso lo sceneggiatore crea una comunità guidata da principi politici distorti quali il suprematismo bianco e l’odio razziale, uniti a comportamenti misogini e maschilisti.
I personaggi messi in campo, nessuno escluso, sono mossi da dubbi valori morali, comunque plasmati dalla visione politica appena descritta. Anche la protagonista, Grace Briggs, decide di mettersi a capo della famiglia e dello “stato” perché considera il marito un traditore e vuole difendere gli interessi della comunità salvaguardando allo stesso tempo l’indipendenza delle Briggs Land, non certo perché mossa da un pungolo morale più altruistico o positivo.
Certo, la matriarca in questa sua rivoluzione mira anche a una rivalutazione della figura femminile all’interno della comunità, ma la gentilezza che la donna mostra verso la moglie e la figlia dell’uomo che ha cercato di assassinarla su mandato del marito, si unisce alla spietatezza che Grace mostra nella difesa degli interessi familiari e nel suo opporsi al governo americano.

Questa complessità e sfaccettatura caratteriale sono la cifra di tutti i personaggi della vicenda, in special modo dei membri della famiglia Briggs. Wood li segue con uno sguardo distaccato al limite della neutralità, lasciando che sia il lettore ad assumere una posizione di merito.
Non c’è giudizio nella narrazione, in favore di una esposizione quasi documentaristica dei fatti: i protagonisti e la vicenda si definiscono gli uni attraverso i dialoghi e l’altra attraverso lo svolgersi degli eventi.

I disegni di Mack Chater, al contempo essenziali e ben dettagliati nella resa degli sfondi e delle inquadrature, hanno un incremento qualitativo con il procedere della storia. Nelle prime pagine si riscontrano in alcune vignette alcuni difetti e sproporzioni anatomiche, criticità che però vanno scomparendo mano a mano che il disegnatore prende confidenza con i personaggi.

Ciò che invece è estremamente efficace è lo storytelling di Chater, la mimica nei personaggi durante le numerose scene di dialogo e il soffermarsi con attenzione su particolari come un movimento delle mani o uno sguardo.
Fondamentale alla riuscita dell’opera è la colorazione di Lee Loughridge che con una palette dalle tonalità desaturate trasmette tanto la freddezza morale quanto la spietatezza dei personaggi, muovendosi tra una colorazione realistica e una più legata alle sensazioni trasmesse in un particolare frangente della vicenda, quando essa lo richiede.

Briggs Land –  di cui il network televisivo AMC sta curando un adattamento per il piccolo schermo – non è una lettura leggera. C’è molta politica dentro e anche la descrizione di una America rurale ancora troppo sconosciuta ai nostri occhi, fatta di comunità chiuse, anche a livello mentale. Sicuramente gli amanti del già citato True Detective o di Sons of Anarchy vi possono ritrovare argomenti e ambientazioni a loro familiari, ma la lettura è consigliata anche a chi non ha mai visto una puntata dei suddetti serial.

Questo primo volume presenta lo scenario, i personaggi e al contempo chiude la microtrama del primo storyarc e nel fare ciò ci aiuta a capire quanto la percezione che noi abbiamo degli USA attraverso i media possa essere generalista e falsata.

Abbiamo parlato di:
Briggs Land Vol #1 – Contro lo Stato
Brian Wood, Mack Chater, Lee Loughridge
Traduzione di Valerio Stivè
144 pagine, brossurato, colori – 15,00 €
ISBN: 9788868839222

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *