Le idee arrivano e le storie si raccontano. Che voi ci siate o no a loro non interessa: nascono, crescono, si muovono, si espandono, e montano come le maree. Se poi il mestiere che vi siete scelti è quello del narratore, allora non avete scampo: dovete raccontarle! Una storia però non è fine a se stessa, non può esserlo: raccontarla per essere raccontata non porta da nessuna parte.
Una storia si alimenta dei suoi lettori, continua a prosperare, ad arricchirsi anche attraverso coloro che apparentemente ne godono soltanto e che, invece, danno involontariamente il loro contributo. Ma per raggiungerli, i lettori, c’è bisogno di un supporto, economico in primis, e se le storie che scalpitano per emergere non ce la fanno ad aspettare che si faccia avanti un finanziatore, ecco che l’era moderna ci consente di ricorrere al crowdfunding. Folla e finanziamento o finanziamento collettivo, così potremmo tradurre la pratica di un meccanismo collaborativo di microfinanziamento, di gruppi di persone che donano il proprio denaro per sostenere gli sforzi di creatori e organizzazioni per progetti di ogni tipo. Sono numerosi i siti internet che promuovono questa pratica, così come numerosi sono i progetti che vi possiamo trovare.
È a questi sistemi di mutuo sostegno che si è rivolto Enrique Fernández per il suo fumetto fantasy Brigada, con l’intento di raccontare una storia che per prima cosa fosse di tutti, lontana dai filtri degli editori e dalle imposizioni di gusto, avulsa alle logiche di mercato, coerente solo con se stessa e la voglia di essere sbrogliata e letta. Inizialmente scritta per il solo mercato spagnolo, inglese e francese, Brigada è stata ben presto adottato dai tipi della nostrana Tunuè – esclusivisti mondiali della versione stampata – che si sono fatti promotori dell’iniziativa, affiancandosi al progetto di finanziamento per sostenere il secondo volume dell’opera.
Nonostante il titolo richiami a un progetto di inquadramento militare, di forze armate e precisi intenti bellici, la scalcagnata Brigada di cui Fernández va raccontando ha ben poco di ordinario. Un manipolo di nani capeggiato dall’irascibile Ivro, riluttante graduato richiamato in servizio, viene reclutato per combattere gli spietati elfi scuri che diffondono il terrore in un conflitto tutti contro tutti che va trascinandosi oramai da tempo. Non sono eroi, non possono e non vogliono esserlo, tutt’al più sono mercenari pronti a menare le mani in attesa del prossimo compenso da estinguere nella prima taverna che incontrano.
C’è poi qualcos’altro che in pochi hanno il coraggio di nominare, qualcosa di impalpabile e indefinito come la nebbia che ne annuncia l’arrivo: una minaccia senza volto e forse senza corpo che da decenni impazza per la terra e che in pochi hanno avuto il coraggio di affrontare addentrandosi tra i suoi fumi. Voirandeer, così lo chiamano, e chiunque vi passi accanto o ne venga assorbito finisce col perdersi.
Ci sono poi le streghe, le cui magie possono attuarsi soltanto grazie a rituali il cui ingrediente principale è composto da ossa di animali rari. Sono personaggi enigmatici, non fascinose ma ambigue ed evidentemente pericolose.
C’è tutto in questa epica fantasy messa in piedi da Fernández i cui personaggi seppur tipici del genere, sfuggono allo stereotipo. Privi delle etichette che li vorrebbero sempre o belli e buoni, o sporchi e laboriosi, riescono a raccontarsi nonostante di loro si sappia poco: le informazioni messe a disposizione del lettore sono le stesse che hanno i protagonisti della storia con i quali si procede, pagina dopo pagina, alla loro scoperta. Enrique Fernández è un amante del genere fantasy e Brigada, per sua stessa ammissione, si ispira alla saga The Witcher dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski il cui protagonista, lo strigo Geralt de la Rivia, si muove in un mondo pericolosamente in bilico. La fortunata saga di Sapkowski è anche ispiratrice di uno dei più famosi videogiochi on line gratuiti al mondo. Brigada ha dalla sua un forte background culturale che va riflettendosi proprio sui personaggi e le ambientazioni. Se la matrice del genere fantasy può annoverarsi soprattutto in connotazioni nord europee, è nella grafica delle ambientazioni e nella caratterizzazione dei personaggi che questa viene modificandosi richiamando alla memoria – su tutti i portatori di campane in apertura del primo libro – anche i miti meridionali del vecchio continente, che vanno così fondendosi con i primi a creare qualcosa di nuovo e classicheggiante al tempo stesso.
I disegni di Fernández sono tipici del suo stile. Forse più vicini alle dinamiche giocose de L’isola senza sorriso che ai tratti geometrici spigolosi de I racconti dell’era del cobra. Elementi comunque presenti entrambi a seconda della situazione: dinamici e morbidi, essenziali e stilizzati in alcuni frangenti e al contempo espressivi. I dettagli con cui sono caratterizzati i personaggi sono già di per sé una narrazione: è sufficiente guardare alle espressioni dei volti, al modo in cui sono abbigliati, o le posture messe in scena, per capire con chi o cosa abbiamo a che fare. Se proprio vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo è nei paesaggi digitali che si riscontra quel non so che di plastico che ci discosta leggermente dalla lettura ricordandoci che quella che abbiamo sottomano è soltanto una storia.
Questi primi due volumi di Brigada presentano una vera e propria introduzione a una saga fantasy che vuole evidentemente
allontanarsi dal solito cliché narrativo rifacendosi alle nuove tendenze del genere che accetta le differenze, alla ricerca di una nuova forma di tradizione più vicina ai gusti moderni che a quelli classici.
Abbiamo parlato di:
Brigada #1 – #2
Enrique Fernandez
Tunué – 2014
46 pagine per volume, brossurato, colori – 12,90 € cadauno
ISBN: 9788494365348
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