Palazzi fatiscenti.
Metropolitana immersa nell’acqua.
Erba alta che invade le strade, battute da teppisti in maschera che aggrediscono i pochi abitanti che si aggirano per le strade di una città abbandonata.
Su Batman torniamo, dunque, all’inizio, a una Gotham piegata dalle macchinazioni dell’Enigmista, una sorta di piccolo dittatore della città che ha in testa una sola regola: “O sei intelligente, o muori“.
Ogni sera, infatti, l’Enigmista compare di fronte ai gothamiti prostrati da questa specie di assedio per chiedere se c’è qualcuno disposto a proporgli un enigma che non è in grado di risolvere: in caso di successo la città verrà liberata, altrimenti ci sarà un altro giorno di inedia e una inevitabile morte per l’incauto enigmista. A questo punto è legittimo chiedersi: chi è stato e chi è Edward Nigma?
Un enigma ti salverà
Creato da Bill Finger e Dick Sprang su Detective Comics #140 (1948), il primo Edward Nigma è un piccolo truffatore specializzato nella risoluzione di puzzle ed enigmi. La sua carriera inizia a scuola con la risoluzione di un puzzle proposto dall’insegnante di storia, che il giovane scolaro risolve andando a fotografare di nascosto il puzzle completo all’interno del cassetto della professoressa. Da qui in poi Nigma prosegue la sua carriera nel mondo dei giochi, dove grazie a una serie di trucchi di prestigio ottiene sempre la vittoria sugli avversari, e quindi anche la posta giocata.
Nigma, però, è anche un personaggio ambizioso, e la massima aspirazione diventa quella di confrontarsi con Batman, che viene sfidato apertamente con una serie di dilemmi di varia difficoltà, iniziando da un’enorme tavola di parole crociate.
Di fatto, questa caratterizzazione leggera e tutto sommato divertente dell’Enigmista viene aggiornata con Batman #179 (1966) di Robert Kanigher e Sheldon Moldoff. È sulle pagine di The Riddle-less Robberies of The Riddler che la passione di Nigma per i giochi enigmistici viene, infatti, mostrata come l’ossessione di una mente malata, in una storia che oscilla tra questa piccola follia (l’Enigmista porta il Dinamico Duo in giro per la città con una serie di enigmi) e la sua incredibile intelligenza, che lo spinge a cercare di curarsi dalla sua malattia.
La caratterizzazione di Kanigher è stata, probabilmente, la più efficace per decenni: per avere, infatti, un altro Enigmista interessante bisogna attendere il 1990 con Dark Knight, Dark City di Peter Milligan e Kieron Dwyer su Batman #452-454. Nel corso dei tre numeri, il criminale viene rappresentato più letale e folle che mai a causa del demone-pipistrello Barbathos, che viene successivamente utilizzato anche da Grant Morrison nella sua riscrittura batmaniana.
Un vero e proprio punto di svolta per Nigma è, invece, Hush che tra la fine del 2002 e il 2003 si sviluppa sulle pagine di Batman #608-619. Disegnata da Jim Lee, da poco ritornato in DC Comics, vede ai testi Jeph Loeb, che aveva già utilizzato il personaggio nella trilogia The Long Halloween, Dark Victory e When in Rome. Durante Hush, però, Loeb enfatizza l’intelligenza di Nigma e spinge su una caratterizzazione leggermente più arrogante e meno dimessa di quella adottata in precedenza, costruendogli una specchiata carriera da detective privato, che non gli impedisce, comunque, di scoprire la vera identità di Batman, che successivamente dimentica a causa di un tumore al cervello.
Come sempre, nel mondo dei fumetti, malattie come il tumore, o l’attacco di rettitudine, non sono per sempre, e così a partire da Batman #610 (2010) Edward Nigma torna ad essere uno degli avversari di Batman.
Alla fine di questa lunga tradizione si inserisce, dunque, l’Enigmista di Scott Snyder e Greg Capullo, rappresentato come un uomo ambizioso ed estremamente intelligente, portato in particolare per la matematica. Ispirato in parte all’Enigmista cinematografico interpretato da Jim Carey in Batman Forever (1995), è possibile, visti i titoli delle saghe di cui è costituito Anno Zero, che sia anche ispirato all’Enigmista tratteggiato in Dark Knight, Dark City. È l’avversario principale di Batman in questo Anno Zero, colui che ha mosso le pedine dietro le quinte, piegando la città e sfidandola a una gara di intelligenza. Interessante osservare come utilizzi motivazioni ecologiste ed evoluzionistiche per giustificare le sue azioni, per mostrare la nobiltà dietro l’atto criminale compiuto. È lecito chiedersi, allora, se riusciranno Batman e Jim Gordon a mostrarsi più nobili e soprattutto più intelligenti di Edward Nigma.
Benvenuti a Gotham City
La storia più attesa di Batman #33 è, però, la prima parte di Icarus, su Detective Comics vol. 02 #30, che vede l’esordio sulla testata che ha dato i natali al Crociato Incappucciato della coppia Brian Buccellato e Francis Manapul, che su Flash ha rilanciato, con buon successo di pubblico e critica, il mito di Barry Allen.
L’approccio al Cavaliere oscuro è sicuramente differente, rispetto al velocista scarlatto, ma si apprezza la differenza rispetto alla precedente gestione, non solo dal punto di vista grafico.
Mentre John Layman, sfruttando in parte i disegni muscolari di Jason Fabok, disegnatore che più spesso lo ha affiancato, sembrava avulso dalla continuity ufficiale e più impegnato a costruire una visione di Batman coerente con quella cinematografica di Nolan, dimenticandosi a volte di Bruce Wayne, Manapul e Buccellato sembrano voler proporre una ricetta molto più equilibrata. Non solo la storia poggia saldamente nella continuity attuale, ma riescono a far emergere il lato umano di Wayne, in particolare nelle tre pagine conclusive.
Il racconto ha, nel complesso, una struttura classica, con Batman che, alla fine delle sue indagini, sventa un rapimento e si ritrova coinvolto in un nuovo caso con implicazioni anche personali. Anche graficamente Manapul propone poche delle invenzioni tipiche di Flash: a fronte di una strutturazione della pagina ordinata e precisa, l’artista riesce comunque a mostrare in un paio di gruppi di vignette lo stile cinematografico alla “Eisner” già visto sulle pagine di Flash, dove i personaggi, muovendosi da una vignetta all’altra, danno la sensazione del movimento.
Un buon esordio per un team creativo che si spera riesca a dimostrarsi all’altezza del duo Snyder-Capullo.
La nuova vita di Dick Grayson
Il Robin originale, che da anni si era staccato dall’ala protettrice (ma non dal controllo) di Batman, è il personaggio che subisce i maggiori cambiamenti dall’evento Forever Evil, ideato da Geoff Johns. Alla fine della sfida con il Sindacato del Crimine, Dick Grayson viene, infatti, creduto morto dal resto del mondo, e Bruce Wayne è fortemente intenzionato a mantenere in piedi questa bugia, anche con gli amici più stretti. Il suo obiettivo è, infatti, infiltrare il giovane pupillo all’interno di un gruppo di spie.
A condurre il personaggio in questa nuova avventura ci sono gli scrittori Tom King, che per un decennio circa ha lavorato nel controspionaggio della CIA, e Tim Seeley, che sull’ultimo numero di Nightwing portano a casa il compitino di un passaggio da una serie sostanzialmente supereroistica a una spionistica.
Gli obiettivi di questo Nightwing #30 sono molteplici: innanzitutto introdurre un’agenzia di spionaggio che nessuno, fino a ora, aveva mai citato all’interno del New 52 (e questo è probabilmente il compito più semplice); dire, quindi, addio alla serie precedente e introdurre le atmosfere della nuova.
Mentre nella prima parte, lo spunto narrativo portante è quello dell’Africa e della violenza terroristica in quel continente, nella seconda parte i due sceneggiatori costruiscono un violento confronto tra Bruce e Dick nello stile dei classici allenamenti tra il Dinamico Duo originale. La sfida sembra l’equivalente fisico del percorso meditativo, dove l’allievo viene portato al punto conclusivo del suo percorso dopo che ha abbandonato quello iniziale. Allo stesso modo, Dick abbandona il suo ruolo originario di supereroe, e in parte la sua stessa identità, per abbracciare la nuova missione affidatagli dal suo mentore. In questo senso sarà, dunque, interessante leggere come i due scrittori concilieranno questo nuovo ruolo flessibile del personaggio con la forte identità che, invece, suggerisce il titolo stesso della nuova serie.
Ciascuna delle tre parti viene, poi, affidata a tre disegnatori differenti: Javier Garron, che, con un tratto alla Angel Medina, risulta perfetto per rappresentare il gruppo di assassini descritti da Seeley e King; Jorge Lucas, il cui stile muscolare e dalle chine particolarmente cariche è efficace per le atmosfere cupe e violente del confronto all’interno della bat-caverna; infine Mikel Janin, che con il suo tratto chiaro disegna le poche pagine del numero che possono essere considerate il vero e proprio numero 0 di Grayson.
Nel complesso siamo di fronte a una chiusura più che decente della serie, con i due sceneggiatori che, oltre a introdurre in maniera interessante il nuovo percorso narrativo del personaggio, riescono non solo a caratterizzare ottimamente Batman, ma anche a recuperare alcuni tratti distintivi di Dick, come la sua rabbia per la morte dei genitori, il carattere indomito e l’altruismo.
Abbiamo parlato di:
Batman #33
di Scott Snyder, Greg Capullo, Brian Buccellato, Francis Manapul, Tim Seeley, Tom King, Javier Garron, Jorge Lucas, Mikel Janin
Traduzione di Stefano Visinoni
RW Lion, gennaio 2015
spillato, colore, 84 pagine, € 3.95