“Tutto quello che so e che questa è la seconda guerra mondiale… che ci hanno arruolato… lui fa il fumettista e io sono redattore di un giornale turco a Brooklyn.”
“Ragazzi come faranno a vincere la guerra con dei tipi come noi?”
“Perché… chi altro le fa le guerre eh?”
(dialogo tra soldati in viaggio verso il fronte)
A chi non è capitato di ritrovarsi in treno, con il capo rivolto verso il finestrino intento a osservare il paesaggio che scorre? Almeno una volta nella vita è capitato a tutti, ma più che far da cornice al paesaggio in movimento, quel finestrino ha rappresentato una specie di schermo su cui i nostri pensieri venivano proiettati col fine di farci rievocare i nostri ricordi. I lunghi viaggi a volte hanno su di noi l’effetto amarcord, un effetto che ci aiuta a spezzare la monotonia del rumore delle rotaie.
La stessa sensazione provata dal giovane soldato Willie che rivolto verso quel finestrino sta andando a difendere la libertà del suo paese in pieno secondo conflitto mondiale. E conscio di tutto ciò, ripercorre con la mente le origini della sua famiglia in quella che probabilmente è una delle più grandi graphic novel della storia dei comics. Genere letterario, quello della graphic novel, che lo stesso autore, Will Eisner, ha introdotto nel 1978 con il bellissimo Contratto con Dio forse inconsapevole di dare il via a una specie di invasione di romanzi grafici che nel nuovo millennio ha trovato il periodo di maggiore espansione.
Verso la tempesta è un autobiografia per immagini. Ma non solo. È un meraviglioso affresco storico per molti versi unico, che ci fa conoscere un’America fatta di umanità e miseria, violenza e razzismo, amori e delusioni, arte e affari tutti radicati nella New York prima e dopo la grande depressione, quella “grande mela” capace d’inglobare etnie diverse e metterle in contrasto tra di loro.
E qui che vediamo svolgersi l’adolescenza del giovane Willie, tra una madre casalinga semianalfabeta e un padre dalle aspirazioni artistiche trasformatesi in un commercio di pellicce, tra risse, scazzottate e dubbi morali.
Ma Verso la tempesta non scava solo nel passato del protagonista ma anche in quello dei suoi genitori, andando a ritroso fino a una New York di fine ottocento e attraversando l’oceano fino a Vienna capitale d’arte, musica e intellettualismo, pronta a essere inghiottita dall’abisso della prima guerra mondiale. E tra la prima e la seconda guerra, assistiamo al dilemma morale di Eisner, che rinuncia all’imboscamento favorito dal suo editore per fuggire dal mondo illusorio fatto di carta e inchiostro e partire volontario per la leva in difesa del suo paese e del suo dubbio senso di libertà.
Parecchie le sequenze d’antologia: la storia del nonno materno nella New York del 1880; i sogni e le aspirazioni artistiche paterne sullo sfondo della Vienna della Belle Époque e la bellissima sequenza finale dell’arrivo al campo d’addestramento, in cui il plotone marcia “verso la tempesta”. Ma è il modo di raccontare, d’usare le immagini, di comporre la tavola a lasciare il lettore a bocca aperta: immagini che passano da un bianco e nero netto a un fitto tratteggio, scenari ineguagliabili per sintesi e profondità di campo e soprattutto una serie di caratterizzazioni che fa di quest’opera un monumento dell’arte sequenziale, termine coniato dallo stesso Eisner che in tutta la sua carriera ha sempre mantenuto dei livelli altissimi.
Verso la Tempesta rimane senza dubbio l’opera più bella, compiuta e significativa del maestro americano. Quel Will Eisner che a settantaquattro anni suonati, munito di una risma di fogli bianchi inchiostro di china e un talento artistico fuori dal comune, intraprende un viaggio personale pieno di emozioni e suggestioni ripercorrendo per noi non solo la sua storia familiare ma anche quella generazionale di tutto un paese che non finisce mai di cadere in contraddizione. Una contraddizione che lo stesso Eisner tenta forse di superare con le parole che il giovane Willie si sente rivolgere dal padre: “Nella vita come nell’arte, Willie…è tutta una questione di prospettiva!”.
Curiosità
Verso la tempesta è, insieme alla graphic novel Il sognatore, il più autobiografico dei fumetti di Will Eisner. Il maestro americano disse di aver impiegato circa un anno nella realizzazione di quest’opera che per molti rappresenta il suo capolavoro.
Edizione consigliata
Ho preferito consigliare la prima edizione di Verso la tempesta del 1998 a opera della casa editrice Punto Zero di Andrea Plazzi (che ha curato anche la traduzione) per il merito che ha avuto nel farci conoscere gran parte delle opere di Eisner in edizioni sempre ben curate.
Altre edizioni
Sono altrettanto valide le due edizioni realizzate nel 2009 rispettivamente da Fandango Libri (che riprende praticamente l’edizione della Punto Zero, compresa la traduzione a cura di Andrea Plazzi) e della casa editrice Einaudi, che ripropone Verso la tempesta in un volume contenitore, Life in pictures, insieme ad altre storie del maestro americano.
Dell’edizione consigliata esiste anche una variant cover realizzata per l’edizione di Lucca Comics del 1998.