“I sognatori viaggiano nella vita con un ritmo tutto loro. Prendono decisioni o sposano cause che spesso appaiono ingenue e confondono gli individui pragmatici, i quali – in ultima analisi – prosperano su occasioni nate dalla fantasia e dall'immaginazione. Questa è la storia di un sognatore. Il cammino di un fumettista all'inizio della sua carriera.”
Sono forse quelle dello stesso Will Eisner le parole migliori per descrivere questo volume, l'ultimo in Italia (ma pubblicato in patria nel 1986) di questo autore, da cui ci si aspetta sempre molto, e che, nonostante questo, riesce comunque a stupire per la sua freschezza, la sua tecnica, la sua immensa bravura.
Il Sognatore è la risposta dell'autore agli studenti che chiedevano dei suoi inizi, e questa risposta non poteva che essere a sua volta un fumetto, la cronaca di quei primi, difficili ed al contempo esaltanti anni, in cui tutto ciò che sosteneva l'autore era la forza del suo sogno, la passione e la gioia di fare fumetti. Gioia che tutt'ora, a quasi settanta anni, dopo una vita dedicata al fumetto, Eisner di certo non ha perso, e che trasuda da ogni pagina.
L'edizione della Kappa Edizioni, erede della Punto Zero, è ai livelli dei precedenti volumi come qualità; da segnalare l'utilissima appendice, una guida al volume che illustra gli autori, i personaggi ed i fumetti che si celano dietro agli pseudonimi usati da Eisner.
Billy Eyron, infatti, non è altro che lo stesso Eisner, che nella storia inserisce, sotto falso nome, tutti coloro che furono suoi amici, compagni e colleghi di quel periodo, molti dei quali diventeranno celebri negli anni successivi. È divertente ritrovare tutti questi rimandi nascosti (ma non troppo).
Ad esempio Ken Corn è in realtà Bob Kane, ed il suo Rodentman la rappresentazione della sua creature, Batman, nato dopo il successo del BigHero di “due ragazzi dell'Ohio”, dietro cui si cela il Superman di Jerry Siegle e Joe Shuster. Ed ancora appaiono con altro nome l'abilissimo Lou K. Fine (disegnatore tra l'altro dello stesso Batman), l'insicura Audrey Blum Blossert (scrittice di The Spirit e Lady Luck), il muscoloso George Tuska (Scorchy Smith e Buck Rogers) ed il pragmatico Bob Powell (Mr. Mystic). Nomi ben noti del panorama fumettistico americano dell'epoca. Senza naturalmente dimenticare quel Jack King, ovvero “The King” Jack Kirby, a cui Einser dedica questa azzeccata didascalia:
“Il mondo dei fumetti è fatto di buoni e di cattivi… per questo Jack King è qui.”
La storia è ambientata negli anni della grande guerra, che da lì a poco coinvolgerà anche gli USA. Billy Eyron compra il suo primo sogno per una tazza di té e pochi centesimi: una profezia di una indovina senza clienti, ed il biglietto portafortuna di una bilancia a gettoni, quanto basta per coltivare un pezzetto di speranza.
Speranza che lo sosterrà, sia quando rifiuterà di lavorare sui famosi Tijuana Bibles (albi a fumetti dal formato “a striscia” in cui personaggi famosi, reali o immaginari, venivano ritratti in scene a luci rosse), sia quando la rivista che gli offrirà il primo lavoro sarà costretta a chiudere prima ancora di pubblicarlo.
Le parole del padre saranno un incoraggiamento, apparentemente distaccato, nascoste dietro ad un giornale; mirate e profonde.
“Il coraggio viene dai sogni! …e tu Billy… ce l'hai un sogno?”
Così, con trenta dollari e molta incoscienza, Eyron fonda assieme a Jimmy Samson (nella realtà Jerry Iger) la “Eyron & Samson”, con l'obiettivo di consegnare agli editori storie già pronte da pubblicare. Il giovane autore arriverà a creare fumetti sotto tre diversi pseudonimi e con diversi stili pur di rispettare le consegne e dare una immagine professionale della loro impresa. Un poco necessità, un poco gioco e divertimento.
“Ho sempre sognato di avere nomi come quelli.” dirà dei suoi pseudonimi.
Ancora sogni. E di sogni è pieno tutto il fumetto: la parola stessa viene ripetuta decine di volte dai molti personaggi di contorno, che siano autori o editori, e Jimmy Samson appella lo stesso Billy come “il sognatore”. Un soprannome che esprime lo spirito di fondo dell'autore, che con tutte le difficoltà di un mondo a fumetti in cerca della propria identità, continuerà per la sua strada, anche quando vorrà dire ricominciare da capo senza i suoi soci, anche quando non sarà il riconoscimento della sua abilità, ma solamente la sua rapidità, a farlo preferire ad altri autori per realizzare una nuova striscia: The Spirit.
Il bianco e nero delle pagine di questo romanzo grafico sembra preso dai film anni '50, dove il sogno americano assumeva corpo e credibilità, dove l'america degli anni passati si schiudeva agli occhi dello spettatore con semplicità e franchezza. Nello spirito di Billy Eyron/Eisner c'é tutta la speranza e la volontà di vincere, non tanto per gli altri quanto per se stessi, la volontà di arrivare, di coronare il proprio sogno.
Il Sognatore è una lettura che non avrà la profondità di altri lavori dello stesso Eisner (Contratto con Dio, Piccoli Miracoli, Verso la tempesta, Gente invisibile, Il palazzo, Dropsie Avenue solo per dirne alcuni), ma che conferma l'intelligenza dell'autore e la capacità di raccontare storie con una semplicità quasi disarmante, con la naturalezza di chi conosce in maniera perfetta i meccanismi del fumetto.
Di certo una lettura obbligatoria per tutti coloro che lavorano, o che aspirano a farlo, nel mondo dei fumetti, per ritrovarvi lo stesso spirito che anima chi desidera seguire questa strada. Una sorta di manuale, non tecnico come altri che lo stesso Eisner ha scritto, ma un manuale per chi vive di fumetti, e che può far sue le parole che lo stesso Eyron/Einser dedica ai dipendenti della “Eyron & Samson”:
“I fumetti sono fantasie… sogni fatti da sognatori… per loro questo non è un lavoro… è quello che preferiscono fare sopra ogni altra cosa.”