Hughie è un tranquillo ragazzo scozzese al quale, dopo aver visto morire la fidanzata tra le proprie braccia per colpa della faciloneria di un supereroe, viene proposto di entrare in gruppo dedito al controllo (ed alla repressione) dei superesseri. Starlight è una supereroina di provincia, in procinto di entrare nel supergruppo più importante del pianeta. Scopriranno entrambi che i beniamini dell’opinione pubblica sono persone solite a comportamenti bizzarri, amorali o addirittura criminali.
“I supereroi come non li avete mai visti” recita la copertina, ma sappiamo (quasi) tutti che non è così: da anni Garth Ennis ritrae gli eroi come personaggi perversi e deprecabili, esibendo un campionario di nefandezze in continua espansione. La necessità di usare personaggi ingenui e inconsapevoli, capaci di stupirsi alla scoperta della squallida realtà è indicativa di una certa stanchezza del clichè: la “verginità” (non a caso titolo scelto per questo arco di storie) di Hughie e Starlight i lettori l’hanno persa da tempo e ormai la carica iconoclasta di Ennis ha lasciato il posto ad un umorismo puerile e fine a se stesso.
Vedremo quale sarà l’accoglienza che la serie troverà in edicola (è già stata pubblicata in volume) e se quello sarà il luogo in cui reclutare nuovi lettori, magari digiuni di Ennis, Millar o Bendis. La speranza è che i neofiti non si accontentino di aver scoperto un branco di sessuomani e depravati, ma abbiano voglia di scoprire cos’altro può nascondersi dietro la maschera.
Abbiamo parlato di:
The Boys 1,2
Garth Ennis, Darick Robertson
Panini Comics, dicembre 2012, gennaio 2013
48 pagine, brossurato, colori – 3,00 €
Traduzione di Luigi Mutti
ISBN: 9772281244008, 9772281244909
Paolo
22 Gennaio 2013 a 11:40
La serie complessivamente non mi è dispiaciuta con qualche alto (i primi archi narrativi) e molti bassi (il finale troppo tirato e scontato). Certo, se si pensa al fatto che più di 20 anni prima Mills e O’Neill nel loro Marshall Law avevano già detto tutto a riguardo e , imho, con risultati migliori sia dal punto di vista grafico che narrativo, l’impatto della serie risulta di molto ridimensionato.
La redazione
24 Gennaio 2013 a 10:01
Grazie per aver ricordato un fumetto come Marshall Law, a cui molti fumetti contemporanei devono qualcosa.