Sperimentare attraverso un “Collo di bottiglia”: intervista a Marco Quadri

Sperimentare attraverso un “Collo di bottiglia”: intervista a Marco Quadri

Al Napoli Comicon 2024 abbiamo avuto occasione di intervistare Marco Quadri, autore di Collo di bottiglia e artista dalla vocazione internazionale

In occasione del Comicon di Napoli 2024 abbiamo avuto l’occasione di conoscere Marco Quadri, artista dalla grande vocazione internazionale, e la sua più recente opera, Collo di bottiglia, edita da Edizioni BD. Nella nostra intervista, abbiamo avuto modo di parlare con l’autore della sua carriera artistica e dei suoi progetti.

20240427 113550Ciao Marco, grazie di averci concesso questa intervista e benvenuto su Lo Spazio Bianco. A livello artistico, qual è stata la tua formazione?
Mi sono formato all’Accademia di Urbino in tecniche cartografiche, e ho studiato incisione e xilografia. Dopodiché, sempre a Urbino, mi sono formato all’ISIA come illustratore: durante questo periodo per un anno sono stato a Barcellona, come studente dell’Escola Massana, sempre per studiare illustrazione.

Quali sono state invece le tue ispirazioni?
Principalmente la mia attenzione è sul mondo delle autopubblicazioni, non solo a livello italiano ma anche europeo. Quindi mi sono interessato e ispirato a progetti come Colorama, Studio Fidel, Terriblè. Per quanto riguarda autrici e autori europei che mi piacciono molto posso citare sicuramente Anna Haifisch, Nino Bulling e tanti altri che ora non mi vengono in mente (ridiamo).

Tu sei un disegnatore e un illustratore. Quali pensi siano le possibilità espressive e comunicative di questo media?
Il modo in cui disegno cambia tantissimo in base a coloro con cui mi confronto. Per esempio, lavorare per  riviste come The New Yorker o Le Monde è sostanzialmente mettere a disposizione delle riviste i propri strumenti per realizzare l’illustrazione di un articolo: quindi si seguono le indicazioni di un’altra persona e si trasmette con il linguaggio visivo il contenuto di altri. Per quanto invece riguarda il mio lavoro personale, c’è una ricerca formale anche legata al mondo della stampa, dal momento che sono anche stampatore in risograph. Ecco che il mio lavoro si è anche un po’ trasformato in base ai limiti tecnici di questo tipo di stampa. Sul fronte narrativo, invece, sto ancora sperimentando: Collo di bottiglia è il mio primo libro ed è uscito a capitoli e questo mi ha permesso di sperimentare cose nuove in ogni capitolo.

Quando lavori alle tue opere, pensi prima a cosa disegnare o prima a come rappresentarlo?
Le due cose vanno un po’ di pari passo.

Dal punto di vista tecnico, che stile hai utilizzato per Collo di bottiglia?
Ho iniziato a disegnare prima le singole vignette, originariamente, senza quindi ragionare sul formato. La maggior parte del libro è disegnata su fogli separate, vignetta per vignetta. Poi dopo ho proceduto a unire digitalmente tutte le varie vignette in delle tavole, rimpicciolendole. Il colore l’ho applicato tutto lavorando sulla tavola luminosa utilizzando dei pennarelli all’alcool. Tutto ciò ha portato a un effetto di rimpicciolimento del disegno e di ingrandimento del colore e ha creato l’effetto di sbavatura e di colori che non rimangono all’interno dei bordi. Però non c’è praticamente alcun ritocco digitale, se non qualche aggiustamento in post produzione.

L’effetto sbavato era già voluto in origine?
Diciamo di sì. Disegno spesso con i pennarelli, ma la sbavatura questa volta si è accentuata particolarmente per via del processo utilizzato per la realizzazione della tavola.

Collo di bottiglia, presentato ora al Comicon, è la tua seconda pubblicazione in Italia, dopo Invisible Lines nel 2021.
Sì, “Invisible Lines” è stata un’antologia di Sigaretten Books, parte di un progetto europeo di residenza, in cui dodici artisti si sono ritrovati in vari paesi europei fra cui Italia, Francia e Repubblica ceca e da ognuna di queste residenze è stata realizzata una pubblicazione.

Anche Collo di bottiglia è uscito prima in Francia. Cos’è stato aggiunto rispetto alla versione pubblicata in Francia lo scorso anno?
Collo di bottiglia è stato pubblicato in Francia lo scorso anno e per questa nuova edizione abbiamo aggiunto ulteriori dieci pagine, un capitolo in più. Materiale totalmente inedito pensato per questa versione italiana.

Collo Di BottigliaCollo di bottiglia è una riflessione cruda sul nostro presente e sul nostro futuro incerto: io sono stato particolarmente colpito dalla storia del rider. Com’è stato lavorare a questo volume, quand’è nata l’idea, come hai lavorato per svilupparla?
La maggior parte della storia narrata in Collo di bottiglia è fiction, anche se ci sono degli elementi autobiografici, come per l’appunto quello del rider, che fa parte della mia esperienza lavorativa. La struttura del racconto però è molto frammentata e priva di una linea comune, dal momento che non ce n’era l’esigenza: l’intenzione era infatti quella di creare dei capitoli separati che potessero funzionare anche da soli e poi pian piano ho cercato una coesione fra essi. Però quando ho iniziato non avevo un’idea precisa.

E questo si ricollega anche a ciò che dicevi prima, ovvero che hai lavorato alle singole vignette ancor prima che alle singole tavole. Tranne forse per quelle tavole dove le vignette vanno a formare un’immagine unica, giusto?
Esatto. Queste le ho create come singola tavola, lavorando direttamente su un foglio A3.

Oltre a essere pubblicato da un editore, hai esperienza di produzione indipendente. I pro e i contro di questo genere di pubblicazione?
Con il progetto del collettivo Enter Press sto dalla parte di chi produce libri, un po’ come editore e non come autore. Ed è un aspetto che a me piace tantissimo perché cerchiamo di instaurare un rapporto diretto con le persone, che sentiamo quotidianamente. Il maggior vantaggio è di quello di poter controllare insieme il risultato finale e non doverci preoccupare più di tanto di cosa possa essere adatto a un pubblico ampio: facciamo un po’ quello che ci piace. La tiratura però è limitata, e questo ne rappresenta quindi anche lo svantaggio: non abbiamo abbastanza lettori ed è difficile raggiungere un’ampia platea perché non abbiamo i mezzi per distribuire neanche i libri che ottengono una buona ricezione dal pubblico. Ad esempio, c’è il libro di Ilaria Di Emidio, Baci dal medioevo, una raccolta di storie brevi che consiglio tantissimo e trovo molto bello. La ricezione di questo libro è stata ottima, infatti stiamo cercando di ristamparlo (ridiamo).

Quindi la tua collaborazione con questo collettivo è costante
Dal 2023 abbiamo aperto uno studio a Bologna che si chiama Titivil, all’interno del quale ci sono diverse realtà fra cui il collettivo Enter Press. Quindi il legame con la stampa fa parte del mio quotidiano, dal momento che vado sempre in studio.

Hai lavorato tanto in Italia ma soprattutto all’estero, collaborando anche con diversi giornali molto importanti. Come cambia e come viene recepito il tuo lavoro nei diversi contesti?
Sinceramente non ho notato grandi differenze. Questo forse è dovuto al fatto che ho viaggiato molto e ho vissuto tanti anni anche in Olanda, quindi mi sono sempre aperto a un pubblico molto internazionale. Forse solo negli States ci sono delle differenze, dal momento che spesso richiedono tante modifiche alle illustrazioni.

E invece la ricezione che hanno i lettori varia nei diversi paesi?
Con la Francia non ho un rapporto molto diretto: il libro è stato pubblicato, ho partecipato anche a un paio di fiere, ma rimane comunque una cosa abbastanza lontana da me. In Italia è da tanto che non pubblicavo qualcosa, e Collo di bottiglia è stato presentato ora, quindi vedremo: domani (domenica 28 aprile, ndr) terrò anche un panel di presentazione con Holly Heuser, Juta e Pastoraccia. Invece, per quanto riguarda i lavori del collettivo, il riscontro è veramente molto buono.

Intervista realizzata dal vivo a Napoli Comicon 2024.

Marco Quadri

Marco QuadriMarco Quadri è un illustratore e fumettista italiano che vive fra Bologna e Barcellona.
Co-fondatore del collettivo Enter Press e dello studio Titivil, entrambi con sede a Bologna, collabora con diverse testate ed editori tanto in Europa tanto negli Stati Uniti, fra cui Le Monde e The New York Times.

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